Agrigento – Veniamo a conoscenza che nell’ultima Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana è stato pubblicato il decreto che impone la chiusura dei punti nascita in molti ospedali siciliani – dichiarano i consiglieri provinciali Nino Spoto (Federazione della Sinistra) e Carmelo Avarello (Sinistra Ecologia e Libertà) – Il rischio che possano essere soppressi ben 28 punti nascita in Sicilia desta una comprensibile e condivisa preoccupazione poiché tale provvedimento graverebbe pesantemente sul territorio. I tempi tecnici concessi ai direttori generali delle aziende ospedaliere – continuano i due consiglieri – consentono fino al 30 giugno la possibilità di proporre eventuali deroghe alla chiusura dei reparti con meno di 500 nascite all’anno. Per decreto è stato dunque cancellato il punto nascite dell’Ospedale di Licata a favore del quale si sono giustamente schierati politici, associazioni e cittadini. Nella Gazzetta Ufficiale sono infatti garantiti solo 3 comuni: Canicattì e Sciacca considerati di primo livello ed Agrigento di secondo livello. Il decreto dell’Assessorato alla Salute che assicura nei punti nascita soppressi l’attività relativa all’assistenza alla gravidanza, appare ciononostante fortemente contraddittorio nell’azione poiché le scelte operate contrastano quei principi di tutela della salute e di efficienza dei servizi che peraltro vedrebbero l’impegno profuso dagli operatori del settore e gli investimenti economici realizzati sinora, gravemente vanificati.
Per questi motivi – concludono Spoto e Avarello – i Sottoscritti consiglieri provinciali si impegnano a farsi portavoce ed interpreti delle esigenze della popolazione e del personale ospedaliero e si impegnano ad avviare all’ordine del giorno del consiglio provinciale un primo ed urgente intervento.