Agrigento – Delle vicende che riguardano Giuseppe Burgio avevamo già scritto anche in passato, tanto da portare l’imprenditore a scriverci una lunga lettera in risposta ai nostri articoli.
Una durissima lettera (leggi qui) con la quale mi si accusava di aver scritto delle menzogne diffamatorie, sulle quali l’imprenditore si riserva tutte le azioni legali più opportune.
In particolare il Burgio faceva riferimento a presunte nostre insinuazioni sul suo tenore di vita,definendo stupidaggini o diffamazioni quanto dal sottoscritto affermato.
Una lettera, quella di Burgio, alla quale mi vidi costretto a replicare precisando che quanto riportato nell’articolo, rispondeva esattamente a quanto appreso nel corso delle udienze tenutesi dinanzi la sezione fallimentare del Tribunale di Agrigento.
Grandangolo di oggi, riporta una notizia che riproponiamo in maniera integrale ai nostri lettori, senza aggiungere null’altro.
gjm
“I carabinieri del Nucleo misto di polizia giudiziaria in servizio presso la Procura della Repubblica di Agrigento hanno sequestrato due autovetture Porsche nella disponibilità dell’imprenditore Giuseppe Burgio, 47 anni di Porto Empedocle, ex re della grande distribuzione alimentare e supermercati in provincia di Agrigento. Il provvedimento di sequestro è stato sottoscritto dal Gip del Tribunale di Agrigento, Valerio D’Andria su richiesta del pubblico ministero Arianna Ciavattini che ha coordinato l’indagine a carico dell’imprenditore empedoclino. La vicenda si riassume attraverso gli atti del Pm: “In data 14 gennaio 2011 Cozza Carmelo, nato a Corigliano Calabro (Cs) procuratore speciale della società “Porsche Financial Services Italia” S.p.a., presentava presso la sottosezione della Polizia Stradale di Giardini Naxos due distinti atti di querela nei confronti di Giuseppe Burgio, odierno indagato, esponendo quanto segue: in data 25/10/2010, Giuseppe Burgio, presidente del consiglio di amministrazione della s.r.l. Ingross e dotato del potere di rappresentare l’ente, chiedeva ed otteneva dalla S.p.a. Porsche Financial Services Italia la locazione dell’autovettura Porsche 911 Cabriolet, per un importo complessivo dì € 140.632,63, coma da contratto allegato. Di seguito, la Ingross sì rendeva morosa al pagamento di due canoni periodici e la proprietaria dell’autoveicolo comunicava pertanto il 4 marzo 2011, la risoluzione del contratto chiedendo il pagamento dell’insoluto e la restituzione del mezzo entro sette giorni; in data 30.3.2009, inoltre, Giuseppe Burgio, in qualità di amministratore unico della Hopaf s.r.l. chiedeva ed otteneva dalla suddetta Porsche Financial Services Italia, la locazione dell’autovettura Porsche Cayenne GTS,. La Hopaf si rendeva inadempiente rispetto al pagamento di due canoni periodici e la proprietaria dell’autoveicolo con comunicazione del 4 marzo 2011, notificava alla Hopaf la risoluzione del contratto, chiedendo il pagamento dell’insoluto e la restituzione del mezzo entro sette giorni. Le due società, rappresentate e gestite dal Giuseppe Burgio, la Hopaf e la Ingross non pagavano l’insoluto e non restituivano il mezzo. Quanto rappresentato nelle denunce, del procuratore speciale della Porsche Financial Services Italia risulta adeguatamente comprovato dai contratti di locazione in atti, nonché dalle copie delle raccomandate inviate e ricevute dalle due società in cui si comunica la risoluzione dei contratti e si richiede la restituzione degli autoveicoli. Da quanto esposto, risulta, dunque, quanto al requisito del cd. fumus commissi delicti, integrata la fattispecie di appropriazione indebita contestata all’odierno indagato. Deve dunque ritenersi come la condotta posta in essere dal Burgio, che non ha provveduto a restituire l’autoveicolo nonostante la risoluzione del contratto di locazione finanziaria e la richiesta di restituzione debitamente notificatagli, integri la condotta di interversione del titolo del possesso idonea ad integrare sotto il profilo dell’elemento soggettivo ed oggettivo la fattispecie delittuosa contestata. Ne discende, pertanto, alla luce delle argomentazioni sopra rassegnate la sussistenza del c.d. fumus boni iuris del reato oggetto di contestazione. Ed ancora, deve parimenti affermarsi che appare, altresì, sussistere anche l’ulteriore requisito del c.d. periculum in mora, in quanto vi è fondata ragione di ritenere che la libera disponibilità degli autoveicoli in oggetto potrebbe aggravare o protrarre le conseguenze del reato essendo il bene oggetto della richiesta di sequestro suscettibile di usura e quindi di svalutazione. La richiesta di sequestro preventivo avanzata dal P.M., pertanto, appare meritevole di accoglimento. Si dispone il sequestro preventivo dell’autovettura Porsche 911 turbo cabriolet e dell’autovettura Porsche Cayenne di proprietà di Porsche Financial Services Italia.”
La miglior parola è quella che non si dice.
ARNONE E’ AMICO DI COSTUI ,LO HA SEMPRE DIFESO . ALLORA ARNONE SA RICONOSCERE LA LEGALITA’ DALLE ILLEGALITA’?
il signore in oggetto mi deve dei soldi che ho guadagnato ONESTAMENTE lavorando meritevolmente nella sua azienda. è già passato un anno e malgrado il decreto ingiuntivo emesso dal giudice fa finta di niente
La cosa piu’ bella è che lo hanno fatto camminare con la scorta per diversi anni…..