In occasione delle Giornate Studio del Partito Popolare Europeo, l’On. Salvatore Iacolino è intervenuto a Marsiglia sul tema del sostegno alla Primavera araba attraverso un rafforzamento della fiducia tra UE e paesi terzi frontalieri: solo accordi bilaterali tra UE e Paesi del Nord Africa, infatti, possono garantire la creazione di uno spazio di mobilita e di sicurezza nel Mediterraneo.
“Con le Giornate Studio di Palermo dello scorso maggio, ed ora con il convegno a Marsiglia, il PPE ha restituito centralità al Mediterraneo, rimodulando le proprie politiche e strategie in relazione ai fenomeni migratori registrati nei mesi scorsi. L’Europa non può ignorare gli aneliti di libertà e democrazia che giungono da Tunisia, Egitto, Libia, Marocco, sostenendo libere elezioni in questi Paesi, promuovendo il dialogo interculturale e individuando misure concrete per alleviare povertà e disoccupazione nonche’ per evitare pericolose derive islamiste.
E’ necessaria una revisione della Politica di vicinato con la sponda sud del Mediterraneo, concludendo accordi con i Paesi terzi – veri e propri partenariati di mobilità e sicurezza – ispirati alla reciprocità e alla condizionalità, che colleghino la progressiva liberalizzazione dei visti per alcune categorie di lavoratori altamente qualificati, studenti e ricercatori a procedure efficaci di rimpatrio di quei migranti che non possono beneficiare dello status di rifugiati. Includendo in tali accordi quadro il contrasto all’immigrazione irregolare.
Il modello di accoglienza sperimentato in Sicilia – riconosciuto dal Parlamento Europeo attraverso la visita di fine novembre di una delegazione di eurodeputati a Trapani, Agrigento, Lampedusa, Mineo – ha dimostrato, con i modelli di integrazione e di assistenza del padre laico Biagio Conte e di Emergency, che al dovere di accoglienza e protezione dei migranti, in particolare delle categorie vulnerabili come donne e minori non accompagnati, sono chiamati a rispondere tutti gli Stati membri, con un approccio di solidarietà reale, di responsabilità condivisa e cooperazione nella gestione delle frontiere esterne comuni.
Da un lato vanno definiti strumenti finanziari per fronteggiare le minacce alla sicurezza interna riconducibili ai flussi migratori, alla tratta di esseri umani, al narcotraffico, alla criminalità organizzata e al terrorismo. Nel contempo, vanno favoriti percorsi di inclusione sociale e integrazione degli immigrati, attraverso il concorso degli Enti locali, secondo un modello di integrazione che, riconoscendo la diversità ed evitando l’assimilazione, trovi nei valori europei più veri un terreno comune di convivenza.”