Bosnia-Erzegovina – Una piccola nazione, dalla quale potrebbe partire il colpo mortale all’Europa.
Durante la guerra dei Balcani (1992/95), molti paesi islamici offrirono ai bosniaci assistenza finanziaria e militare, inviando migliaia di guerriglieri mujaheddin per combattere e contrastare le ambizioni espansionistiche della Serbia di Slobodan Milosevic. L’Accordo di pace di Dayton del 1995, che pose fine ai combattimenti, di fatto finì con il creare due identità nazionali divise dal credo religioso.
Finita la guerra, molti jihadisti non lasciarono la Bosnia, e grazie ai copiosi finanziamenti ottenuti dal governo saudita, con la costruzione di centri di educazione religiosa, hanno promosso l’Islam anche nelle sue forme più estreme ed intolleranti, come il wahabismo. È proprio da alcune di queste scuole coraniche (Madrasse), che viene il maggior pericolo per l’Europa.
Il mese scorso, Mevlid Jasarevic, musulmano (bosniaco) appartenente al movimento radicale islamico wahhabita, ha sparato contro l’ambasciata americana di Sarajevo.
Secondo indiscrezioni, pare che il giovane Jašarević avesse trascorso “del tempo nel villaggio di Gornja Maoča (in Bosnia) e a Vienna”, città dove secondo informazioni provenienti dalla comunità islamica bosniaca, le reclute del movimento Wahhabi verrebbero formate ed istruite lontano dai Balcani.
È di questi giorni la notizia secondo la quale l’ispiratore dell’attentato, potrebbe essere l’egiziano Imad al Misrì, ex leader religioso dell’unità militare “El Mudzahid”.
Nonostante l’estremismo islamico in Bosnia sia in crescita da anni, il mondo occidentale e la stessa America hanno sempre sottovalutato il problema, almeno fin quando i più recenti rapporti delle intelligence occidentali non hanno evidenziato come la Bosnia sia diventata terreno fertile per il reclutamento di “musulmani bianchi “. Estremisti islamici con caratteristiche tali che potrebbero facilmente passare inosservati in città americane o europee e portare a termine gli attentati.
Torna dunque di grande attualità il Gjorgje Kastrati del libro di Antonio Evangelista dal titolo “Madrasse – Piccoli martiri crescono tra Balcani ed Europa”, che spiega in chiave narrativa cosa rappresenti il fondamentalismo islamico per i Balcani, raccontando la storia del “Musulmano bianco”
Evangelista, nella parte iniziale del suo libro, spiega l’uso strumentale e distorto dell’insegnamento del Corano, finalizzato all’incitamento alla jihad.
Bambini, prevalentemente orfani di guerra, che vengono educati in Bosnia dove “ex mujaheddin, divenuti imam da un giorno all’altro, preparano gli studenti, i ragazzi, i bambini, alla guerra contro i nemici di Allah, contro l’Occidente, spiegando e autocelebrando, con dovizia di particolari e di menzogne le loro storie e le loro esperienze belliche, consapevoli d’essere madri e padri di creature segnate per sempre da guerre e tragedie familiari, che li hanno portati nelle scuole madrasse.”
Le caratteristiche somatiche spiccatamente europee di alcuni di loro, ne fanno macchine perfette per attentati suicidi.
Madrasse, così come “La torre dei crani” dello stesso autore, non è un libro di pura fantasia, ma narra fatti realmente accaduti, con le considerazioni di chi la guerra dei Balcani, la crescita dell’estremismo islamico e della criminalità organizzata, li ha visti con i propri occhi da “addetto ai lavori”, che, grazie ai suoi scritti, rende una testimonianza documentale in grado di coinvolgere il lettore portandolo in maniera critica e consapevole a valutare un fenomeno spesso taciuto dai media, ma anche dai governi, che espone a seri rischi ogni cittadino europeo, e che proprio nel cuore dell’Europa è attecchito, per poi ramificarsi nell’intero continente.
La sede principale dei wahhabiti bosniaci è Vienna, e molti di coloro che vivono a Gornja Maoča Sangiaccato e in particolare nella città di Novi Pazar hanno collegamenti con i wahhabiti bosniaci di Vienna.
Diverse organizzazioni umanitarie islamiche aprirono la loro sede a Vienna durante la guerra del 1992-1995 in Bosnia. Lo stesso governo bosniaco, ha aperto un conto corrente bancario nella capitale austriaca, mentre quasi 100 combattenti islamici hanno ottenuto la cittadinanza bosniaca attraverso l’ambasciata di Vienna.
Vogliamo continuare ad ignorare come il problema dell’estremismo islamico in Bosnia minacci l’Europa? Possiamo continuare a far finta di non vedere come l’Austria si sia trasformata nel principale centro logistico e finanziario per molte organizzazioni islamiche, fin da quando attraverso la Die Erste Bank Osterreich, tra il 1992 e il 1995 movimentarono 350 milioni di dollari da donazioni provenienti da paesi islamici?
Mevlid Jašarević, l’ultimo terrorista che ha aperto il fuoco contro l’ambasciata americana a Sarajevo, è un bosniaco di Novi Pazar che si è convertito al wahhabismo, vivendo a Vienna;
Haris Čauševič, che ha messo una bomba nei pressi della stazione di polizia a Bugojno uccidendo un agente di polizia nel giugno 2010, era in contatto con Nedžad Balcani alias Mohammed Ebu da Vienna.
Rijad Rustempašić, sotto processo perché accusato di terrorismo, era in contatto con la leadership wahhabita a Vienna.
Il villaggio wahhabita di Gornja Maoča venne fondato nel 1990 grazie alla leadership wahhabita di Vienna, da Enes Mujaković (visse a Vienna durante la guerra in Bosnia), Sabahudin Fiuljanin (vissuto a Vienna durante la guerra in Bosnia), Nevzudin Bajraktarević (nato a Vienna) e Sulejman Delić (vive e lavora a Vienna).
L’attuale leader di Gornja Maoča, è Nusret Imamovic, che ha trascorso una parte della sua vita a Vienna.
Persino i predicatori più famosi a Gornja Maoča, vengono da Vienna (Mirsad Omerovic alias Ebu Telma e Adem Demirovic dal Sangiaccato).
Tra gli obiettivi dei bosniaci wahhabiti in Austria, l’acquisto di terreni e villaggi per creare delle MAR (Muslim Autonomous Regions – Regioni Autonome Musulmane) come Gornja Maoča, costituendo dei veri e propri mini stati sharia .
Possiamo ancora fingere di non accorgerci della Vienna Connection?
gjm
Ho letto il libro di Evangelista qualche mese fa.
Un libro documento, che senza tecnicismi incomprensibili, mette il lettore dinanzi una realtà spesso ignorata, narrando fatti sconvolgenti, ai quali riesce a dare anche la loro dimensione umana.
Consiglio di leggerlo.
Saluti, Carlo.
molto interessante, diffondo & chiederò un’intervista anche a A.Evangelista x radio università svedese, come pure a Te, gentile GJM.