La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato richiesta di archiviazione nei confronti dell’ex Sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Di Gati Maurizio, Di Gati Beniamino e Gagliardo Ignazio.
Secondo l’accusa Petrotto, n.q. di Sindaco del comune di Racalmuto dal giugno 1993 al maggio 2002, e dal maggio 2007 al giugno 2011, avrebbe intrattenuto rapporti con esponeneti della criminalità organizzata denominata Cosa Nostra operante a Racalmuto, attraverso tutta una serie di “favori”, ricambiati poi al momento delle elezioni comunali.
A queste accuse il Petrotto ha replicato nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi in data 01.07.2011, durante il quale, alla presenza dei suoi difensori di fiducia, gli avv.ti Giovanni Castronovo ed Ignazio Valenza, ha dimostrato la propria estraneità rispetto alle accuse allo stesso mosse, attraverso una fedele ricostruzione dei fatti storici, ma soprattutto con l’ausilio di una corposa documentazione a sostegno del proprio assunto.
E così il Procuratore della Repubblica Aggiunto della D.D.A. dott. Vittorio Teresi ed il Sostituto Procuratore dott. Fernando Asaro in data 06.09.2011 avanzavano al G.I.P. richiesta di archiviazione.
Nel provvedimento di ben 13 pagine i Pubblici Ministeri, dopo aver riepilogato le accuse e le imputazioni contestate all’ex sindaco di Racalmuto, ed aver dato atto del contenuto del suo interrogatorio e degli atti posti a sostegno dello stesso, hanno osservato che la condotta posta in essere dal Petrotto, così come ricostruita ed accertata dalle indagini, “…non è inquadrabile in alcuna fattispecie penalmente rilevante, non essendo prevista nel nostro ordinamento una norma che sanzioni la condotta consapevole di colui che rafforza, con i propri comportamenti anche omissivi, nella mente dei mafiosi l’idea di poter avere “a disposizione” il Sindaco; tale è infatti, il convincimento che si è formato all’interno della famiglia mafiosa di Racalmuto nei riguardi del Sindaco Petrotto per come riferisce lo stesso Di Gati Maurizio… Nel caso che ci occupa non emergono gli impegni – che devono essere caratterizzati da serietà e concretezza e quindi non avere carattere generale – assunti da Petrotto a favore dell’associazione mafiosa agrigentina ed in particolare, della mafiglia mafiosa di Racalmuto e la mancata prova di tali impegni, nei termini sopra specificati, posta alla configurabilità del reato, attesa l’impossibilità della verifica probatoria …”.
Appresa la notizia della richeista di archiviazione dagli avvocati Giovanni Castronovo e Ignazio Valenza, Salvatore Petrotto ha così commentato: “Ho sempre avuto fiducia nelle istituzioni ed in particolare nella Magistratura, ed ho atteso con pazienza che i Pubblici Ministeri svolgessero le doverose indagini, ma sereno, cosciente di aver sempre combattuto la mafia e di non averla mai assecondata. MI auguro che anche il G.I.P. voglia seguire la tesi della Pubblica Accusa, di modo che si ponga fine a questa incredibile vicenda giudiziaria che mi ha profondamente segnato, inducendomi, altresì a dimettermi dalla carica di primo cittadino di Racalmuto, per rispetto nei confronti di coloro i quali hanno riposto in me la loro fiducia