Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica, questa settimana nel numero 28 un omicidio che aveva fatto scalpore per il clamore del gesto e per la caratura della vittima. Un delitto che spaccò definitivamente i rapporti interni di Cosa nostra e sancì la definitiva sconfitta di Maurizio Di Gati, allora potente capo famiglia, costretto ad abdicare ed a rinunciare persino alla vendetta. Da quel giorno cominciò l’ascesa, senza ostacoli, di Giuseppe Falsone, divenuto il boss dei boss in provincia di Agrigento, fino al momento della sua cattura avvenuta esattamente un anno fa a Marsiglia. Di Gati, poi pentitosi, ha fornito la sua chiave di lettura ai giudici della Direzione distrettuale antimafia. E lo ha fatto senza reticenza raccontando per filo e per segno ciò che avvenne nell’agosto del 2003 quando i sicari di Cosa nostra uccisero all’interno di una sala da barba, Carmelo Milioti, l’Angelo Siino della provincia di Agrigento, l’uomo per tutte le stagioni, uscito indenne da numerose guerre di mafia e sempre più forte nonostante la deposizione (per mano violenta o altro) dei vecchi boss di Favara: da Filippo “mureddu” Di Stefano a Carmelo Colletti; da Pitruzzella a Capodici; da Peppe Vetro a Totò Fragapane sino a Maurizio Di Gati. Ecco, appunto, Di Gati: Milioti muore per dare proprio all’ex barbiere di Racalmuto il segnale violento della sua fine mafiosa. Tutti i particolari, senza reticenze su Grandangolo in edicola domani. Altra vicenda di rilievo: l’attivismo di Giuseppe Arnone nell’attaccare il magistrato catanese Giuseppe gennaro. Dopo la convention del Palaghiaccio di Catania per presentare il neonato movimento politico del governatore Raffaele Lombardo, Grandangolo vi spiega i retroscena che hanno mosso l’ambientalista a distribuire volantini anti Gennaro (ma anche anti Anna Finocchiaro) e le precedenti intraprese ai danni di magistrati in pole position per ricoprire importanti incarichi istituzionali. Un pezzo tutto da leggere che aiuta a capire dinamiche ed interessi. La politica in primo piano con tutti i nomi e le alleanze della nuova Giunta municipale di Agrigento. Si parte dal tentativo di Mpa, Pd e Fds, fatto a Roma di entrare nella nuova formazione allestita da Zambuto. Tentativo andato a vuoto con un colpo di scena. La storia giudiziaria di Diego Lo Giudice, inteso “Decusimone”, attualmente n carcere e coinvolto nell’operazione antimafia “Apocalisse” attraverso le parole dei figli. Ed ancora; l’inchiesta alla Provincia con i dodici avvisi di comparizione per altrettanti funzionari dell’Ente che sembra preludere all’incriminazione del presidente Eugenio D’Orsi.