“Te invoco città di Persefone, città la più bella fra quante albergo son d’uomini,
o amica del fasto che presso Acragante ferace di greggi, ti levi sul clivo turrito;
O Signora, gradisci benevola, e teco si accordino gli uomini e i Numi, da Mida le foglie del serto Pito gradisci e lui stesso, che vinse gli Ellèni nell’arte cui
Pallade un giorno rinvenne intrecciando la nenia feral delle Gòrgoni”.
(Ode Pitia XII)
Così Pindaro – nell’esaltare Mida, vincitore alle Olimpiadi – cantava Akràgas, l’odierna Agrigento.
E la “città la più bella fra quante albergo son d’uomini”, d’alberghi degni di questo nome n’ebbe da offrire al visitatore più ricercato.
Tra questi, nella città di Gellia, il complesso più elegante ed importante, era l’hotel ubicato al Viale della Vittoria, in quello che successivamente divenne il Palazzo delle Finanze, oggi sede dell’Agenzia delle Entrate.
E chissà che un giorno (forse non troppo lontano…), l’elegante edificio non torni alla sua originaria funzione.
Quel che è certo, che da alcuni mesi a questa parte, il palazzo è interessato da lavori di restauro che riguardano l’esterno dell’edificio.
Ponteggi, teloni, corsie e tettoie in legno, coprono tutta la parte anteriore della costruzione, ma non per questo impediscono alla polvere – se non ai calcinacci – e al rumore, di disturbare gli utenti che non certo per piacere si trovano a recarsi presso l’Agenzia delle Entrate.
E se per gli utenti il ‘disturbo’ è limitato al breve soggiorno presso gli uffici, altrettanto non può dirsi per gli impiegati, che stamane (1 luglio), stanchi delle lamentele degli utenti e di mangiar polvere lavorando nel frastuono infernale del cantiere, hanno deciso di spostarsi dal front office ad uno dei piani superiori.
Neppure questo è stato sufficiente, nonostante le lamentele degli utenti, a far comprendere a chi di competenza che la situazione era giunta al limite.
Evidentemente, l’urgenza di completare i lavori, è tale che poco importa del disagio patito dai contribuenti e dagli impiegati dell’ufficio.
Per comprendere l’intensità dei rumori, basti pensare all’uso delle betoniere per impastare e miscelare tra di loro i componenti della malta o del calcestruzzo (foto 4).
Ai piani superiori dell’edificio, rigorosamente con le imposte chiuse (aria condizionata?), la pioggia dei detriti investe davanzali e finestre, infilandosi in ogni fessura.
Inspiegabilmente – nonostante siano stati costretti ad abbandonare il front office -, chi lavora all’interno dell’edificio non denuncia le condizioni nelle quali è costretto ad operare.
Bocche cucite e atmosfera da tribunale della santa inquisizione. Quasi la paura, che al solo parlarne si possa finire al rogo.
Tra il rogo e l’inferno degli uffici con le imposte chiuse, la polvere ed il rumore, meglio l’inferno…
I più propensi a parlare, sono i contribuenti, che tra una bestemmia e l’altra, narrano la loro storia di polvere e di rumore.
Di sindacalisti, ispettorati e madonne santissime, manco a parlarne. Questo è un cantiere fantasma. Se si fosse trattato di un piccolo cantiere per lavoretti da qualche privato, allora avremmo assistito certamente all’andirivieni di eserciti delle più svariate categorie. Qui, nulla.
E mentre gli impiegati continueranno a mangiar polvere e turarsi le orecchie – stando ben attenti a non parlare – e gli utenti continueranno a bestemmiare, tossire e sputar polvere, qualcuno comincia a chiedersi chi stia effettuando i lavori. Come mai, si conducano in questo modo, senza neppure tener conto del disagio ai contribuenti e dei diritti più elementari dei lavoratori. Chi sia il committente.
E sì, perché proprio sulla proprietà dell’edificio, comincia a farsi largo la ‘solita legenda metropolitana’, che vorrebbe una prossima destinazione d’uso diversa da quella attuale.
Pubblico o privato? E se privato, chi è l’attuale committente?
Intanto, nell’ex hotel, neppure i ghiri potrebbero attualmente dormire, visti (o meglio uditi) i rumori del cantiere.
Chissà, magari in futuro, comode e silenziose stanze, torneranno ad accogliere ospiti di riguardo in quello che fu già il più elegante ed importante hotel della Città
Polvere e rumore. Silenzi e bestemmie ingoiate. Anche questa è Agrigento, la città che non vede, non sente, non parla.
Gian J. Morici
Bravo Gianni, in alcuni cantieri edili, l’andirivieni di ispettori ed altro è una cosa normale, si tratta sopratutto di piccole imprese, per questo tipo di lavori “aumma aumma”
Chissà cosa si nasconde sotto e perché nessuno parla. Fare dei lavori “aumma aumma” in quel posto centralissimo e sotto lo squardo di miglia di occhi considerando i rischi quali potrebbero essere i vantaggi?
la agrigento di sempre. tutti sanno, tutti vedono, tutti fanno finta di niente. sorvolando sui temi che riguardano la sicurezza, che a mio avviso andrebbero attentamente valutati, da quello che Lei scrive, nasce il dubbio che la destinazione ad edificio pubblico o la proprietà, possano cambiare o siano già cambiati. in questo caso, se fosse vero quello che da più parti si mormora, con quali soldi si stanno facendo le opere di restauro del palazzo? c’è il rischio che si tratti dell’ennesima beffa in danno dei cittadini? la premura a terminare i lavori, come Lei ha sottolineato, c’è in quanto gli stessi dovranno essere ultimati entro la fine dell’estate. polvere o non polvere, poco importa. impiegati e cittadini, si rassegnino a bestemmiare e sputare polvere, il cantiere andrà avanti a ritmi serrati. tranne che… ma ad agrigento, anche il tranne è abbastanza improbabile…
Caro Morici tu non hai notato sè c’era il cartello con su scritto chi esegue i lavori chi è l’ingegnere chi il geometra e che tipo di intervento è posto in essere nel cantiere? Io no! Magari è nascosto? Mio cognato per interventi di manutenzione a casa sua nel centro storico l’anno scorso ha dovuto chiedere l’autorizzazione anche a Dio e tutti i santi compresi e metterlo appeso in bella mostra guai a lui, non l’avesse fatto. Scusa Morici ma con gli ultimi Referendum non avevamo A GRAN VOCE ribadito che la legge DEVE essere UGUALE X TUTTI?
Scusate, un cittadino arrabbiato e indignato.
Gli impiegati sono stati minacciati di rispettare il contratto di lavoro ed inoltre di essere mandati in congedo forzato nel malaugurato caso soffrissero di allergie, asme o cose più o meno gravi.
Grazie direttore