Si avvicina l’estate e inesorabilmente si fanno i conti con le rotondità e chili di troppo accumulati. In qualsiasi rivista possiamo trovare le diete più disparate che in poco tempo ci consentono di far ritrovare il peso ideale, troviamo la dieta del minestrone, dell’ananas, delle banane, dell’aviatore ed altro…
I centri sportivi, le Spa, i centri estetici vedono il loro volume d’affare incrementare notevolmente.
Il recupero della forma fisica non è un problema solo femminile ma negli ultimi anni si assiste ad un aumento della popolazione maschile che richiede, verosimilmente, prestazioni che prima erano di domino esclusivo delle donne (depilazione total body, lampade, pulizia del viso, massaggi tonico-rilassanti).
Ma dopo tutto questo da farsi, la gente è soddisfatta della sua forma fisica? Del suo corpo? Si sente meglio? Si sente più sicura? Si vuole più bene? O meglio, vuole più bene al proprio corpo?
Nell’ultimo trentennio abbiamo assistito all’esasperazione della fisicità, negli anni ’80 impazzava l’aerobica importata dagli Stati Uniti da Jane Fonda, il varietà portava la danza in televisione con Heather Parisi, Carla Fracci, R. Paganini. Erano gli anni degli yuppie la cui caratteristica era dettata dall’immagine e dalle diverse abitudini, nel cibo e negli svaghi ma prevalentemente nell’ostentazione di uno stile di vita e di una ricchezza non sempre reale. È il periodo della cosiddetta “Milano da bere“, della moda elegante, degli sport estremi, delle arti marziali particolari, delle vacanze in posti esclusivi ed i ristoranti di cucina internazionale.
Gli anni ’90 sono gli anni della moda, emergono le più grandi top model, Cindy Crawford, Naomi Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer ed altre…
Si innesta il mito della magrezza, la concezione che per avere successo occorre avere solamente un bel corpo e nient’altro. La sessualità inizia ad essere vissuta precocemente dagli adolescenti, subentrano le nuove droghe.
Il nuovo millennio è contrassegnato da un’assoluta assenza di rispetto per il proprio corpo. Vedi l’impazzare della chirurgia estetica, la sessualità vissuta solo come atto meramente meccanico da parte dei giovani, il ricorso continuo alle droghe anche solamente utilizzate per essere più espansivi con gli altri, i “nuovi” sport, estremi e non, che vengono proposti ogni anno nelle grandi conventions di fitness. Il corpo vissuto solo ed esclusivamente come merce di scambio.
Tutte queste epoche hanno in comune la concezione del corpo come un mezzo per migliorare le prestazioni, le performance, il corpo è un mezzo da mostrare, da ammirare, da denigrare, un mezzo estraneo all’essenza della Persona, è come se non ci appartenesse fino in fondo, non lo viviamo, non lo abitiamo. È un involucro e per essere accettabile alla società dobbiamo modificarlo, abbellirlo, renderlo appetibile, con qualsiasi mezzo. È il mezzo che ci consente di far soldi.
In un clima del genere è ovvio che vi è una continua rincorsa alla bellezza “Vista” meramente estetica, e le nostre azioni sono volte all’appiattimento estetico del corpo (vedi le starlette dello spettacolo che con la chirurgia estetica si somigliano tutte), privandolo dei propri ritmi, diventando sordi nell’ascoltare la melodia data da un corpo libero di esprimersi perché la libertà di espressione produce un vibrato corporeo che dà armonia ai movimenti. Un corpo armonico è un corpo bello.
Ma come raggiungere l’armonia corporea?
L’armonia corporea si raggiunge attraverso l’integrazione del Corpo Visto (che è sottoposto alle leggi dell’estetica), del Corpo Funzionale (esperienza funzionale del corpo, tutti gli organi funzionano bene e quindi sto bene) e del Corpo Vissuto (come sento il mio corpo).
Molto spesso “affatichiamo” il nostro corpo perché non abbiamo l’esperienza del corpo vissuto, ovvero, non sentiamo il nostro corpo né in termini funzionali (faccio 5 interventi al seno e non mi interessa se starò male o se non potrò allattare mio figlio) nè in termini visivi (il seno prosperoso molto spesso dà problemi alla schiena determinando un’ingobbimento).
Iniziare a voler bene il proprio corpo non è difficile, occorre ascoltarlo, vederlo, toccarlo, gustarlo, e odorarlo, in poche parole, serve un risveglio dei sensi per intraprendere una strada che sembra non porti da nessuna parte e invece conduce ad una tappa importante per il proprio benessere psicofisico che è quello di Vivere il proprio corpo così com’è.
Il corpo vissuto è il miglior strumento per conoscere la nostra vita relazionale perché è legato a due concetti chiave:
- lo schema corporeo;
- il respiro.
Il primo concetto è strettamente legato alle esperienze relazionali infantili, esperienze che sono intimamente correlate ai sensi: come viene, e se viene, toccato il corpo del bambino, che profumi sente durante l’allattamento, se è libero di muoversi o è costretto ad assumere specifiche posizioni, se lui è libero di toccare il corpo dei genitori, etc..
Il secondo concetto riguarda il modo con cui respiriamo. Il modo di respirare è intrinsecamente correlato allo schema corporeo e rivela il blocco relazionale originario. Se un bambino che piange non viene consolato dal genitore imparerà a consolarsi da solo e il respiro avrà un ritmo che sostituirà il pianto, le lacrime che non ha potuto versare. Il pianto non espresso porterà il bambino a concentrare i movimenti corporei a trattenere, e il respiro sarà il suo alleato. A chi non è capitato di trattenere un pianto ed inconsapevolmente ha trattenuto anche il respiro? e quando, dopo tanto trattenere, si è stati nelle condizioni di sentirsi sostenuti da qualcuno, e, quindi, si è potuto dare sfogo al pianto, è vero o no, che prima ancora di far scendere le lacrime, si butta tutta l’aria che si ha in corpo?
Questo appena detto è solo un piccolo esempio.
Per fortuna i tempi stanno cambiando, prova è che alcune aziende pubblicizzano i loro prodotti utilizzando persone “normali”, sono ancora poche ma è un buon segnale!
Anche la patron di Miss Italia sta cambiando tendenza aprendo le porte del concorso alle ragazze che portano le taglie 44-46.
Molte vips iniziano a mostrare i chili di troppo dopo una gravidanza e lo fanno con molta serenità e questo le rende ancora più belle e più simpatiche.
Il processo è solo iniziato ma credo fortemente ad un ritorno della sacralità e armonia corporea e questo ci permetterà di far riacquisire al Corpo il giusto valore e rispetto.
“la ragion del corpo supera la migliore sapienza” F. Nietzsche
A Grace
Compagna di viaggio che
con il vibrare del suo corpo
è diventata il mio contatto scontato.
Dott. Irene Grado
Psicologa-Psicoterapeuta della Gestalt
Esperta in Psicodiagnosi Forense
Trainer di psicoprofilassi al parto: metodo Spagnuolo Lobb
Contatti: 338-9908067 e-mail: ire.gr@libero.it