ASI Agrigento
Un vero e proprio terremoto giudiziario, si è abbattuto sull’Asi di Agrigento e negli enti locali consorziati. La Procura della Repubblica di Agrigento, nei giorni scorsi ha infatti notificato 80 avvisi di garanzia, nei confronti dei componenti del consiglio generale dell’Asi, del comitato direttivo e dei sindaci dei Comuni aderenti al consorzio. Per gli 80 inquisiti, l’accusa è di abuso di ufficio, concorso in abuso di ufficio e falso ideologico. Sotto i riflettori degli inquirenti, ci sono i criteri con cui sono stati selezionati i componenti degli organismi dell’Asi, designati l’anno scorso dai 15 Comuni e la Provincia di Agrigento, nonché dalle associazioni di categoria. Indagati vertici Asi e sindaci Nel settembre 2010, i 60 componenti del consiglio generale (oggi inquisiti), avevano eletto presidente dell’Asi, l’avvocato Stefano Catuara. Che, dopo essere stato già commissariato (nel maggio del 2010) dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi (“in forza di diverse violazioni di legge”) – e per tutta una serie di “illegittimità” riscontrate nella gestione dell’ente – venne poi rimesso in sella da un pronunciamento del Tar, che aveva annullato il decreto assessoriale di commissariamento dell’ente…
Accertamenti sulle nomine. Per cui, tra i 60 designati al consiglio generale dell’Asi di Agrigento, oggi figurerebbero applicati di segreteria, maestre, guardie carcerarie, ex impiegati dell’Eas, carrozzieri, agenti di commercio, qualche medico. Il vice presidente dell’ente, Aldo Piscopo, è un medico agrigentino, nominato dal presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi. Chi avrebbe dovuto vigilare sul possesso dei “requisiti” dei nuovi designati al consiglio generale (pena la decadenza dalla nomina, in caso di infedeltà), è il direttore generale dell’ente, Antonino Casesa….
Criteri meritocratici. La ristretta “griglia” dei requisiti per essere nominati negli organi degli enti pubblici regionali (quali i Consorzi Asi), richiede l’esperienza almeno “quinquennale scientifica” o di tipo professionale oppure dirigenziale, maturata in enti o aziende (pubbliche e private) di dimensione “economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente”…
Le denunce di Idv. Lo scorso mese di gennaio, durante una conferenza stampa nella città dei Templi, i vertici di Idv – il portavoce nazionale Leoluca Orlando, insieme al coordinatore regionale Fabio Giambrone ed al responsabile provinciale Nello Hamel – avevano riacceso i riflettori sul rovente capitolo Asi, consegnando al Prefetto di Agrigento…
Catuara: accuse ingiuste. ”Apprendo dai giornali degli avvisi di garanzia, e non essendo tra l’altro interessato – dichiara intanto il presidente dell’Asi Catuara – ho il massimo rispetto per le indagini in corso. I componenti del consiglio – ribadisce – hanno da sempre i requisiti. Tra l’altro alcuni di loro, provengono dal rinnovo del precedente consiglio generale. Finalmente – auspica Stefano Catuara – la magistratura farà chiarezza su una ingiusta accusa…
Agrigento – Moncada nei verbali
La notizia, è rimasta finora top secret per la stampa agrigentina. Anche se farebbe non poco “scruscio” soprattutto da queste parti. A rompere il muro del silenzio, è stato soltanto il periodico “Grandangolo” diretto da Franco Castaldo, che in una edizione speciale di 6 pagine, ha dato ampio spazio all’inchiesta antimafia “Grande Vallone” condotta dalla Dda di Caltanissetta e dai Carabinieri del Ros. Dai verbali dell’inchiesta – da cui emerge un altro torbido spaccato degli intrecci tra la mafia agrigentina e quella limitrofa della zona nord della provincia nissena, con rapporti tra boss mafiosi ed amministratori locali e tecnici comunali, nonché condizionamenti mafiosi di appalti e commesse pubbliche – c’è un paragrafo che riguarda anche il noto imprenditore agrigentino Salvatore Moncada. Il “re dell’eolico” viene tirato in ballo nelle 930 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, che hanno portato in carcere una trentina di boss di Cosa Nostra del “Vallone” ( la zona tra i Comuni di Mussomeli, Campofranco), a cavallo con la provincia agrigentina. Nel provvedimento della Dda nissena, i magistrati inquirenti non sono teneri con il gruppo Moncada, che fattura 100 milioni di euro l’anno nel settore delle energie rinnovabili (eolico e fotovoltaico)…
Il Sultano a Caltanissetta
L’8 aprile, resterà una data memorabile per i nisseni. Non foss’altro perché, grazie alla imbarazzante “gaffe” commessa dal loro primo cittadino, Michele Campisi in quota Pdl, gli abitanti del capoluogo siciliano, sono finiti sulla bocca di mezzo mondo. La “bufala” dell’imprenditore di Abu Dhabi, scambiato per il Sultano degli Emirati Arabi, sta infatti facendo sbellicare dalle risate il globo.
Il “re” delle gaffe. La notizia, riportava alcuni dettagli sull’incontro: che si svolgeva “al termine di un’intesa” raggiunta dal primo cittadino con “professionisti italiani” residenti in quella regione, per verificare “eventuali opportunità d’investimento nel nostro territorio”. L’indomani mattina, cioè venerdì scorso 8 aprile, il “ finto sultano” di Abu Dhabi veniva pertanto ricevuto a Palazzo del Carmine in pompa magna, dal sindaco Michele Campisi. Il quale, dopo aver fatto tirare a lucido tutti i locali del Municipio, compresa la Sala gialla e l’attiguo teatro Margherita, aveva anche dato precise disposizioni per il “picchetto” d’onore ai Vigili urbani, schierati in alta uniforme…
L’ingegnere Sultan, solo di nome. Che qualcosa non andava, molti degli invitati presenti all’evento del secolo, se ne accorsero con l’arrivo dell’illustre ospite. Avevano immaginato che il Sultano viaggiasse in limousine, magari col turbante in testa ed odalische al seguito, ma invece l’illustre ospite era arrivato a Palazzo del Carmine, alla spicciolata: a bordo di una modesta Station Wagon (guidata dal suo interprete)…
I cronisti scoprono la “bufala”. Ma il colpo di scena, che avrebbe svelato l’imbarazzante “equivoco”, sarebbe arrivato verso la fine del breve colloquio, svoltosi nella stanza del sindaco. Quando ad una domanda dei cronisti presenti all’incontro, è saltato fuori che Sultan Al Zaabi, non c’entrava nulla con il Sultano degli Emirati Arabi, ma era un semplice imprenditore: un ingegnere (dal nome proprio “Sultan”, scambiato per titolo nobiliare), con interessi nel settore della plastica ad Abu Dhabi ed a Brescia…
La città derisa. L’accoglienza tributata dal sindaco siciliano, al “finto sultano degli Emirati” ha però immediatamente scatenato il tam tam degli sfottò urbi et orbi. Dai mass media siciliani e nazionali, ad blog e siti online dell’intero globo…
Scaricabarile sull’ufficio stampa. Scaricando la responsabilità (“nessuna bufala, ma mero errore tipografico”) sui due malcapitati addetti dell’ufficio stampa del Comune: Salvatore Mingoia e Pierpaolo Olivo, entrambi dipendenti comunali. Quando lo sanno anche i sassi di Palazzo del Carmine, che fu proprio il sindaco Campisi a dare disposizioni a tutti…
Un imprenditore trait-d’union. Secondo il tam tam nisseno, a fare da tramite con gli arabi, sarebbe stato l’imprenditore sancataldese titolare della Imca (nel settore dei tubi di plastica), Salvatore Mistretta. Ma lui smentisce e tira in ballo un ‘altra ditta gemella sancataldese…
Salvatore Messana, ex sindaco del capoluogo, ed oggi vice segretario regionale di Idv, non vuole inveire sul tremendo “scivolone” del suo successore, Michele Campisi . “Certo, l’episodio non ha fatto bene alla città – si limita a rilevare Messana – perché ha dato l’idea di una certa improvvisazione, nell’organizzare eventi che se veri sono straordinari. Dispiace, semmai, che la stampa nazionale si sia occupata di Caltanisetta – lamenta l’ex primo cittadino – per questi fatti, piuttosto che per cose che possono qualificarci positivamente…” Una “bufala” da paese del Burundi…
Siracusa, AAA cercasi…
Centro destra sempre più impantanato al Comune capoluogo. Anche tra le fila della maggioranza, suonano la gran cassa delle elezioni anticipate. Le provano tutte, pur di sollecitare il sindaco Roberto Visentin del Pdl (area Prestigiacomo), a tirare fuori l’amministrazione comunale dall’ immobilismo in cui da tempo è sprofondata. A scuotere la maggioranza (Pdl, Fds e Pid), che da 3 anni è alla guida di Palazzo Vermexio, è arrivato anche l’ultimatum del leader del Pid, Pippo Gianni. All’indomani della mozione di “censura” nei confronti del sindaco Visentin, dell’assessore all’urbanistica Alicata e del dirigente di settore Mauro Calafiore, per i ritardi nel predisporre la delibera di variante al Prg ( in attuazione all’atto di indirizzo votato dal consiglio comunale, per la tutela di alcune aree dal “sacco edilizio”), sottoscritta dai consiglieri dell’opposizione. Un variegato “cartello” costituito da Pd, Fli, Mpa, Udc,Sel, Gruppo misto, che ha raggiunto già quota 20 consiglieri (su 40).
Ultimatum del Pid. Gianni, ha fatto la voce grossa con gli alleati, sollecitandoli a convocare entro domenica prossima, una riunione della maggioranza. “Se non dovesse accadere – ha mandato a dire – allora dirò ai miei consiglieri di dimettersi…
Declino Pdl. Il partito di Berlusconi, che aveva stravinto 3 anni fa le elezioni amministrative nel capoluogo aretuseo – strappando 16 seggi e facendo volare l’intero centro destra a quota 30 consiglieri – oggi si ritrova sempre più sfilacciato e dilaniato al suo interno…
Il rimpasto. “Puntiamo ad un maggiore coinvolgimento dei consiglieri nelle scelte dell’amministrazione, nessuno vuole lo scontro – mette le mani avanti il capogruppo Sorbello – sicuramente vanno evitate soluzioni pasticciate o il tirare a campare…
Le “mire” di Sorbello. “Ho 52 anni, sono stato il più votato in consiglio, ho già fatto per 2 volte l’assessore nella prima e seconda Repubblica – confida a Centonove Sorbello – sono attualmente capogruppo del Pdl. Se c’è qualcosa che mi piacerebbe adesso fare, è impegnarmi in un settore innovativo…
Bufardeci difende il Prg. Il Fds (che conta 3 consiglieri) e due leader – il deputato regionale Titti Bufardeci ed il senatore Roberto Centaro – continua intanto ad attaccare la coalizione di centro destra (di cui fa parte, esprimendo l’assessore al Bilancio) contestandogli l’“immobilismo” sulle vicende urbanistiche…
Pd: subito alle urne. “La verità è che il Pdl, è diventato una forza residuale – rileva il capogruppo del Pd Giancarlo Garozzo – con circa 5 consiglieri, che tra l’altro non partecipano neanche ai lavori del consiglio comunale. C’è un malcontento diffuso nel centro destra – aggiunge – che il sindaco Visentin non riesce a frenare. Come gruppo Pd – spiega Garozzo – abbiamo già presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica, ed inviato una lettera al Prefetto di Siracusa per attenzionare la vicenda Prg…
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