Ad illustrare ‘l’addio’, l’articolo di ‘centonove’ a firma della giornalista Alida Amico.
“Lascia il Pid, il partito che era nato da una costola dell’Udc di Casini, 5 mesi dopo la sua nascita. Calogero Mannino, che insieme a Saverio Romano e Totò Cuffaro – in polemica con Pier Ferdinando Casini – avevano fondato il partito dei Popolari per l’Italia di domani, e votato lo scorso dicembre la fiducia al governo Berlusconi, ha reso pubblico il suo addio. Lanciando non pochi “siluri” verso il suo leader, Saverio Romano, proprio alla vigilia della sua “agrodolce” promozione a Ministro dell’Agricoltura nel governo Berlusconi. ”Saverio Romano ha scolorito il Pid, intruppandosi nel gruppo dei Responsabili – lo ha attaccato Mannino – così la nostra ragion d’essere è sparita. I Responsabili sono per nove decimi – aveva calcolato – parlamentari del Pdl. Il fatto è che Romano, senza Totò Cuffaro – è l’altro siluro manniniano – non ha né voti né stampelle“.
“L’avventura del Pid – scrive la Amico – per Lillo Mannino, leader dell’ultima Dc siciliana ed oggi parlamentare del gruppo Misto, è durata davvero poco. “Perché la sfida – si è giustificato – non era garantire quattro voti in più a Berlusconi, ma piuttosto creare un contenitore alternativo a Casini, se fosse andato con il centro sinistra. Pensavo che Romano avesse un progetto politico generale – gli ha rimproverato con sarcasmo – invece ha scelto un progetto politico personale. Pensavo fosse un cavallo di razza – l’ha poi sfruculiato – ma alla lunga ha dimostrato di non essere nemmeno un cavallino…”
Pid senza futuro. Tra l’altro, per chi ha “snaturato” il Pid, Mannino già ipotizza il prossimo fallimento. ”Alle prossime elezioni regionali, Berlusconi proporrà al Pid di farsi ospitare nel partito di Gianfranco Miccichè…” Intanto, è già al lavoro per il suo nuovo progetto politico. “Costituirò in tempi brevissimi, a partire dalla Sicilia – ha annunciato pochi giorni fa – non un partito, ma un movimento di ispirazione cattolica”. Che sarà denominato “Iniziativa popolare” (come la corrente dorotea della vecchia Dc).
Un movimento di ex dc. E lui, ha già il nuovo “contenitore” politico in mano. Guarda con interesse all’area cattolica, che ritiene maggioritaria nel Pdl: ai vari Formigoni, Sacconi, Lupi, Alfano.
Le “tegole” sul Pid. Ma nel giro di pochi mesi, è successo di tutto, fino al guastare la festa dei parlamentari siciliani del Pid, la mancata adesione, a sorpresa, di Calogero Mannino.
La disapprovazione del Pid. “Vaneggia per sé stesso un ruolo nella politica italiana – lo attacca il capogruppo all’Ars Rudy Maira – non rendendosi conto che le stagioni di ciascuno hanno un inizio ed una fine…” di un uomo che vede tradita l’aspirazione personale di poter diventare lui, ministro di questo governo. La verità – sostiene Lo Franco -, è che tutta questa acredine personale nei confronti di chi è stato una sua creatura e la nascita del suo nuovo soggetto politico, sono il pretesto per andare a sedersi con Lombardo: traditore e carnefice politico di Cuffaro…
Un articolo da leggere d’un fiato…