È iniziata l’operazione “Odissea all’alba”. un attacco mirato alla contraerea di Gheddafi, al quale hanno preso parte Francia, Gran Bretagna, America. Tra le nazioni che prendono parte all’azione militare, Canada e Italia.
Dopo giorni di massacri in Libia, ad opera del dittatore Gheddafi e dei suoi mercenari, contro un popolo che aveva osato manifestare; dopo giorni passati a sentire la ‘lieta novella’ che in Libia non c’erano massacri né bombardamenti, costretti dall’informazione libera che non è stata certo quella dei media più ‘governabili’ da interessi economici e politici, si è dovuto prendere atto di quanto stava accadendo e trasformare le nostre nazioni in corpi di polizia universale ed esportatrici di democrazia.
Navi statunitensi e i sottomarini britannici hanno colpito Tripoli, Misurata, Zuara, e Sirte con missili Cruise e Tomahawk. L’operazione partita ufficialmente a distanza di ore dalla fine del vertice di Parigi, in realtà era iniziata già alcune ore prima, quando notizie di spostamenti aerei e di sorvoli dei cieli libici da parte di aerei francesi (regolarmente da noi pubblicate), venivano confermate da più fonti.
Ancora una volta, si è voluto far finta di non vedere…
Esattamente come accaduto per il Mistral Express. Il traghetto battente bandiera italiana, che con 1800 migranti a bordo che il 14 marzo, dopo aver lasciato le coste libiche, si è diretto verso l’Italia. Una sorpresa per il Viminale, che improvvisamente si è ritrovato a dover vietare l’ingresso alla nave, poiché si trattava di una ”vicenda, ancora tutta da chiarire“. una vicenda, che dalle pagine di questo giornale, avevamo già chiarito sette giorni prima (https://lavalledeitempli.net/?p=9373), quando avevamo scritto di come Gheddafi – con l’intento di dimostrare che senza l’intervento del rais l’immigrazione clandestina sarebbe aumentata – avesse radunato gli sfollati, per inviarli in una zona costiera denominata Naeemah, da dove avrebbero raggiunto i porti di partenza, per essere ’spediti’ in Italia.
Evidentemente, il Viminale, pur disponendo di mezzi e uomini, non è in grado di ottenere informazioni che semplici cittadini riescono ad avere, né dispone di un’intelligence capace di leggere le pagine dei quotidiani online…
Dopo tutte le atrocità commesse per decenni dal dittatore libico, ci accorgiamo solo adesso di un uomo che andava neutralizzato. Non ce ne siamo accorti quando lo abbiamo ospitato a fare campeggio in tenda a Roma; non ce ne siamo accorti quando abbiamo fatto affari nel settore dell’energia in società con i russi; non ce ne siamo accorti quando il nostro premier gli ha baciato la mano, quando abbiamo ceduto al suo ricatto pagando – con i soldi degli italiani – le atrocità commesse contro gli extracomunitari affinchè non partissero alla volta dell’Italia sulle famigerate carrette del mare.
Non ce ne siamo accorti neppure quando ha usato le motovedette che gli avevamo regalato, per mitragliare i nostri pescherecci…
Che fosse un folle, non ci voleva molto a capirlo. Ma, forse, il fatto di non averlo compreso da parte dei nostri governanti, è l’unica cosa che si può giustificare. Del resto, a guardare e comparare alcuni nostri personaggi politici con il dittatore fuori di testa, le differenze non sono molte. A parte i comportamenti e le pagliacciate che ci fanno ridere dietro dal mondo intero, basti pensare agli aspetti economici che non riguardano la nazione ma l’interesse privato. Basta pensare a chi minaccia l’uso di fucili e baionette, per rendersi conto che se questa gente avesse le possibilità che ha avuto il rais libico, ci sarebbe poco da star allegri. Per fortuna, siamo italiani…
Siamo gli stessi italiani della triplice alleanza, dell’8 settembre, del trattato di amicizia con la Libia, cioè con quel Gheddafi folle e assassino del suo popolo, ma anche di altri. Siamo quegli italiani di cui i giornali inglesi nel corso della Guerra del Golfo, scrissero: “Miracolo, sono trascorse 24h dall’inizio del conflitto, e gli italiani non si sono ancora consegnati al nemico…“.
Siamo gli italiani del “io tengo famiglia”, della pastasciutta. Quell’italiano medio che ben rappresentava Alberto Sordi nei suoi film. Quell’italiano, che oggi si riconosce nel ragionier Fantozzi. Ma siamo italiani in guerra, e questo, nessuno ha l’onestà e il coraggio di dirlo.
Perché questa guerra? I perché sono tanti. A cominciare dal dominio dell’energia, che ha visto l’Italia nella persona del suo leader, prediligere e favorire gli interessi russi in danno dei nostri alleati. Ma di questo, ben quattro anni prima che venissero fuori i documenti di WikiLeaks, avevamo già scritto molto… forse troppo… È una guerra giusta? Non ci sono guerre giuste, così come giuste non erano quelle guerre che venivano definite Sante. Non c’è santità in guerra.
C’è un popolo che dopo un periodo iniziale di dittatura durante il quale ha conosciuto un benessere che non aveva prima, ha iniziato a comprendere che non esistono eroi. C’è un popolo che ha manifestato contro un dittatore e che ne ha subito le conseguenze. Un popolo, come tanti altri al mondo, dei quali non importa nulla a nessuno. Gente che muore, viene imprigionata, torturata, nel silenzio più assoluto da parte del cosiddetto mondo civile.
Il caso Libia è diverso. Qui non si poteva far finta di nulla, anche perché non conveniva ad alcune nazioni. Ecco dunque il perché di questa nuova Santa Crociata contro il dittatore al quale baciavamo la mano e che di recente ha detto al suo popolo “ho costretto gli italiani a baciarmi il culo…“. Persa l’occasione di fare sporchi affari nella nuova Triplice Alleanza (Putin, Gheddafi, Berlusconi), si portano gli italiani a combattere dentro e fuori casa una guerra che andava evitata prima che iniziasse, impedendo ad un dittatore folle di governare per così lungo tempo, rendendosi responsabile di crimini contro il suo stesso popolo. Ma gli affari sono affari e pecunia non olet.
Resta solo da sperare che il popolo libico, dopo aver pagato con il sangue la sua ribellione, non debba ritrovarsi con un nuovo governo che faccia gli interessi di altre nazioni. Cambierà solo la forma di dittatura? Sarà la ‘dittatura soft’ di chi usa la censura, per coprire l’interesse privato? Se così dovesse essere, non cambierebbe molto per i libici. Anziché avere un dittatore folle in divisa, si ritroverebbero anche loro a far cucù alla Merkel e parlare di bunga bunga…
Gian J. Morici
Libia, la rabbia dei berluscones
Una questione di coerenza. Centinaia di commenti. Su Forzasilvio.it e su Spazio Azzurro, i due forum ufficiali dove gli elettori del Pdl dicono la loro sulle mosse del governo e di Silvio Berlusconi. Un coro, quasi unanime, per criticare la posizione del governo sull’intervento in Libia. In gioco, per i berluscones, l’immagine stessa del partito e della compagine governativa. “No all’intervento in Libia. Non per vigliaccheria, ma per la coerenza”. Ovvero: amici fino a ieri, e oggi?
Spazio Azzurro e ForzaSilvio. I commenti arrivano senza sosta. La bacheca di Spazio Azzurro, pubblica, è stata chiusa. Si riapre lunedì mattina. Ma su Forzasilvio.it il dibattito continua. Con argomentazioni che tirano in ballo politica, economia, strategia militare. Il tono è colloquiale, amichevole. I contenuti, no. Sotto accusa il ministro Frattini, reo di non avere compreso il “prendere tempo” del premier. “Caro Presidente sulla Libia stiamo facendo un errore colossale. Non mi sono piaciute le prese di posizione di Frattini. Mentre Lei aveva preso tempo in modo diplomatico sapendo che con Gheddafi sarebbe stato diverso da Tunisi e dal Cairo”.
Corto circuito. E c’è anche chi fa ipotesi sulle cause del comportamento del titolare della Farnesina. “Le anticipazioni di Frattini hanno obbligato a inseguire una traccia che andava discussa nel Pdl prima. Un ministro degli Esteri non fa errori di questo tipo a meno che trovando Lei impegnato in vicende private, abbia voluto forzare la mano”. Poi le minacce di abbandono: “Sono molto critico e spero di rimanere ancora nel Pdl”. Per alcuni il corto circuito è innescato da mesi di ostentata amicizia tra Berlusconi e il Raìs: “Dove andrà a finire la nostra credibilità internazionale, se dopo aver sottoscritto trattati di amicizia e patti economici con la Libia, adesso andiamo ad intrometterci in quelle che non potrebbero essere altro che lotte tribali per la conquista del potere?”.
In Parlamento. Alcuni chiedono al presidente del Consiglio di non partecipare alle operazioni. Di seguire la Germania sulla strada dell’astensione. “Silvio non farti coinvolgere dai guerrafondai. La faccenda è molto losca e tu meglio di tutti noi sai cosa si nasconde sotto”. Poi la richiesta di una discussione in Parlamento: “Signor Presidente attenzione alla Libia. Condivida le responsabilità con le camere non prenda decisioni prima di avere ascoltato il parere di chi rappresenta il popolo”. E non mancano le preoccupazioni per i costi della missione: “l’appoggio all’Onu ci costerà una valanga di soldi, di mezzi e speriamo non di vite umane. Perché dobbiamo pagare noi che non siamo membri permanenti?”.
Gruppo Consiliare PDL
Provincia Regionale di Agrigento
( Mario Lazzano)
Vice Presidente Vicario Cons.Prov.le
Vice Coordinatore Prov.le PD 21/03/2011
COMUNICATO STAMPA
================================
“Emergenza Lampedusa-Il Governo Berlusconi interviene in maniera concreta”L’On.Vincenzo Fontana (PDL) nel comitato che si occuperà delle misure compensative”.
Il Gruppo Consiliare del PDL alla Provincia Regionale di Agrigento apprende con soddisfazione l’inserimento dell’on. Vincenzo Fontana nel Comitato che si occuperà delle misure compensative per il Comune di Lampedusa, penalizzato dall’emergenza sbarchi di questi ultimi giorni. Com’è nello stile del Governo Berlusconi si interviene, ancora una volta, con tempestività e in maniera concreta per affrontare e superare i problemi.
La dichiarazioni dei ministri Alfano, Maroni e La Russa, di oggi, rappresentano un segnale significativo della solidarietà che lo Stato porta a Lampedusa e ai suoi abitanti.
La presenza dell’on. Fontana, in questo comitato che si occuperà delle misure compensative dovute ai Lampedusani, è una reale garanzia per tutti, considerata la sua profonda conoscenza dell’intero territorio provinciale, come ha dimostrato nei dieci anni in cui ha guidato la Provincia Regionale di Agrigento con grande competenza ed equilibrio politico.
Riteniamo che il Governo Berlusconi non poteva fare scelta più felice, così come quella della senatrice Maraventano che assieme all’on. Fontana farà parte dello stesso organismo. Non appena l’on. Fontana rientrerà da Roma lo incontreremo per discutere sull’argomento e per invitarlo a guidare una nostra delegazione a recarsi sull’isola sia in segno di solidarietà ai suoi abitanti che per individuare come si può meglio rimediare al danno d’immagine che Lampedusa ha subito dalle note vicende.
F.to Gruppo Consiliare PDL-Provincia Regionale Agrigento
Mario Lazzano Vice Coord.Prov.le PDL
Ivan Paci,Calogero Lo Leggio,Nicolo’ Testone,Gioacchino Zarbo,Angelo Bennici.