Si riporta il testo della lettera inviata oggi dal sindaco di Agrigento Marco Zambuto al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Presidente della Regione Siciliana:
“Il cedimento di un immobile abbandonato nel centro storico di Agrigento, verificatosi ieri, rappresenta l’ultimo episodio di una vicenda che quest’Amministrazione ha posto all’attenzione del governo nazionale e di quello regionale fin dal suo insediamento.
Già alla fine del 2007 abbiamo presentato al governo Prodi il testo di una proposta di legge speciale per questa Città, al fine di superare il suo degrado e riaccendere la speranza, chiedendo in tal modo allo Stato un doveroso atto riparatore per le tante distrazioni consumate in passato.
Nella primavera del 2008, subito dopo le elezioni nazionali e siciliane, ci siamo rivolti al Presidente Berlusconi ed al Governatore Lombardo per rappresentare la necessità di dare priorità assoluta ad interventi per la salvaguardia ed il recupero del centro storico cittadino, quale scelta irrinunciabile per il futuro di Agrigento.
Lo stesso abbiamo fatto con la deputazione regionale di questo territorio chiedendo di rifinanziare l’apposita legge del 1976 dopo che la classe politica degli ultimi trent’anni non era stata capace di utilizzare i 40 miliardi messi a disposizione dalla Regione.
Per parte nostra, mentre abbiamo continuato a chiedere in occasione degli annuali interventi di finanza pubblica un’attenzione per questa città, non siamo stati con le mani in mano: abbiamo già predisposto e presentato una serie di progetti, molti dei quali risultano finanziati. Ma i tempi delle procedure non consentono di dare risposte con l’immediatezza che la grave situazione richiede.
Torno pertanto a fare appello ai governi nazionale e regionale per chiedere, con la forza che mi danno gli agrigentini stanchi di promesse non mantenute e delusi per le tante omissioni subite, interventi risolutori.
Peraltro oggi Agrigento, porta del Mediterraneo, ricca di plurimillenaria storia, con il recupero del suo centro storico, può offrire un punto di riferimento appropriato in termini di accoglienza e di integrazione ai giovani universitari e, più in generale, al mondo della cultura, dei Paesi del nord Africa devastati dagli attuali sconvolgimenti.
Per parte mia non starò fermo ad aspettare: nei prossimi giorni tornerò, con l’insistenza che l’emergenza richiede, a sollecitare di fissare incontri programmatici tendenti a definire una strategia urgente per invertire l’attuale deriva di un centro storico che, attraversato da tante culture e civiltà, non intende rassegnarsi alla morte.”
14 marzo 2011