A quasi due anni e mezzo da quando il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Agrigento, Sara Marino ha rinviato a giudizio Armando Savarino, Calogero Gattuso, Giuseppa (Giusy) Savarino (v. foto), Salvatore Puccio, Michele Pellegrino, Oreste Falco, Francesca Camilleri, Maria Safonte, Francesco Miccichè, Salvatore Caracappa, Alessandro Felice e Maria Calogera Mecca, imputati nell’inchiesta relativa ai concorsi banditi dall’Asl e che secondo gli inquirenti, non si sarebbero svolti con tutti i crismi della regolarità, il tribunale di Agrigento ha condannato il sindaco di Ravanusa, Armando Savarino e sua figlia Giusy a rispettivamente a tre anni e sei mesi di reclusione e due anni e due mesi.
L’accusa per Armando Savarino, abuso d’ufficio e voto di scambio, mentre per la figlia, ex deputato regionale, abuso d’ufficio.
Condanne dagli 8 mesi ai due anni e quattro mesi, per gli altri dieci imputati, per favorito alcuni candidati ai concorsi alterando le prove e modificando voti
La vicenda ormai nota da tempo all’opinione pubblica, è per certi versi grottesca.
Mentre infatti in tutti gli scandali, più o meno grandi, che nascono quotidianamente in Italia, vengono esposti alla gogna mediatica corrotti e corruttori, raccomandati e raccomandatari e così via dicendo, qui la vicenda sembra riguardare solo chi si è prestato a tirare le fila.
Se sotto l’aspetto giudiziario, questo comportamento trova una ragione ben precisa, altrettanto non può dirsi per quanto riguarda l’informazione, che non si attiene certo al codice penale per trattare un argomento.
Chi sono i beneficiari degli illeciti?
Difficilmente potremmo pensare che si tratti di padri di famiglia verso i quali ci si è mossi a pietà a tal punto da truccare un concorso.
Mentre c’è a chi viene facilitato di fuggire dall’inferno della disoccupazione, alla stragrande maggioranza delle persone che non hanno nè santi protettori, nè padrini, altro non resta da fare, che sprecare tempo e denaro in concorsi dall’esito già scontato…
Gian J. Morici
Il concorso va annullato subito e chi è stato condannato va sospeso dagli incarichi politici e dirigenti e i magistrati nn possono assumere i “raccomandati” dei concorsi taroccati
Chiuso il processo “Concorsopoli”, con la condanna di tutti gli imputati, che la Magistratura punti i riflettori su “Parentopoli” negli enti bilaterali. Non è giusto che ad essere assunti siano sempre i figli ed i nipoti dei soliti personaggi, della politica, del sindacato e della classe dirgente.
Diamo spazio anche alle menti dei giovani disoccupati figli di lavoratori, che con le loro quote di servizio mantengono in piedi questo sistema dorato, (per non parlare degli esodi milionari) e che non hanno la fortuna di avere parenti di tale importanza.
Facciamo andare avanti chi ha merito, con pubbliche selezioni, e non assumere nella più completa omertà i raccomandati.
Grazie dell’ospitalità Sergio