Il governo degli Stati Uniti, a quanto pare aiutato da hacker freelance, ha messo ancora una volta il sito WikiLeaks sotto attacco, ma in poche ore, il sito è tornato online.
Assange, il fondatore del sito, ha continuato imperterrito a pubblicare documenti governativi riservati. Alcuni hanno dimostrato come l’amministrazione Obama e il Congresso hanno contribuito a convincere la Spagna a non proseguire nelle accuse contro i membri dell’amministrazione di George W. Bush per aver permesso la tortura di sospetti terroristi.
Clinton è stato ad Astana, in Kazakistan, dove ha incontrato funzionari stranieri durante una conferenza di leader internazionali.
Tra coloro che ha incontrato, Silvio Berlusconi, che era stato appena descritto nei file pubblicati dal sito come “irresponsabile” e animale da party.
“Non abbiamo nessun amico migliore, non abbiamo uno che sostiene le politiche americane nel modo più coerente di Berlusconi“, ha detto durante un vertice dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
Intanto dai file pubblicati su Wikileaks, il ritratto del presidente del Consiglio italiano ne esce sempre peggio.
“La voglia del primo ministro Berlusconi di essere percepito come un importante giocatore europeo in politica estera” porta l’Italia a “sostenere gli sforzi russi di danneggiare la Nato”.
Oltre a stigmatizzare come Berlusconi si sia trasformato nel portavoce di Putin, i file mostrano il nostro presidente come una persona inaffidabile per il governo americano i cui funzionari che hanno redatto le note informative ritengono che Berlusconi sia coinvolto in un giro di tangenti basato sugli accordi nel campo dell’energia e degli affari nel settore tra Russia e Italia.
Secondo l’ambasciatore della Georgia a Roma, il governo georgiano ritiene che Putin ha promesso a Berlusconi una percentuale di profitto da ogni gasdotto sviluppato dall’Eni insieme a Gazprom..
Grazie ai file pubblicati, viene anche individuato l’uomo chiave del rapporto Putin-Berlusconi.
Valentino Valentini, un membro del parlamento che parla russo e che accompagna Berlusconi nel corso delle visite al suo amico Putin.
L‘influenza di quest‘ultimo sul premier italiano, sarebbe la causa di molte scelte di carattere internazionale effettuate da Berlusconi in danno degli americani e di tutti gli altri paesi della Nato.
Nell’ultima informativa pubblicata da Wikileaks, appaiono sempre più chiari gli interessi e gli accordi economici esistenti in materia di energia tra Putin e Berlusconi.
Nomi come Gazprom, Yukos, Yugansk e gli affari di Eni ed Enel che hanno ceduto a Gazprom il 51% del loro consorzio Severenergia, la realizzazione del gasdotto South Strem, destinato a portare in Italia il gas dei giacimenti russi, con un ampliamento della capacità da 31 a 47 miliardi di metri cubi di gas, il tutto in danno del gasdotto Nabucco, sul quale punta tutto il resto dell’Europa occidentale, a molti lettori potranno non dire gran che, ma per chi come noi queste vicende le aveva già anticipate da oltre un anno, si tratta soltanto della conferma di come l’Italia si trovi oggi in una posizione pericolosissima, grazie ad una politica nazionale ed internazionale portata avanti da un premier che guarda più al profitto personale che non all’interesse della nazione.
Tra i file messi in reta da Wikiliks, anche quelli attribuiti a Bradley Manning, analista dell’intelligence, attualmente detenuto in Kuwait, al quale viene anche attribuito un video classificato raffigurante l’uccisione indiscriminata di oltre una dozzina di persone nel sobborgo di Nuova Baghdad, tra cui due giornalisti della Reuters.
La Reuters aveva cercato di ottenere il video attraverso il Freedom of Information Act, ma senza successo, dato che il momento dell’attacco. mostra chiaramente l’uccisione immotivata di un dipendente ferito della Reuters e del suo soccorritori.
Due bambini coinvolti nelle operazioni di salvataggio vennero anche loro gravemente feriti.
I militari non avevano rivelato come i dipendenti della Reuters fossero stati uccisi, aggiungendo che non sapevano neppure come i bambini sono stati feriti.
Dopo le richieste della Reuters, l’incidente è stato indagato e l’esercito americano ha concluso che le azioni dei soldati erano in conformità con il diritto dei conflitti armati e le sue “regole di ingaggio”.
Wikileaks ha pubblicato le regole di ingaggio classificato per il 2006, 2007 e 2008, rivelando come queste regole vengano modificate prima, durante e dopo le uccisioni.
Nel caso dei due dipendenti della Reuters, le persone uccise erano giornalisti che stavano semplicemente facendo il loro lavoro: mettere le loro vite a rischio pur di riferire la verità sulla guerra in Iraq.
Ma quando si parla di verità nei casi di guerre e affari sporchi, c’è sempre chi s’infastidisce.
L’Iraq è un posto molto pericoloso per i giornalisti: dal 2003 – 2009, 139 giornalisti sono stati uccisi mentre facevano il loro lavoro.
Wikileaks inizierà a pubblicare certamente dati sull’operato della Agenzie statunitensi nei vari paesi del mondo e a quel punto difficilmente ci saranno diplomazie che potranno salvarsi da quello che si prospetta come il più grosso scandalo politico-diplomatico e di spionaggio mai venuto a conoscenza dell’intera popolazione mondiale.
Wikileaks nel bene o nel male potrebbe segnare il futuro dell’informazione e delle diplomazie.
Gian J. Morici