L’atto di querela per diffamazione, è diventato quasi un atto dovuto, una sorta di status symbol del quale non si può più fare a meno.
Se fino a non molto tempo fa, si chiedevano le rettifiche degli articoli dei giornali, o si reclamava il sacrosanto diritto di replica, oggi si ricorre sempre più spesso alla querela per diffamazione.
Art. 595, con contorno di commi vari che vanno dalla diffamazione semplice a quella a mezzo stampa, per arrivare al supercondimento – ma solo per i palati più raffinati – dell’art. 110 (in concorso con altri).
E mentre la macchina della Giustizia inceppa per carenza di organico sui grandi processi di mafia, corruzione etc., sulle scrivanie di procuratori e sostituti, aumentano giorno dopo giorno i fascicoli degli indagati per diffamazione.
Poco importa che i diffamatori o presunti tali abbiano scritto la verità.
L’importante è che quella verità sia lesiva per qualcuno e quindi vada punita.
Lo abbiamo visto quando la Polverini minacciò ‘il Fatto quotidiano’, dichiarando: ‘Forse ho evaso il fisco, ma vi querelo lo stesso’.
Il reato, sarebbe stato dunque quello di aver scritto la verità.
Secondo questa logica, tutti possono ormai querelare chiunque.
Perché dunque perder tempo con inutili rettifiche o repliche?
E se lo fanno politici, sindacalisti e compagnia cantando, perché non dovrebbe poterlo fare un’università?
È questo il caso della Fondazione Kore, che a seguito di notizie apparse sulla stampa ed attribuite alla organizzazione “Unione degli Studenti”, secondo cui la Provincia regionale di Enna “regala 700.000 euro all’anno alla Fondazione Kore”, ha dato mandato ai legali della Fondazione di sporgere querela e di richiedere ai responsabili della calunnia stessa un adeguato risarcimento danni in sede civile.
Non si è fatta attendere la risposta dell’Unione degli Studenti di Enna:
“Apprendiamo dalla stampa che la Fondazione Kore intende querelare l’Unione degli Studenti qualora non vengano presentate pubbliche scuse relativamente alla nostra nota del 14/10/2010 nella quale si prendeva posizione sul rischio di dismissione del Liceo Linguistico “A. Lincoln” di Enna. Chiariamo immediatamente che se qualcuno pensa di zittire la libera voce degli studenti con minacce di questo tipo si sbaglia di grosso. Nella nota stampa, infatti, si sollecitava la Provincia Regionale di Enna a trovare le risorse indispensabili al mantenimento della scuola mettendo mano a tutte quelle spese che, a nostro avviso, costituiscono solo uno spreco. La notizia che la Provincia Regionale di Enna finanzi l’Università Kore l’abbiamo ricavata dalla rivista settimanale “Centonove” che, nel n. 13 del 02/04/2010, in un lungo articolo intitolato “I figli so pezzi e Kore” la giornalista A. Amico, oltre a denunciare il sistema delle assunzioni dell’Università ennese, informava che «La Kore […] pur essendo “privata”, di fatto va avanti con finanziamenti pubblici: circa 3 milioni di euro l’anno, li scuce la Regione siciliana […]. Altri 700 mila euro, alla Università “privata” ennese, li sgancia la Provincia (e 100 mila il Comune di Enna)». Questi dati negli ultimi otto mesi non sono mai stati smentiti, né dalla Regione Siciliana, né dalla Provincia Regionale di Enna, né dal Comune di Enna né tantomeno dalla Kore che, stranamente, interviene solo adesso. Ad ogni modo, come si vede, se questa notizia fosse priva di fondamento, la Fondazione dovrebbe preoccuparsi di querelare altri, non certo noi studenti. Qualora, comunque, volesse continuare a lanciare arrogantemente minacce che non fanno paura a nessuno, faremo nelle sedi appropriate la contabilità sulla provenienza dei finanziamenti a quello che per noi resta un “laureificio”.
Considerato che nessuna smentita era mai arrivata dalla Regione Siciliana, dalla Provincia Regionale di Enna, dal Comune di Enna o dalla Kore , non sarebbe stato più logico che gli enti succitati avessero chiesto una rettifica, anziché ricorrere al magistrato?
O forse il fatto che si passi direttamente alla denuncia, ha un’azione deterrente ben più efficace di quella che potrebbe avere una richiesta a pubblicare una replica?
Poco importa se nel frattempo la ‘macchina giustizia’ va in malora e i mafiosi escono per decorrenza dei termini di carcerazione o gli innocenti restano in galera perché non c’è tempo per accertare la loro innocenza, l’importante è che un po’ di giornalisti e di studenti, compaiano sul banco degli imputati, per aver commesso il crimine di cui all’art. 595, condito con tutti i commi e le aggravanti del caso.
Intanto, pedofili, mafiosi e trafficanti di ogni genere, esultano.
Per loro, si avvicinano sempre più le scadenze di termini di prescrizione o di carcerazione preventiva.
‘La legge è uguale per tutti’, tranne che per ‘utilizzatori finali’ e compagni di merende…
Gian J. Morici
Pure l’Università adesso si ci mette!! Ma siamo veramente arrivati.. che squallore!!! E pensare che proprio l’università dovrebbe formare i nostri giovano a portare avanti idee e progetti esprimendo il loro pensiero in piena libertà. Ma rispondere agli studenti controbattendo con carte e fatti no??????
Forse era troppo complicato?
Meglio ricorrere alla scorciatoia della querela.
Vergogna!
Il fenomeno sopra elencato pone all’attenzione dei nostri concittadini l’uso e l’abuso dell’intento diffamatorio di un noto professionista agrigentino che
pensa soltanto a minacciare chi non la pensa come Lui ed a inventarsi contumelie
e ritratti che sono frutto della sua fantasia sbrigliata ma contorta.Non si comprende come un professionista del genere possa vantarsi di farla pagare a chi gli si mette in confronto,come se fosse il giustiziere della notte o qualche altra figura di vendicatore senza limiti.dispiace come la collera lo prenda cosi spesso in pubblico ed in privato,ma a perderci ormai è solo Lui.Gli altri preferiscono lasciarlo al suo destino,anzi cambiano canale e pensano che bisogna lasciarlo solo come quelli a cui va imposta la quarantena
E’ PROPRIO VERO INNANZI A PROBLEMI DI CATEGORIA TZUNAMI GIOCHIAMO CON IL VENTICELLO TANTO NON FARE PER LO MENO NON FA DANNO.
PENSANO LORO. MA NON E’ COSI’ OGNI FERITA DI QUESTO MONDO CIVILE E’ ORMAI IN CANCRENA.
complimenti, interessante articolo .
Denota lucidita’, conoscenza della materia…
condivido l’analisi
Mi sembra un modo sbagliato di intessere i rapporti,maggiore prudenza non guasterebbe