Più che membra al femminile, a giudicare da quanto accaduto oggi a San Leone, si potrebbe dubitare di una diversa versione della poesia del Petrarca.
Dopo le rassicuranti dichiarazioni del sindaco Zambuto, accompagnate dalle contumelie di chi non vuol proprio saperne di ammettere che il mare sanleonino non è Tantum Verde, oggi a San Leone si è assistito al consueto fuggi fuggi da parte dei bagnanti, dopo che ampie chiazze schiumose hanno invaso la superficie del mare.
Uno spettacolo vergognoso dovuto probabilmente a scarichi fognari, che ha costretto molti ad abbandonare il lido e tornare schifati a casa propria a fare subito una doccia per togliersi di dosso i residui di quella fresca, pulita e limpidissima acqua, le cui qualità organolettiche sembrano essere tanto apprezzate a tal punto da utilizzarla per salutari gargarismi.
Alcuni bagnanti, forse non proprio convinti di poterla utilizzare al posto del Tantum Verde, ma neppure del Tantum Rosa, hanno preferito allertare i carabinieri e la polizia municipale.
Gli agenti intervenuti sul posto, hanno scattato fotografie e verbalizzato quanto visto con i propri occhi.
Pare che qualcuno dei presenti abbia anche consegnato agli agenti una bottiglia contenente il “prezioso” liquido, affinché venisse consegnato al sindaco per le opportune e doverose analisi.
Non è dato sapere che fine abbia fatto la bottiglia con l’acqua di mare, dopo l’eventuale consegna…
Sono certo che il Sindaco Zambuto avrà fatto recapitare il prezioso liquido ad Arnone, il quale grazie ai suoi nuovi poteri, avrà repentinamente provveduto ad analizzarla.
I risultati delle analisi hanno riscontrato la presenza di una abnorme quantità di panna montata e gelato pecorino…. tanto allarmismo per nulla….per un pò di pecorino…..
Non si può disconoscere, che il nostro rappresentate del popolo Agrigentino stia tentando con ogni mezzo, (anche a costo di una dissenteria acuta) di far capire che l’incolpevole girgenti acque non è responsabile del malessere del nostro litorale.E’ vero, non è la sola colpevole!. Colpevoli sono chi fa del tutto a nascondere quello che sta sotto a tutto questo!.. cioè non dire che per 3 mesi si è avuto un’acqua imbevibile e di colori cangianti!. Non dire che paghiamo l’acqua più cara d’Italia!. E non dire che nonostante tutto questo, non abbiamo l’acqua corrente nei rubinetti, ma abbiamo dei turni, se tutto va bene, in alcune zone settimanali. Non dire che è vietato per legge versare i liquami a mare, non a due chilometri, ma anche a dieci!. Non dire a tutta una fascia costiera, che non si paga la depurazione dell’acqua, (io non la pago per legge) la dove non esiste un depuratore!. E non permettere che gli Agrigentini possano farsi un bagno nel mare di S. Leone come lo conobbi tanti anni fa, pieno di conchiglie e di arcelle, oggi ora mai un lontano ricordo.
Qualcuno dovrebbe chiedersi quale affare si cela dietro il megadepuratore da realizzare (alle calende greche) al villaggio Mosè. Favara, sostiene l’assaggiatore ufficiale Arnone, è d’accordo; Girgenti Acque insieme al suo direttore generale ing. Carlino (guarda caso di Favara) è d’accordo; il sindaco di Agrigento Zambuto per assicurarsi tranquillità da parte di Arnone tace (e chi tace consente); con la “BENEDIZIONE” di Arnone tutto è a posto. Il problema è quindi risolto. Cosa possono desiderare di più gli agrigentini e l’intero consiglio comunale che li rappresenta? La loro opinione ed i loro atti sono quisquilie a fronte dei sopradetti “qualificati ed insindacabili consensi”. Ma esiste un momento di riscatto per gli agrigentini, che li sottragga alle influenze nefaste?
Che cosa non farebbe Arnone per scaricare su chiunque la responsabilità dei guasti del mare di San Leone, e sottrarsi lui alle sue grosse responsabilità. Un poco sono stati i progettisti del depuratore del villaggio Peruzzo, non completato per colpa sua e non per divieti di carattere giudiziario, come vorrebbe falsamente far credere; dovrebbe produrre (e non commentare liberamente ed a suo piacimento) all’intero consiglio comunale le copie di tutte le sentenze dei tribunali. Un poco se la prende con i precedenti amministratori, Piazza in testa, che aveva avuto l’ardire di votare con la giunta un atto di indirizzo per il completamento del depuratore del villaggio Peruzzo, così come previsto dal piano delle fognature (elaborato dall’Ufficio Tecnico comunale, approvato dalla regione siciliana e poi dal consiglio comunale nel 1987) e non dai progettisti. Dimentica però Arnone che della giunta di Piazza faceva parte il suo “amato” Zambuto, oggi sindaco ed allora assessore (ed ha anche lui votato favorevolmente al completamento dell’opera in avanzata fase di esecuzione. Perchè non spiega piuttosto Arnone perchè Zambuto, oggi sindaco, si sottrae alle sue responsabilità, tenendo tutto in posizione di stallo. Quale è la vera lobby che ostacola tutto, e per quale motivo? C’entra forse qualcosa il business del megadepuratore al villaggio Mosè?