Questo è quello che domani si potrebbe sentir rispondere un imprenditore, da parte di un politico corrotto.
Il ddl sulle intercettazioni, fortemente voluto dal ministro Angelino Alfano, prevede infatti al comma 24 dell’articolo 1 che “se un pubblico ministero intercetta o indaga un uomo di Chiesa deve darne immediato avviso al Vaticano“.
Tutti gli italiani – o quasi tutti – potranno essere indagati ed intercettati, salvo gli uomini di Chiesa.
Che Angelino Alfano fosse cattolico e ostentasse questa sua appartenenza alla Chiesa, ben lo sanno tutti gli agrigentini ai quali è capitato sovente di assistere alla messa, ma da questo, a stravolgere i principi costituzionali (art. 3 della Costituzione: la Legge è uguale per tutti!!!), ne passa…
Senza andare a pensare allo scandalo dell’Ambrosiano, alla pedofilia nella Chiesa e altre vicende simili, guardiamo per un attimo le storie più recenti, come il coinvolgimento di don Evaldo Biasini.
Don Evaldo, noto alle cronache giudiziarie come il “cassiere della cricca”, è rimasto coinvolto intercettando l’imprenditore Anemone.
Una squallida storia di presunte tangenti, che ha fatto tremare il governo, coinvolgendo ministri, sottosegretari, funzionari e imprenditori in quello che gli stessi protagonisti definivano durante le loro conversazioni telefoniche come “il sistema gelatinoso”.
Cosa sarebbe accaduto se fosse stata in vigore la legge sulle intercettazioni?
Avvisati i superiori di don Evaldo, molto probabilmente, gli stessi avrebbero avvisato lo stesso che, a sua volta, avrebbe avvisato Anemone, Balducci e tutta l’allegra comitiva.
Questo avrebbe certamente evitato il coinvolgimento di personalità come Scajola e Bertolaso.
I tangentisti sono dunque avvisati: affari sì, ma solo con il Vaticano!
Mal che vada, non sarà certo difficile trovare un’utenza intestata ad un compiacente sacerdote, affinchè le conversazioni siano top secret .
A ben pensarci, anche in tempi non sospetti, le cronache giudiziarie riportavano notizie in merito al coinvolgimento di uomini di Chiesa persino nelle vicende di mafia.
Orbene, anziché cercare “postini” per consegnare “pizzini”, d’ora innanzi, mafia, camorra e ‘ndragheta, potranno liberamente comunicare telefonicamente, utilizzando un centralinista in abito talare.
Ad Alfano, va dato un grande merito. Quello di aver coerentemente messo nero su bianco ciò che tutti già sapevamo: La legge, non è uguale per tutti!
E gli eventuali sacerdoti beccati in flagranza di reato, magari casualmente e senza che siano stati oggetto d’indagine?
…rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…
Amen!
Gian J. Morici
Mi sembra giusto che i preti, in qualità di agenti al servizio di uno stato straniero, godano dell’immunità diplomatica. E’ un grqnde passo avanti nella lotta contro la “pretofilia”: infatti non sentiremo più parlare di preti che violentano bambini…