48 parlamentari della maggioranza, 5 dell’Udce uno del Pd, presentano un’interpellanza urgente, indirizzata al ministro della Giustizia Angelino Alfano, nella quale si legge “A giudizio degli interpellanti dalle rivelazioni del signor Massimo Ciancimino emerge un suo diretto coinvolgimento nell’associazione mafiosa Cosa Nostra, all’interno della quale avrebbe svolto il ruolo di tramite tra suo padre Vito e i vertici della consorteria criminosa e che tale sua condotta integra un’ipotesi di responsabilità in ordine al delitto di cui all’articolo 416 bis del codice penale o quanto meno di concorso esterno nel medesimo reato”.
Ciancimino, che sta rendendo dichiarazioni in merito alla presunta trattativa mafia-Stato, avvenuta dopo le stragi del ’92 , replica a chi si interessa del fatto che sia iscritto o meno al registro degli indagati, invitando i 54 parlamentari, firmatari del documento, a preoccuparsi più dei deputati inquisiti e condannati, anche per mafia.
“Non so se questa interpellanza – dice Ciancimino – debba costituire un “avvertimento” da parte di quel mondo della politica che ancora oggi additando i magistrati talebani o il partito delle toghe rosse ostacola l’accertamento reale di quegli anni tristi. Io ho piena fiducia nella magistratura e nella genuinità delle mie scelte.E’ strano che si occupino di me in un momento in cui si sta cercando di dare un nome e un volto a personaggi legati al mondo delle istituzioni…”.