La Galleria Poggiali di Firenze – che ha sedi anche a Milano e a Pietrasanta (LU) – sarà presente alla 58a Esposizione internazionale d’arte di Venezia, la “grande madre” di tutte le biennali, istituita nel 1895 e capace di guadagnarsi sin da subito un prestigio che si mantiene inalterato anche ai giorni nostri.
Dopo l’inaugurazione di venerdì 10 maggio alle 13.30, dall’11 maggio fino al 24 novembre 2019 la galleria fiorentina sarà presente nel Padiglione Venezia – che ospiterà opere e installazioni di artisti di fama internazionale -, sia con una serie di sculture dell’artista Piemontese Fabio Viale (rappresentato in Italia e all’estero dalla galleria fiorentina), sia con lo stesso Lorenzo Poggiali, membro del Comitato scientifico e operativo del padiglione curato da Giovanna Zabotti.
Fabio Viale (Cuneo, 1975) collabora con la Galleria Poggiali sin dal 2015; nell’estate 2017 ha presentato le proprie opere nella personale del Fortino di Forte dei Marmi (estate 2017), all’inizio del 2018 ha inaugurato la sede milanese della galleria in Foro Buonaparte con la scultura Lucky Hei, mentre la scorsa estate, oltre a esporre in varie sedi di Pietrasanta (proponendo, tra l’altro, i lavori Kouros e Infinito) è stato protagonista della mostra “In Stein Gemeisselt” al Glypthotek Museum di Monaco di Baviera e dell’istallazione, ad essa connessa, dell’opera Laocoonte in Königslpatz, per la cui inaugurazione intervenne anche il ministro della cultura tedesco, Marion Kiechle.
Nel Padiglione Venezia della Biennale Fabio Viale sarà presente con una dozzina di opere, di “bricole” in particolare (pali che spuntano dall’acqua della laguna per delimitare gli spazi o per assicurare le gondole) che l’artista realizzerà in marmo, ma con effetto legno.
«Le bricole in pietra sono oggetti colossali – scrive il critico d’arte Sergio Risaliti nel catalogo che accompagnerà l’esposizione nel Padiglione Venezia – alcune fino a quasi quattro metri, realizzate ex uno lapide, ossia da un unico blocco. Si ergono a pelo d’acqua nel padiglione come gigantesche figure di uomini provati dalla fatica e dal dolore. Ricordano le figure drammatiche di un diluvio universale, pellegrini, migranti, disperati in fuga dall’apocalisse. Sono figure dell’esodo. Viale sostiene di averci riconosciuto le figure di una Pietà. Come quelle scolpite da Michelangelo: la Pietà Rondanini e la Pietà Bandini. O come alcune figure del Diluvio in una delle scene della Volta della Cappella Sistina. Guardando due gruppi di bricole – uno a due figure, due legni serrati assieme da vigorose catene di ferro, l’altro a tre figure, sempre legate tra loro – è possibile riconoscere in quelle forme corpi umani nella stessa posizione e situazione di quelli scolpiti dal Buonarroti nelle sue due Pietà, una conservata a Milano, l’altra a Firenze, la prima nel Castello Sforzesco e la seconda nel Museo dell’Opera del Duomo di Santa Maria del Fiore».