Non è la prima volta e certamente non sarà l’ultima. Ogni volta che si scrive un articolo che non sia un “comunicato stampa revisionato” (i comunicati stampa li pubblichiamo come tali) c’è sempre qualcuno che si risente e ricomincia la solita storia.
Mi sveglio, guardo la posta. Puntuale, la solita mail. Cambia il mittente, l’oggetto, ma il senso e i modi sono sempre gli stessi. Hai scritto qualcosa che non è piaciuto. Un avvocato, puntualmente ti diffida. Poco importa se ciò che hai scritto è vero o meno, anzi…
L’ultima in ordine di tempo è stata la diffida ricevuta dopo aver pubblicato l’articolo dal titolo “SI SCRIVE SISIFO SI LEGGE MIRACOLO”, con la quale il difensore legale SISIFO Consorzio di Cooperative Sociali a r.l. ha imposto con formale richiesta l’immediata pubblicazione di nuovo articolo contenenti “doverose precisazioni” e l’altrettanta immediata rimozione dell’articolo incriminato.
Inutile dire che ogni richiesta di chiarimento in merito alle eventuali distorsioni della realtà – così come le chiama il legale – è rimasta lettera morta. Inutile dire che la rappresentazione dei fatti storici – se solo l’avvocato si fosse degnato di verificare le date – era assolutamente attinente alla realtà. Così come è inutile sottolineare come il dato oggettivo fosse coerente con quanto riportato nell’articolo, ovvero la lunga serie di rinvii concessi dall’Asp di Agrigento, permettendo a Sisifo di insediarsi alla metà del mese di aprile del 2013, nonostante avrebbe dovuto farlo già nel gennaio dello stesso anno; l’utilizzo di massoterapisti – e non di fisioterapisti, unici soggetti riconosciuti dalla Regione Sicilia come figure professionali abilitate a trattamenti fisioterapici di pazienti affetti da qualsiasi patologia e in particolare quelli affetti da patologie neurologiche, tollerato dall’Asp di Agrigento permettendo a Sisifo di organizzarsi per mettere in campo alcuni fisioterapisti che potessero operare a livello provinciale; il fatto che mentre altrove scattavano le denunce penali a carico del legale rappresentante del Consorzio e dei massoterapisti stessi per esercizio abusivo della professione, ad Agrigento c’era chi si prodigava nel sostenere l’operato di Sisifo asserendo che i massoterapisti potevano operare, incurante persino del fatto che gli operatori del Consorzio sarebbero assunti in regime libero-professionale i cui requisiti cozzerebbero con quanto previsto nel Capitolato Speciale di Appalto.
In attesa di una doverosa risposta nel merito, da me sollecitata a sia mezzo mail che nell’articolo successivo alla diffida, andiamo ad occuparci di un’altra diffida. Questa volta, in danno dell’ASP di Agrigento e del Distretto di Ribera.
A far ricorso all’assistenza di un legale, l’ “Ambulatorio di Fisiokinesiterapia Don Giuseppe Leone di Filippo Leone & C.”, che per ottenere il pagamento delle somme relative al mese di dicembre 2017, conguaglio e gennaio 2018, ha dovuto diffidare l’A.S.P. di Agrigento, rendendo noti i fatti, per conoscenza, al Prefetto di Agrigento, alla Corte dei Conti e al competente Assessorato Regionale.
Secondo il legale che ha provveduto alla diffida, l’inadempimento da parte dell’ASP di Agrigento e del Distretto di Ribera, avrebbe determinato l’impossibilità per la società di procedere tempestivamente al pagamento dei D.M. relativi alle mensilità correnti e alle tassazioni ordinarie. Un inadempimento che non sarebbe giustificato dall’affermazione del Direttore del Distretto a dire del quale la struttura in intestazione avrebbe presentato un DURC irregolare, poiché all’atto di approvazione della determina, lo stesso risultava in “verifica” e non “irregolare”.
Il pelo nell’uovo? No, neppure quello, visto che dall’esame della documentazione emergeva chiaramente che il DURC allegato alla determina risultava valido fino al 8 marzo 2018, data entro la quale la mensilità di dicembre doveva essere già pagata, tant’è che solo pochi giorni dopo il DURC veniva regolarmente rilasciato e risultava valido dal 9 marzo al 7 luglio 2018.
Ritardi dunque ingiustificati che, oltre al danno d’immagine per la società n questione, hanno costretto la stessa a ricorrere ad anticipazioni bancarie i cui interessi pagati, solo negli ultimi 5 anni, ammontano ad oltre 25.000 euro.
Se è pur vero che tutti sappiamo come i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione non siano una novità – anche se così non dovrebbe essere visto che le aziende ci rimettono di propria tasca – è altrettanto vero che quanto contenuto nella diffida suscita non poche perplessità in merito alla trasparenza della gestione dei pagamenti.
“Appare, allora, incomprensibile il reiterato ritardo con cui l’A.S.P. continua ad effettuare i pagamenti – scrive l’avvocato che cura gli interessi , del’ “Ambulatorio di Fisiokinesiterapia Don Giuseppe Leone” – ritardo ancora più ingiustificato se solo si considera che nell’ambito della stessa A.S.P. di Agrigento, alcuni distretti provvedono tempestivamente al pagamento delle mensilità dovute, mentre altri pagano anche con un mese di ritardo”.
La domanda nasce spontanea: Quali distretti, e per quali singole prestazioni, provvedono tempestivamente ai pagamenti?
Eh sì, poiché nel bilancio di previsione l’A.S.P. destina le somme per le singole prestazioni, ci sarebbe da capire come e da cosa nascano questi disguidi che mettono in difficoltà soltanto alcune società.
Tanto più durante un certo periodo, i pagamenti risultavano regolari.
Ma questo, è un altro aspetto che andremo ad analizzare meglio con i prossimi articoli…
Gian J. Morici