Così come molti lettori dei vari siti giornalistici avevano già anticipato con i loro commenti, Giuseppe Arnone replica a quelli che definisce “gli entusiasti sostenitori di Vitellaro e gli instancabili denigratori di Arnone”.
Fatta premessa che nessun interesse abbiamo nel perorare le cause di Vitellaro, va precisato come purtroppo assistiamo troppo spesso all’interpretazione di sentenze di assoluzione che diventano sentenze di condanna o viceversa.
Non entriamo nel merito delle sentenze, che vanno rispettate e non giudicate, poiché non spetta a noi – né ne avremmo capacità o titolo – valutare l’operato della Magistratura.
Questa la risposta di Arnone dinanzi la sentenza di condanna:
“Gli entusiasti sostenitori di Vitellaro e gli instancabili denigratori di Arnone” non vendano la pelle dell’orso prima di averla ottenuta. Quella mattina, per mia scelta, non ero in Corte d’Appello a difendermi personalmente, bensì a Roma, a difendere tre funzionarie del Tribunale ingiustamente arrestate e imputate e per le quali il PM ha richiesto l’assoluzione. Sarà ora la Cassazione – come ha già fatto in casi precedenti e sempre in mio favore – a valutare la questione”.
“In relazione al processo di lunedì scorso 15 novembre, per la querela di Vitellaro contro Arnone, è bene che gli entusiasti sostenitori di Vitellaro e gli instancabili denigratori di Arnone sappiano che quel giorno, per mia scelta, non ero personalmente a difendermi in Corte d’Appello, bensì innanzi al Tribunale di Roma a difendere le tre note funzionarie del Tribunale di Agrigento, ingiustamente arrestate e processate. E, com’è noto, ho già ottenuto a Roma, quella stessa mattina, il grande successo consistente nell’atto di Giustizia della richiesta di assoluzione avanzata dal PM. ”
In Corte d’Appello avevo chiesto il rinvio della causa che non mi è stato concesso.
Adesso la parola passa alla Corte di Cassazione che per gli stessi reati contestati, voglio ricordarlo, ha già annullato a mio favore una condanna della Corte d’Appello su querela di Franco Castaldo e un’altra condanna, sempre della Corte d’Appello, su querela di Ventriglia.
Inviterei i miei denigratori e i sostenitori di Vitellaro a non fare come fece Franco Castaldo, ossia vendere la pelle dell’orso prima di averla ottenuta. L’orso Arnone è, come l’orso in un recentissimo filmato apparso su Youtube, in grado di inseguire e catturare i bisonti.
L’unica circostanza rilevante dalla sceneggiata di Arnone è che da ex gatto, ex lupo….. si è nobilitato ad orso. Ci faccia sapere, perchè siamo in ansia, se bianco o bruno. Però questa volta ci ha risparmiato, almeno, la sua consueta soddisfazione. Quella ce la propinerà dopo la condanna in cassazione.
C’è da riflettere
“……….quel giorno, per mia scelta, non ero personalmente a difendermi in Corte d’Appello,…………….adesso la parola passa alla Corte di Cassazione ………!
Dice sul serio e dobbiamo crederci!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Se abbiamo capito bene:
– è stata sbagliata …………la difesa (con LUI sarebbe stata un’altra storia), ma chi ha scelto………..il difensore?
Tra tutti i componenti l’equipe dei suoi legali (fior di colleghi!) uno che almeno non facesse aumentare la pena non poteva trovarlo?
– La Corte d’Appello non sa di avere perso una favolosa lectio magistralis di diritto (e rovescio?)…
Ma tant’è la lectio sarà….. fatta in Cassazione (già notizie di agenzia riferiscono di giudici delle varie Sezioni che litigano ferocemente tra loro per esserci e per……… non perdersi lo spettacolo!).
Il Nostro decide ……quando e dove esibirsi, mica tutti possono pretendere, in ogni grado di giudizio, l’esibizione e l’esecuzione irripetibile (come………… i test del RIS)!