Lettera aperta a Monsignor Carrasco de Paula
Monsignor Carrasco de Paula,
Lei ha dichiarato: “Non giudichiamo le persone ma no al suicidio assistito”. Una frase ipocrita e vergognosa per chi l’ha detta. Non giudicate appunto. Non pago Lei ha anche aggiunto “la dignità è un’altra cosa che mettere fine alla propria vita”.
Come Presidente della Pontificia accademia per la vita Lei non ha sussurrato queste parole a un qualche collega nei corridoi vaticani. Lo ha dichiarato all’ANSA, il che dimostra la Sua volontà di dare eco al proprio pensiero.
Ma cos’è la dignità Monsignore? Nessuno va giudicato né condannato. Ognuno ha il sacrosanto diritto di vivere secondo la propria dignità. E la vita, ahimè, comprende la morte.
E’ colmo di dignità il malato che decide di resistere sino all’ultimo secondo alle sofferenze indotte dalla malattia. E’ colmo di dignità chi, come Brittany, decide di andarsene prima di non avere più la capacità di decidere, tanto più che la giovane americana era affetta da un tumore al cervello. Ha deciso di andarsene finché poteva riconoscere il marito, la famiglia. Ella merita lo stesso rispetto di chi lotta diversamente contro il dolore degli organi. Ha spiegato molto bene la sua decisione e l’ha resa pubblica.
Lo ha detto lei Monsignore: “La coscienza è come un santuario in cui non si può entrare. Ma…”. Non c’è nessun “ma”. Lei è Ministro vaticano della bioetica. Della bioetica vaticana quindi.
Chi non è cattolico giudica forse chi va in chiesa? Lancia anatemi contro i sacramenti?
No! I laici ed ancor più gli atei o ancora chi abbraccia altre religioni si ribellano alle imposizioni vaticane perché le loro decisioni non Vi riguardano. A chi è cattolico la libertà di attenersi ai dettami della sua religione. A chi non lo è la libertà di avere una propria etica!
L’etica non è solo religiosa.
Il solo nemico in questa triste vicenda è la malattia. La sola cosa che dovrebbe veramente indignare e che chi vuole vivere e morire deve poter scegliere in funzione della “propria coscienza” quella stessa coscienza che lei giudica “un santuario”. Appunto!
Che il Vaticano sia contro l’eutanasia e contro l’accompagnamento alla morte non fa una piega. Non si può stravolgere una religione per assecondare tutti. Quindi che il Vaticano non imponga i propri dettami a tutti.
Intuisco dalle sue parole che il testamento biologico “è un pericolo incombente perché la società non vuole pagare i costi della malattia e questa rischia di divenire la soluzione”. Ma allora lei crede che la società sia ancor più profondamente malata di quanto non lo sia già. Strane parole da parte di un Monsignore.
Ha anche infierito aggiungendo “Questa donna lo ha fatto pensando di morire dignitosamente, ma è qui l’errore, suicidarsi non è una cosa buona, è una cosa cattiva perché è dire no alla propria vita e a tutto ciò che significa rispetto alla nostra missione nel mondo e verso le persone che si hanno vicino”.
Inorridisco di fronte ad un tale giudizio, privo di comprensione e di “carità umana”. Si chiama così vero?
Questa donna Monsignore, questa giovane donna, Brittany, è morta dignitosamente circondata dalla propria famiglia che le è stata vicina rispettando la sua decisione ed aiutandola! Quindi ha compiuto la propria missione sulla terra.
Monsignore, ha iniziando dicendo “Non giudichiamo le persone” e lì doveva fermarsi, per rispetto e dignità!
Luisa Pace
nota: la lettera è stata inviata a Monsignor Carrasco e per conoscenza all’UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti