Se vogliamo comprendere cosa sta accadendo in Siria dobbiamo iniziare con il chiederci da cosa è nata la guerra, il Califfato e se realmente tutti i combattenti sono estremisti islamici.
Tra anni di guerra contro il regime di Bashar al-Assad in Siria, non hanno prodotto risultati apprezzabili né per le forze governative né per quelle ribelli. La nascita dell’esercito siriano libero (FSA) e la presenza di combattenti islamici moderati, come nel caso di Ahrar al-Sham, avevano alimentato le speranze di molti dissidenti siriani in merito all’abbandono del potere da parte di Assad.
Una speranza resa vana da un occidente sempre più distratto, che oltre a non agire per indebolire il regime di Assad, non ha saputo o voluto impedire che organizzazioni estremiste, come Jabhat al-Nusra (JN) e lo Stato Islamico potessero crescere indebolendo le forze più moderate ed assurgendo al ruolo di leader di quella che era nata come una rivolta contro un regime dittatoriale, trasformandola in una guerra religiosa.
Giorno dopo giorno molti combattenti hanno abbandonato quelle che erano le organizzazioni alle quali avevano inizialmente aderito, finendo con l’andare ad ingrossare le fila dell’ISIS. Per comprendere le ragioni di queste diserzioni di massa dalle organizzazioni moderate, dovremo cercare di capire chi sono i combattenti siriani che facevano parte del FSA e del Fronte islamico (Ahrar al-Sham).
A differenza dei tanti jihadisti occidentali che quotidianamente raggiungono la Siria e l’Iraq per combattere tra le fila dello Stato Islamico e che motivati da ragioni spirituali, i combattenti siriani avevano come obbiettivo quello di sconfiggere il regime di al-Assad, al di là dell’appartenenza religiosa, che rappresenta una causa secondaria. Oltre il 70% degli appartenenti – o ex tali – al FSA e al Fronte islamico, decise di imbracciare le armi per combattere il regime in difesa della propria comunità o per vendetta contro le forze governative che avevano massacrato molti civili innocenti. Soltanto il 25% dei combattenti trovò nella lotta per l’Islam la ragione di una guerra.
L’inerzia dell’Occidente e il conseguente indebolimento delle forze moderate permisero all’ISIS di rafforzarsi e organizzarsi in uno scontro inizialmente conflittuale più con le forze ribelli moderate che non contro le truppe di Assad, fattore questo che portò i servizi di intelligence del regime ad aprire una vera e propria trattativa con gli estremisti islamici, ritenuti in quel momento più pericolosi per i ribelli che non per le forze fedeli al governo. Un errore che potrebbe costare molto caro non soltanto ad Assad. Anche in questo caso, l’Occidente guardava altrove…
Costretti dal timore di essere vittime di gruppi meglio organizzati e dalla necessità di continuare la rivolta contro il governo, molti combattenti ribelli sono passati alle brigate islamiste che, a differenza di quelle moderate, risultano meglio organizzate ed in grado di assistere, anche economicamente, vittime e familiari dei combattenti caduti o feriti in questo duro scontro.
Buona parte dei jihadisti hanno finito dunque con il combattere sotto le insegne dello Stato Islamico per ragioni diverse da quelle religiose, seppure in larga parte, quantomeno i combattenti musulmani, sono convinti che quando un governo commette crimini quali la violenza sulle donne o sul popolo perché contrari alla forma di governo attuale, sussistano le ragioni per la Jihad.
Il vero pericolo è quello che molti combattenti moderati una volta aggregatisi allo Stato Islamico, a causa della continua esposizione alla predicazione religiosa ad opera di falsi Imam, subiscano l’indottrinamento con la conseguenza di finire con il ritenere fondamentale il ruolo della religione nella loro vita.
Del resto i gruppi fondamentalisti islamici si sono dimostrati maestri nel reclutamento e nell’incanalare rimostranze settarie collettive trascinando le nuove reclute in una guerra che persa la motivazione iniziale trova nella religione un nuovo input.
Nonostante i molti obiettivi comuni tra forze moderate e forze islamiche, la maggior parte degli estremisti islamici ritengono incompatibili i loro obiettivi rispetto quelli dei moderati, lasciando così intendere come se anche Assad dovesse essere rimosso in futuro si aprirebbe un conflitto ancor più serrato con le altre forze ribelli che in questo momento combattono contro il regime.
Se a tutto ciò si aggiunge la capacità dimostrata dalla leadership dell’IS nella comunicazione interna ed esterna al gruppo, nel generare quello spirito di appartenenza che fa di ogni jihadista un tutt’uno con il resto dell’organizzazione, nell’indottrinamento ideologico e religioso e nel convogliare contro gli USA e le potenze occidentali il malessere delle popolazioni già vittime di Assad, non è difficile prevedere come in caso di vittoria dello Stato Islamico il Califfato, oggi senza territorio, uno Stato senza Stato, diventerà per tutti noi un incubo reale con il quale rischiamo di confrontarci tardivamente.
Senza entrare nel merito delle strategie militari da adottare nelle zone di guerra, che richiedono conoscenza della materia e valutazione delle risorse economiche ed umane da poter utilizzare, l’unica valutazione possibile resta quella in merito alle forme di prevenzione da adottare nel nostro paese per evitare la radicalizzazione di un Islam violento e fondato sull’odio che porterebbe la guerra, sotto forma di terrorismo, all’interno dei nostri confini territoriali.
Cosa fare dunque? Se i dati parlano chiaro e ci dicono che anche in Occidente ci sono sempre più giovani affascinati dalle imprese militari dell’ISIS e dunque a rischio di essere sottoposti a una radicalizzazione dovuta all’intensa attività d’indottrinamento esercitata da studiosi e Imam, o presunti tali, molto attivi su internet, uno dei modi che ci resta per rispondere al falso messaggio profetico di un Islam radicale, è quello di far conoscere il pensiero del mondo musulmano moderato che teme non meno di noi il progredire del fondamentalismo islamico.
A tal proposito, possono esser d’aiuto le parole e gli studi del Dr. Safdar DushanTappeh, il quale, nello stigmatizzare i comportamenti di gruppi radicali “che macellano persone e commettono i crimini più impensabili sotto il nome dell’Islam, individua negli Hadith (significa “racconto, narrazione” ed è in genere un singolo aneddoto di alcune righe sulla vita del Profeta) lo strumento utilizzato dagli Anziani o falsi Imam per fare proseliti tra quelli che diventeranno poi i futuri jihadisti.
L’ISIS è un esempio recente. Se chiedete a queste persone il motivo per cui stanno commettendo tali azioni sbagliate vi risponderebbero che lo fanno in nome di un comando divino avuto per bocca di uno studioso nel quale ripongono la loro fiducia.
“Ma questo metodo non suona troppo simile al sottrarsi dal messaggio principale dell’Islam, che vuole non si segua nessuno se non Dio? – si chiede il Dr. Safdar DushanTappeh – Come è potuto succedere?”
Il Dr. Safdar con un suo scritto evidenzia come l’attuale comprensione dell’Islam e il credere in Dio è interpretato come il dovere fidarsi di un pacchetto religioso predicato da studiosi religiosi locali. Dopo aver analizzato le radici di tale interpretazione, l’articolo mostra che l’elemento chiave che legittima l’incorporazione di studiosi di fiducia nella pratica religiosa sta nel valutare gli Hadith come un pilastro dell’Islam. Ogni corrente dell’Islam che utilizza gli Hadith diventa così complicata da lasciare un musulmano senza soluzione, costringendolo a chiedere il parere di alcuni esperti di Hadith (o studiosi) su “quello che dice l’Islam. Senza Hadith non solo noi non perdiamo nessuno dei valori islamici fondamentali, ma anche ci è data la possibilità di riscoprire il semplice Islam. Nell’Islam semplice, libero dalle complessità di Hadith, non c’è spazio per gli studiosi religiosi per istruire i loro ciechi seguaci a compiere crimini incredibili.
Come prevede Corano, la religione si divide in più rami e ogni ramo dà l’impressione che si tratti di quella vera. Ognuno di voi, i lettori di questo articolo, appartiene a uno di questi diversi settori e, probabilmente, è molto sicuro circa la genuinità del metodo praticato dal vostro ramo. Probabilmente gli anziani vi hanno insegnato che solo i seguaci del vostro ramo – che seguono essenzialmente i comandi degli Anziani – saranno premiati con il paradiso e gli altri saranno la brace di un incendio terribile.
Probabilmente gli anziani hanno preparato un’intera biblioteca di argomenti sul motivo per cui si dovrebbe fare riferimento solo a loro per ogni singolo dettaglio dell’adorazione di Dio, e perché il metodo di adorazione è così complicato, difficile, e al di là della comprensione del pubblico in generale, e solo le persone che hanno trascorso anni a studiare questo approccio complesso e sono diventati uno degli Anziani che può dire di essere un servo di Dio.
L’intenzione di questo articolo non è né il mettere in discussione la validità del vostro ramo particolare né la creazione di un altro ancora. Il pubblico di questo articolo è un musulmano che ama la sua religione, ha paura del fuoco, ma è anche stufo di seguire ciecamente gli Anziani della sua filiale. In questo articolo, si spiega una visione dell’Islam che è abbastanza semplice da essere comprensibile per tutti i musulmani. Ogni musulmano deve sapere che saranno decisive per lui le sue gesta e responsabile per loro. Non vi è alcuna necessità di anziani, né del loro complicato pacchetto.
L ‘Islam semplice si basa sul Corano e non sugli Hadith.
L’Islam semplice si basa su tre principi: la fede in Dio, il giorno del giudizio, e il santo Corano che viene portato da Maometto. Il Musulmano è una persona che crede in questi tre principi, studiare il Corano, usare a sua comprensione per diventare un essere umano ideale, fare le sue scelte di vita in modo da diventare un essere umano ideale.
l’Islam semplice sottolinea il Corano, ignora Hadith. Il motivo principale è che il Corano è il miracolo di Dio e il suo testo è affidabile. Per credere che il libro che stiamo leggendo ora è lo stesso Corano che è disceso su Maometto, non abbiamo bisogno di fidarci dei nostri antenati da cui abbiamo ereditato il testo: ogni musulmano, in ogni secolo, è in grado di leggere il testo e decidere se lo trova è miracoloso o no. L’Hadith, d’altra parte, è solo un insieme di frasi attribuite al profeta e quindi è essenzialmente parte della storia, e l’affidabilità dei dati della storia è sempre discutibile. Fidarsi degli Hadith significa che dobbiamo avere fiducia nell’onestà delle persone che li hanno riportati nel corso dei secoli e anche a fidarsi delle competenze degli storici di Hadith, noti anche come anziani religiosi o studiosi. Un musulmano nell’Islam semplice ha bisogno di leggere solo un libro (Corano), che richiede una quantità di tempo ragionevole, alla portata di ogni musulmano. D’altra parte, tra i rami attuali di apprendimento degli Hadith e le proprie competenze richiedono anni di studio, che in pratica lascia l’Islam nelle mani di un piccolo gruppo chiamato Anziani, irraggiungibile per il grande pubblico. Il pubblico ha quindi un’altra scelta che seguire ciecamente gli Anziani per adorare Dio.
Il vantaggio principale dell’Islam semplice è la sua semplicità. Una religione semplice è meno suscettibile di deviazioni lungo la storia, è raggiungibile dal grande pubblico, è più difficile che sia abusata dall’opportunista che confonde e inganna i fedeli per perseguire i propri desideri facendolo in nome di Dio.
In secondo luogo, ignorando gli Hadith, l’Islam viene separato dalla storia dell’Islam – o meglio dalla storia dei musulmani. Diventa allora possibile difendere con fermezza l’Islam nel 21 ° secolo senza la necessità di difendere anche un momento della storia dei musulmani e di quello che hanno fatto in passato: dal trascurare i diritti delle donne ad attaccare gli altri paesi con la scusa di diffondere l’Islam. La maggior parte delle critiche all’Islam sono in realtà critiche al modo di musulmani nei secoli passati e non dei principi dell’Islam.
In terzo luogo, i musulmani che praticano l’Islam semplice si sbarazzano di leggi irragionevoli che originariamente provengono da Hadith e vengono poi attribuito all’Islam con molti trucchi. Ad esempio, se non tutti, la maggior parte degli anziani credono nell’apostasia: uccidere il malcapitato che si converte dall’Islam. Questa regola è stato sfruttata dagli Anziani nella storia per minacciare o eliminare i liberi pensatori come Avicenna. Per ogni persona di buona comprensione, questa regola sembra ridicola dato che se le altre religioni si applicasse anche la stessa regola, allora nessuno potrebbe mai convertirsi all’Islam”.
Secondo il Dr. Safdar DushanTappeh, oggi i musulmani ordinari o non leggono regolarmente Corano, o se lo fanno hanno paura di interpretarlo, visto che gli Anziani considerano l’interpretare il Corano una scienza molto complessa che solo loro, vale a dire, gli studiosi, sono autorizzati a fare e il resto dei musulmani devono solo accettare qualunque interpretazione venga loro offerta. “ Tuttavia- afferma il Dr. Safdar -, comprendere le parole di Dio è una scienza che richiede un cuore puro, che è una qualità rara nel modo degli anziani. Eliminando gli anziani dalla pratica religiosa, ogni musulmano in grado di comunicare direttamente con Dio attraverso il Corano senza passare il canale di intermediazione degli Anziani”.
Gian J. Morici