Agrigento – Si è concluso stamani il processo a carico dell’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, accusato di tentata estorsione e lesioni personali aggravate.
Il Pm, sostituto procuratore Andrea Maggioni, aveva chiesto la condanna dell’imputato a due anni, per i capi d’imputazione di cui sopra. Il Gup Stefano Zammuto ha riqualificato il capo di imputazione, condannando l’imputato a mesi tre di reclusione.
La vicenda, come i lettori ricorderanno, scaturì dai fatti legati alla compravendita di una villetta della Sig.ra Maria Grazia Di Marco, assistita dell’avvocato in questione, che nel corso di un incontro tenutosi presso lo studio legale di quest’ultimo, si sarebbe rifiutata di firmare il mandato difensivo a suo favore che l’Arnone le sottoponeva, essendo venuta meno la fiducia nell’avvocato, a tal punto da aver successivamente dichiarato ai carabinieri di aver avuto l’impressione che l’avvocato Arnone stesse facendo gli interessi della controparte.
Da lì sarebbe nata la lite e l’aggressione subita dalla Di Marco, causa dell’odierna condanna. che nel denunciare Arnone avrebbe dichiarato a verbale: “L’avvocato Arnone prima mi ha strattonato prendendomi per un braccio nel tentativo di farmi firmare una procura che non volevo fare, poi mi ha preso a schiaffi ed inoltre ho evitato una testata parandomi con il braccio”.
Successivamente la donna ritirò la querela, ma la Procura ritenne di dover procedere d’ufficio nei riguardi dell’odierno condannato.
Stamattina, intorno le 10:00, sarebbe dovuta cominciare l’udienza che Arnone, invitando gli organi stampa ad essere presenti, aveva annunciato a porte aperte, visto che dopo averne fatto richiesta al Gup, la stessa era stata accolta.
In aula, anche la Di Marco, la quale avrebbe dovuto essere sentita dalla difesa, che ha poi rinunciato a seguito dei fatti che avevano portato alla perquisizione delle abitazioni dell’Arnone e del suo studio legale.
Non poca la sorpresa dei giornalisti presenti, quando a seguito della richiesta dell’Arnone di procedere a porte chiuse per rispetto della privacy della Di Marco, venivano invitati ad abbandonare l’aula. Uno strano rispetto della privacy quello dell’avvocato Arnone, visto che lo stesso dopo aver reso dichiarazioni spontanee, uscito in corridoio riferiva ai presenti delle dichiarazioni appena rese in aula e che realmente afferivano alla vita privata della teste.
Solo al momento delle conclusioni è stato reso possibile ai giornalisti di essere presenti in aula. L’imputato, con un ironico sorrisetto, ha ascoltato, disturbando più volte (a tal punto da essere invitato al silenzio dal Gup) la requisitoria del Pm Andrea Maggioni, che ha stigmatizzato i comportamenti dell’ambientalista Arnone, il quale per attaccare un avversario politico accusandolo di abusivismo, si servì della casa della Di Marco utilizzando un piano totalmente abusivo e si è anche reso protagonista della compra/vendita dello stesso immobile abusivo della Di Marco, spingendosi ben oltre quella che è la normale attività di un avvocato.
Maggioni ha spiegato come Arnone in questa vicenda abbia svolto il ruolo di mediatore (termine che ha utilizzato più volte), visto che lo stesso si è adoperato nel portare avanti la trattativa economica e nel convincere l’acquirente della bontà dell’affare. A conferma della veste di “sensale” dell’Arnone, le dichiarazioni rese dall’acquirente, Sig. Falzone, che all’avvocato/sensale avrebbe corrisposto 3.000 euro. Ed effettivamente, a ben pensarci, se l’Arnone fosse stato soltanto il legale di fiducia dei venditori, il compenso pagato dall’acquirente (compenso che corrisponde a quanto normalmente percepiscono i mediatori da ognuna delle parti), difficilmente potrebbe trovare giustificazione nella normale attività di un professionista che si occupa di diritto e non di compra/vendita di immobili.
Un immobile del quale Arnone aveva piena consapevolezza del fatto che fosse stato realizzato abusivamente, sottoposto a misure di acquisizione ed oggetto di una cessione fittizia per sottrarlo a creditori che ne avrebbero potuto chiedere il sequestro.
L’Arnone avvocato e l’Arnone ambientalista, avrebbero ben saputo che l’opera abusiva non si sarebbe potuta vendere. Ma l’Arnone sensale, non ha esitato, nella qualità di procuratore speciale, a sottoscrivere l’atto preliminare di vendita di un edificio abusivo che non si sarebbe potuto vendere.
Ma v’è di più. Arnone – riferisce il Pm -, pur di concludere l’affare, ha convinto il Falzone che seppur era vero che l’immobile non sarebbe mai potuto rientrare in una sanatoria edilizia, lo stesso sarebbe stato lasciato in uso ai proprietari e ai di loro figli, affinchè ne potessero usufruire pienamente. Il tutto, grazie anche ad un impegno dell’Arnone stesso che in Consiglio comunale avrebbe sollecitato tale soluzione per i beni abusivi.
Una vicenda “pirandelliana”, come più volte affermato dal Pm, quella che vede un avvocato ambientalista e anti-abusivista, fustigatore di altrui costumi (ma non di quelli degli amici), trasformato in sensale di immobili abusivi per l’utilizzo dei quali ci si può anche interessare nella qualità di politico nelle apposite sedi.
Tutto ciò avrà forse fatto ridere l’Arnone, ma non i presenti.
“La montagna ha partorito il topolino e il topolino prevedo che perirà nel grado di appello. Non vi è estorsione” ha affermato Arnone dopo aver ascoltato il pronunciamento della sentenza. Premesso che Il giudizio morale – se non quello penale – su un soggetto che per vent’anni ha fatto dell’anti-abusivismo il proprio vessillo (“ad intermittenza”, come è stato definito dal Pm l’ambientalismo di Arnone) non può essere assolutorio, e resta comunque una condanna in primo grado per violenza privata da parte di un avvocato che ha preso a sberle una cliente nel proprio studio. Una condanna, che il Consiglio dell’Ordine, come già accaduto altrove e per fatti di minor gravità, dovrà valutare.
Gian J. Morici
Immaginiamo ora le sue reazioni attraverso la solita emittente a contratto: Tanto rumore per nulla ? Si, perchè per lui i tre mesi di condanna diventeranno quasi una medaglia al valore.
La televisione a servizio stravolgerà tutto così come avrebbe fatto fino a qualche tempo fa un certo sito che adesso fa finta di nulla e pubblica quello che combina Arnone. Aspettiamo il telegiornale dedicato all’avvocato.
credo che abbia avuto altre condanne, quanto meno per diffamazione. tuttavia credo che in realtà nessuno abbia mai avuto la determinazione di metterlo a tacere. per esempio,pochissimi hanno querelato e chiesto i danni anche alle televisioni, ricordo che il reato è a mezzo stampa e il caso sallusti serve da esempio, altra possibilità, arnone dovrebbe essere titolare di una cattedra di diritto, in quale istituto? per caso dispone di un esonero totale senza stipendio? e se dispone di quanto detto in precedenza, vorrei ricordare che tale possibilità viene data ai docenti per due anni nell’ambito di 10 anni. sapete si dice che chi cerca trova, ma credo che manchi chi cerca