La lettera è stata inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 22 luglio 2011, dall’agrigentino Bertino Parisi.
Lo scenario purtroppo è sempre lo stesso: il governo ha necessità di risanare i conti pubblici ed a farne le spese sono le fasce di popolazione a reddito medio-basso.
Una manovra finanziaria, che certamente non favorirà la ripresa economica del paese, da troppi anni preda di uomini politici che hanno pensato al proprio arricchimento, portando la nazione ad essere commissariata dall’UE.
L’unica cosa certa, è che a seguito dei tagli imposti dalla manovra, peggioreranno le condizioni di vita Peggioreranno le condizioni di vita di chi vive già una realtà sociale molto sofferente.
Libertino Parisi, nato e residente ad Agrigento, classe 1938, si rivolge al Presidente On. Giorgio Napolitano, chiedendo suggerimenti, visto la molteplicità dei ruoli che il Presidente riveste (Padre Putativo degli italiani, lo definisce Parisi. Presidente del C.S.M., garante e controllore dell’applicazione della “Costituzione Italiana”).
Parisi, cardiopatico, affetto da diabete “Mellito” 2, vive di una misera pensione di € 611 ca, che, a far data dal mese di aprile, a causa di una decurtazione per crediti già prescritti – a parere del Parisi e di chi lo assiste -, si è ridotta appena ad € 469 ca.
469 €, dai quali vanno detratti le spese (alla lettera sono allegati, oltre allo specchietto, anche i documenti e le ricevute) di affitto (300€ ca), cure mediche e farmacologiche (150€ ca). inutile dire che Parisi dovrebbe anche sostentarsi, vestirsi, pagare bollette di luce, acqua, condominio, spazzatura ecc…
Quello che resta dopo la decurtazione della già misera pensione, è appena sufficiente a coprire le spese di affitto e cure mediche.
“Purtroppo – scrive Parisi nella lettera inviata al Capo dello Stato – la manovra economica messa in atto dal Governo Berlusconi, non mi consente di sperare di vivere quanto ha stabilito il Padreterno. Dovrò dunque accontentarmi di sopravvivere per il tempo deciso da chi per “Costituzione” avrebbe dovuto garantirmi di vivere dignitosamente, dopo anni di onesto lavoro, e che invece oggi sta mettendo in atto “il delitto perfetto”, in danno mio e di quanti come me vivono in condizioni precarie se non peggio…”.
Un “omicidio di massa”, lo definisce Parisi, perfetto, in quanto mancherebbe l’arma del delitto, il movente, l’autore materiale della strage.
Un colpo da maestri, che supererebbe di gran lunga i gialli di Agata Miller Christie e Camilleri.
“Lei che è il nostro Garante – chiede Parisi al Presidente della Repubblica – cosa mi consiglia di fare?
1) Taglio le spese di vitto giornaliero e muoio?
2) Taglio le spese mediche e – a scelta – muoio di Mellito o per problemi coronarici?
3) Taglio l’affitto di casa e muoio abbandonato in strada?
Come vede, mi resta l’imbarazzo della scelta ed è per questo che come “L’uomo dal fiore in bocca”, del mio conterraneo Luigi Pirandello, mi rivolgo a Lei per pregarla, nella Sua ideale veste “dell’Avventore”, di scegliere una pianta con tantissimi fiori, perché molto probabilmente sarà il numero di quelle infiorescenze che decideranno quanto mi resta ancora da vivere su questa terra”.
Un “garbato grido di disperazione”, con il quale Parisi fa presente al Capo dello Stato, come lontano dai bei salotti del mondo della politica, o pseudo tale, la gente comune rischia di dover vivere, o morire, nella miseria più assoluta.
Disoccupati, inoccupati, pensionati, monoreddito, delle classi sociali più svantaggiate, devono ancora continuare ad assistere impotenti agli sperperi di denaro pubblico, alle mazzette elargite per “sporchi affari”, ai privilegi ed emolumenti che una casta d’intoccabili si assegna in un paese che ha ormai toccato il fondo in materia di corruttele e miseria?
Parlando a nome dei tanti, Bertino Parisi, porge il suo saluto:
“La salutiamo, non certo eroicamente così come pareva facessero gli antichi gladiatori, con i quali noi pensionati abbiamo nel breve termine una cosa in comune, la morte certa e garantita… Ave Giorgio, morituri te salutant!”
gjm
Drammatica la condizione di Parisi. Mi sembra che i soggetti istituzionali preposti a sostenere la sua situazione dovrebbero essere gli Enti locali. ( Regione, Comune ) E’ ovvio che il Presidente della Repubblica, proprio perchè garante della Costituzione, non possa travalicare i suoi compiti e invadere il campo delle scelte politiche, che, secondo la Carta, sono del Parlamento e quindi del governo.
Anche io penso come Gino Paolo Gori (l’artista?)che ad intervenire debba essere il Comune.
Parisi ha provato a rivolgersi al sindaco della sua città?
Infatti, Parisi nella lettera inviata al Capo dello Stato, fa riferimento alla manovra finanziaria messa in atto dal Governo Berlusconi, con la quale si tagliano i fondi agli enti locali.
Rispondendo a P.A., credo possa aver fatto confusione sul Sig. Gino Paolo Gori, che potrebbe comunque esser parente del famoso pittore impressionista.
Illustrissimo direttore ,ho letto con molta attenzione la drammatica lettera del sig.BERTINO PARISI ,inviata al nostro grande PRESIDENTE .Io proporrei ,nelle more che le istituzioni facciamo qualcosa ( inutile é rivolgersi al Sindaco ) di istituire un conto corrente tramite il quale mandare qualche piccolissimo contributo Le sarei grato sig.direttore se l’iniziativa partisse da questo autorevole giornale .
Grato per la cortese ospitalita’
sergio
Gent.mo Sig. Sergio,
la ringrazio per il suggerimento e per la sensibilità e disponibilità mostrata, delle quali terremo certamente conto.
Un’iniziativa come questa, deve comunque essere concordata con il Sig. Parisi, con il quale siamo in contatto.
La pubblicazione della lettera, oltre a cercare di aiutare il Sig. Parisi a risolvere i suoi problemi di stretta sopravvivenza, vuol avere anche lo scopo di accendere i riflettori sulle nuove povertà, delle quali spesso non ci si accorge, sensibilizzando l’opinione pubblica e coloro che ci governano.
In particolare, riferendoci a questi ultimi, affinchè si ricordino che mentre c’è chi si crea il problema dell’auto blu, in Italia c’è pure chi non ha più nulla da mangiare.
E qui mi fermo, prima di correre il rischio di dover pagare le conseguenze dello scrivere tutto ciò che penso…
Grazie ancora e cordiali saluti.
Gian J. Morici
Oggi è il sig.Parisi, ma da domani potrebbero essere in tanti a dover scrivere al Capo dello Stato G. NAPOLITANO, perchè è sempre più evidente che oggi in Italia i ricchi si fanno sempre più ricchi, e i poveri aumentano in modo esponenziale per gli aumenti di tasse auto, universitarie, assicurative, i costi di benzina, case, bus, autostrade,e tante altre, oggi sono una mannaia per i prossimi poveri.
Il Sign Parisi non chiede al Capo dello Stato di come vivere,ma di come sopravvivere strozzato nella miseria.Un giorno non molto lontano sarò come lui che hanno creduto in questa Italia di lad……….grazie Sign Parisi.
Sig. Parisi io penso che anche il comune ha problemi economici non può ignorare la sua condizione. Si rivolga al sindaco e lo metta dinanzi le sue responsabilità. è però vero quello che scrive Morici, il problema non è Parisi, ma le decine di migliaia, forse centinaia di migliaia, di persone che come lui sono ormai ridotte alla fame. Non è più possibile fare finta di niente. I nostri politici devono prenderne atto e cominciare a vedere cosa devono fare, prima che sia troppo tardi.
Purtroppo,il Signor Parisi,è stato causa del proprio male.
se non ricordo male in tempi non molto lontani il ns ha partecipato, diretto dal quel maestro del nulla, a rinc……nire, gli italiani con quelle trasmissioni che avevano come fine la ”distrazione di massa’. Lui assieme a noi paga l’incultura che suo malgrado negli anni ha contribuito nel suo piuccolo a diffondere con quel mezzo ormai criminoso che si chiama televisione.
Con le trasmissioni del castelterminisi, ed altri campioni del nulla aa,l’italia a perso senso critico socialità solidarietà di contro che i giochetti scemi si sono costruite generazioni di …im…lli.
Bertino Parisi non si smentisce: da bravo comico trasforma una tragedia in farsa. E’ vero quanto dice giovanni.sinistro, però anche milioni di tanti altri che non hanno operato per la distrazione di massa sono nelle sue condizioni. Io, che non sono comico e non ho il senso dell’umorismo,non avrei chiesto al presidente come farmi morire. Gli avrei chiesto di non essere complice di una politica che privilegia la morte alla vita. Gli avrei chiesto perchè avalla il tradimento sistematico dell’art. 11 della Costituzione, con lo sperpero di miliardi di euro in guerre in giro per il mondo, soldi che potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo pacifico e per lenire le sofferenze di tanti suoi connazionali. Gli avrei chiesto di non avallare scelte di politica economica che puntano a spremere sempre i soliti noti a vantaggio di chi questa crisi profonda ha determinato. Gli avrei chiesto di preoccuparsi di salvare prima le persone anzichè le banche. Ma mi rendo conto che avrei dovuto avere dinnanzi un altro presidente. Forse un Pertini?
Tanto loro mangiano……….eccome se mangiano………
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la situazione del Parisi non è soltanto un esempio sul quale riflettere, è anche un chiaro esempio di “superficialità costituzionale”…. male del quale oggi giorno soffre la nostra politica. Per studiare e attuare le manovre economiche e finanziarie vengono tralasciati SEMPRE i meno abbienti poichè essi costituiscono la minoranza,il minimo punto percentuale del targhet…. Il sacrificio di pochi per il bene di nessuno,questo è sempre stato (a conti fatti) il modus operandi della politica del nostro sistema. Io sono dalla parte di chi manifesta la propria ormai palese apatia verso un sistema economico che da sempre non crea benessere e non rispetta i diritti di tutti.