Il forum delle ONG internazionali in Sudan condanna queste azioni che continuano incessantemente. Nel 2024 54 operatori umanitari sono stati uccisi nel conflitto, il 98% dei quali sudanesi.
Forte indignazione per la brutale uccisione di civili e nove operatori umanitari nei campi di ZamZam e Abu Shouk e ad Al Fasher, nel Darfur settentrionale, è stata espressa dal Forum delle ONG internazionali in Sudan, di cui fa parte anche Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Per quasi un anno, la popolazione dei campi di ZamZam e di Abu Shouk e della città di Al Fasher ha vissuto sotto assedio: isolata, affamata e terrorizzata. Negli ultimi quattro mesi hanno subito attacchi incessanti, tra cui bombardamenti di artiglieria e incursioni terrestri, che hanno ucciso, ferito o costretto alla fuga innumerevoli civili.
L’11 aprile 2025, oltre 100 persone, tra cui più di 20 bambini, sono state uccise, le cucine comunitarie sono state rase al suolo e le volontarie al loro interno sono state uccise. Gli attacchi deliberati di RSF a un centro medico nel campo hanno causato l’uccisione di nove operatori umanitari sudanesi di Relief International. Esprimiamo la nostra più profonda indignazione per questi atti di violenza deliberati e barbari. Onoriamo la vita e la memoria dei nostri colleghi rimasti a Zamzam, rischiando tutto per sostenere comunità già spinte sull’orlo del baratro. La loro umanità, il loro coraggio e il loro sacrificio non saranno dimenticati.
Ciò che sta accadendo a ZamZam, nel campo di Abu Shouk e ad Al Fasher non è solo una tragedia, è un’atrocità. I civili vengono affamati, massacrati e viene loro impedito di fuggire. Gli operatori umanitari e i volontari locali vengono braccati. Questa è una palese e ripetuta violazione del diritto internazionale umanitario. Il forum delle ONG internazionali in Sudan condanna queste azioni che continuano incessantemente. Nel 2024, 54 operatori umanitari sono stati uccisi nel conflitto, il 98% dei quali sudanesi.
Non si deve permettere che questo continui.
Chiediamo la fine immediata di questa carneficina. Le parti in conflitto devono cessare gli attacchi contro i civili e gli operatori umanitari e adempiere ai propri obblighi ai sensi del Diritto Internazionale Umanitario (DIU) per proteggere i civili e le infrastrutture civili e facilitare l’accesso agli aiuti. Devono inoltre consentire ai civili un passaggio sicuro se scelgono di fuggire. I responsabili delle violazioni devono essere chiamati a risponderne.
I governi si riuniranno a Londra per affrontare la crisi in Sudan domani 15 aprile, ma le parole di preoccupazione non saranno sufficienti. Esortiamo tutti gli Stati membri ad agire con decisione e a sfruttare la loro influenza, la loro diplomazia e le loro risorse per porre fine a queste atrocità, proteggere i civili e garantire che vengano assunte le responsabilità.
Il popolo sudanese, in particolare coloro che continuano a subire gli orrori nel Darfur settentrionale, merita più del silenzio. Merita solidarietà, giustizia e il ripristino dei suoi diritti umani fondamentali.
Per sostenere l’attività di Save the Children in emergenza: https://dona-ora.savethechildren.it/dona-anche-tu-emergenza-in-corso