Fatarella: “L’educazione è il migliore investimento per costruire società sostenibili, fondamentale colmare il gap di finanziamenti globali per l’educazione e rafforzare la cooperazione”
“L’educazione rappresenta il miglior investimento per interrompere il ciclo di povertà intergenerazionale e per costruire società inclusive, sostenibili e pacifiche. L’Africa, in particolare, si trova di fronte a una delle più grandi opportunità e sfide globali del XXI secolo: liberare il potenziale dei suoi milioni di giovani per guidare la crescita e lo sviluppo socioeconomico del continente e, con esso, contribuire allo sviluppo globale” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children Italia – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – intervenendo all’evento di alto livello “Investire nell’apprendimento permanente per la creazione di posti di lavoro e la resilienza: un dialogo con l’Africa”, nel quadro della Presidenza italiana del G7, in corso a Caserta.
“L’impatto del cambiamento climatico, dei conflitti, della crisi alimentare e i finanziamenti insufficienti allontanano sempre più il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, a partire da quello, fondamentale, dedicato a garantire un’istruzione di qualità, inclusiva ed equa, e a promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”. A questo proposito, Fatarella ha ricordato che, a livello globale, 224 milioni di bambine e bambini stanno subendo gravi interruzioni del percorso educativo, senza considerare gli oltre 250 milioni che sono esclusi dalla scuola primaria e secondaria, 6 milioni in più rispetto al 2021.
“Un investimento prioritario sull’infanzia e sui giovani non è più rimandabile. È necessario colmare il gap di finanziamenti per l’educazione a livello globale, assicurando il pieno finanziamento dei Fondi Multilaterali quali la Global Partnership for Education – come richiesto dalle organizzazioni della società civile impegnate nel Civil7nel corso di questo anno. I Paesi donatori dovranno erogare fondi umanitari flessibili per rispondere ai bisogni educativi in caso di crisi e al contempo supportare finanziamenti pluriennali per assicurare l’educazione di qualità per tutti, e in particolare per i più vulnerabili: le ragazze, i bambini con disabilità, le minoranze etniche, i bambini in conflitto e i minorenni rifugiati. Nelle politiche di cooperazione, inoltre, è fondamentale coinvolgere i governi e la società civile dei Paesi partner nei processi decisionali, assicurando la loro leadership e rafforzando il ruolo degli attori locali, comprese le organizzazioni della società civile” ha aggiunto Fatarella intervenendo alla sessione dedicata al tema dell’Istruzione, con particolare attenzione alla dimensione dello sviluppo e alle opportunità e sinergie con e i Paesi africani per il rafforzamento di sistemi educativi quale strumento per la crescita economica, il benessere e la stabilità.
L’Africa, in particolare, è caratterizzata da una forte crescita demografica e da una popolazione prevalentemente giovane, che nel 2050 conterà 2,1 miliardi di persone al di sotto dei 25 anni.
Save the Children ricorda che, nonostante i progressi degli ultimi 60 anni, l’Africa subsahariana registra i più alti tassi di esclusione scolastica al mondo e di povertà dell’apprendimento. Si stima che un quinto dei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e un terzo di giovani tra i 12 e i 14 anni non frequentino la scuola e che 9 bambini su 10 non siano in grado di leggere e comprendere un semplice testo all’età di 10 anni[1]. Il continente africano avrà bisogno di 17 milioni di insegnanti in più per poter raggiungere l’istruzione primaria e secondaria universale entro il 2030.
Entro il 2030, oltre il 40% della popolazione giovanile mondiale sarà africana: per intercettare appieno il potenziale dei giovani africani e supportare il loro dinamismo, Save the Children chiede che la comunità internazionale agisca con una visione di lungo periodo, e investa – oggi – nell’educazione di qualità e nella formazione ed empowerment dei giovani, perché sono i bambini e le bambine che nascono oggi che avranno 25 anni nel 2050. Bambine e bambini destinati a essere la linfa e potenzialmente i leader di un continente, che per allora conterà il 25% della popolazione mondiale.
[1] UNESCO UIS, “New Methodology Shows that 258 Million Children, Adolescents and Youth Are Out of School”, Fact Sheet no. 56 September 2019 UIS/2019/ED/FS/56