
Testo e foto di Diego Romeo
Nel 2025, quando Agrigento vivrà l’Anno di Capitale italiana della Cultura, la Biblioteca Lucchesiana ricorderà i 260 anni dalla Fondazione, istituzione nata dalla mente illuminata e dal cuore generoso di Andrea Lucchesi Palli vescovo di Agrigento. Lucchesi Palli era fortemente consapevole del valore della cultura nel processo di formazione dei cittadini e dei cristiani.
E ancora una volta , l’altra sera, la biblioteca Lucchesiana si è rivelata
luogo di incontro e di dialogo, facendo riferimento anche al criterio col quale Lucchesi Palli dispose i suoi libri di natura religiosa e di natura laica, che si fronteggiano specularmente, fede e ragione in continuo dialogo con l’obiettivo di conoscere la verità, e arrivare alla Verità. Il titolo , “Pirandello e la biblioteca di monsignor Boccamazza” annuncia la motivazione che insieme a una mostra e a un convegno svoltisi venerdi sera ne spiegano tutto l’interesse e la autenticità cui Pirandello si ispirò nei suoi scritti. L’evento è stato promosso dal direttore della biblioteca Lucchesiana don Angelo Chillura e dal direttore del Parco archeologico e paesaggistico Valle dei templi di Agrigento Roberto Sciarratta. Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere le collezioni della più antica istituzione bibliotecaria di Girgenti e di aprire alla città questo luogo storico straordinario per farne un importante centro formativo e d’incontro. Erano state diverse le iniziative che la Lucchesiana aveva messo in cantiere in preparazione al 2025 tra cui ricordiamo
- la figura e le opere di Mons. Domenico De Gregorio
- mostra e convegno sui testi di medicina custoditi in Lucchesiana
- il rapporto tra fede e ragione nel contesto sociale contemporaneo
- la ricerca di Dio in Pirandello
- la religione, la Chiesa e i preti in Sciascia
- convegni sulla mafia
- mostra su Pirandello e la biblioteca del Fu Mattia Pascal
- convegno sulla giustizia
- la pubblicazione del catalogo dei manoscritti arabi custoditi in Lucchesiana
L’evento dell’altra sera, moderato da Beniamino Biondi con le letture di Gaetano Aronica, ha raccontato di Luigi Pirandello, studente universitario che scrive nel settembre dell’anno 1889 al suo professore di filosofia dell’Università di Roma, Ernesto Monaci, che lo aveva incaricato di recarsi presso la biblioteca Lucchesiana di Girgenti (Luigi Pirandello nel romanzo “Il fu Mattia Pascal” ambienta nella ligure Miragno la biblioteca di monsignor Boccamazza) per cercarvi dei manoscritti: “Molti difatti ne trovai, e alcuni, e quasi tutti tenuti male, stimo io, di grande valore”. Dopo l’introduzione del direttore don Angelo Chillura; e gli interventi di saluto dell’architetto Giuseppe Parello, commissario del Consiglio del Parco dei templi, sono intervenuti Giovanna Iacono, bibliotecaria e archivista; Aldo Maria Morace, coordinatore scientifico ed editoriale dell’Edizione nazionale dell’Opera Omnia di Luigi Pirandello; Antonio Sichera, ordinario di letteratura italiana contemporanea all’Università degli studi di Catania; Antonio Di Silvestro, ordinario di filologia della letteratura italiana dell’Università degli studi di Catania e infine da Rosario Maniscalco, dirigente del Parco archeologico e Cristina Angela Iacono, archivista, bibliotecaria, già responsabile del Fondo storico della biblioteca-museo regionale Luigi Pirandello di Agrigento che ha curato la Mostra documentaria.Erano presenti i rappresentanti delle varie istituzioni civili e militari. Nel dettaglio di cronaca il progetto scientifico documenta la relazione tra Luigi Pirandello e la biblioteca Lucchesiana e crea un momento culturale di eccezionale rilevanza. In questo allestimento trovano una collocazione rilevante le 5 lettere spedite da Luigi Pirandello al professore Ernesto Monaci e il manoscritto autografo “I vecchi e i giovani” (nel romanzo fa riferimento ai famosi codici arabi descritti da Michele Amari come di volumi apprezzati dagli studiosi arabisti del tempo). Il percorso bibliografico-documentario è articolato in tre sezioni. La prima sezione è costituita, oltre che dalle lettere citate di Luigi Pirandello a Ernesto Monaci spedite dal settembre 1889 al 19 ottobre 1890 (possedute dalla Società filologica romana e offerte in prestito alla Lucchesiana per l’occasione), anche da tutti i manoscritti consultati ed elencati da Luigi Pirandello a Ernesto Monaci nella lettera del 1889. Per i fruitori diventa un’occasione irripetibile per poter ammirare da vicino i capolavori della biblioteca di Andrea Lucchesi Palli visionati e consultati da Luigi Pirandello. Nella seconda figurano i documenti manoscritti autografi posseduti dalla biblioteca-museo Luigi Pirandello. Saranno esposte 16 carte del manoscritto “I vecchi e i giovani “e la lettera di Luigi Pirandello al figlio Stefano del 6 settembre 1917. Nella terza sezione figura una selezione di opere di critica letteraria di Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Matteo Collura, Calogero Ravenna su Luigi Pirandello ed edizioni delle opere “Il fu Mattia Pascal” e “I vecchi e i giovani”. La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre.


