C’è qualcosa di “IDDU” che davvero in pochi conoscono.
Lo affermo a ragion veduta e senza tema di smentita.
“L’impredibile” capo della Cosa Nostra siciliana ha un gran ghostwriter.
Vedo i vostri occhi socchiudersi per cercare, nei pensieri, a cosa possa alludere ciò che avete appena letto.
Non attardatevi ad interrogarvi.
Vi svelerò, da subito, questa idea balzana che poi così strana non è.
Allegata a questo articolo troverete una sentenza che scrissi, anni fa, nei confronti di alcuni (tra i tantissimi) favoreggiatori della primula rossa della mafia corleonese.
Condannai il fratello a dieci anni di reclusione e altre condanne furono irrogate nel contesto di quel pronunciamento.
Ma ciò che in quella sentenza risaltava allo sguardo attento del lettore era il contesto in cui i Servizi di informazione e di sicurezza italiani si muovevano.
Se vorrete avere sintesi delle cose, risparmiandovi la lettura complessa di più di duecento pagine, andate direttamente a pagina 197 in cui troverete questa affermazione testuale: “Con il nome in codice di “Svetonio”, il Vaccarino aveva per qualche tempo gestito un rapporto epistolare con il latitante aspettando il momento buono per consegnarlo alla cattura dei Servizi“.
Chiaramente la fonte “Svetonio” fu bruciata, come tante altre nel corso di questa fuga senza fine…
Ma di quello scenario, incenerito da misteriose menti raffinatissime (avrebbe detto Giovanni Falcone), qualcosa rimaneva.
“IDDU” non era poi quel truce, feroce ed incolto criminale che poteva presumersi.
Anzi, era un uomo di grande intelletto, coltivato nelle buone letture e amante delle citazioni dei classici latini.
Non a caso aveva scelto per sé stesso il nome in codice di “Alessio” e quello di “Svetonio” per il suo interlocutore.
Se proverete a capire perché “IDDU” si fosse ribattezzato in quel nome, troverete davvero tanti significati.
Derivato dal greco antico (verbo ἀλέξω) il nome indica colui che si erge a difensore/protettore di valori.
L’imperatore di Russia, padre di “Pietro, il Grande” aveva questo nome.
Su questo nome, la immensa scrittice delle “Memorie di Adriano”, Marguerite Yourcenar, creò uno dei suoi romanzi più belli: “Alexis o il trattato di una lotta vana”.
Insomma, “IDDU” era sì uno stragista e assassino di primo livello, ma anche un uomo di buone letture e conoscenze.
Cosa questa che conferma l’idea che non è vero che il male si ammanta dell’ignoranza per affermarsi.
A meno che il male non si faccia carne della mente altrui…
Vado adesso al punto più importante di questo breve ragionare a voce sussurrata sui pensieri.
Quando arrestai Gaspare Spatuzza per l’assassinio di Don Pino Puglisi mi resi conto, da subito, della minimalità intellettiva che lo connotava.
Lui – come avrebbe detto “Totò U Curtu” – era “un terza elementare“.
Così, infatti, si era auto-definito il “Capo dei Capi” nel corso di un processo.
Ebbene, se Spatuzza era solo un povero e ignorante esecutore, come mai aveva individuato San Giovanni in Laterano come il luogo dove collocare l’auto imbottita di esplosivo?
Quel luogo era la sede anagrafica del Papa, ovvero il suo domicilio giuridico.
Quanti, in Italia, possono dire di conoscere questa circostanza?
Ecco, allora, che l’idea balzana derivante da quel processo e dal ragionamento sulle circostanze si fa forte dubbio.
Chi è la mente raffinatissima che sta dietro “Alessio“, “Madre Natura“, il “Gruppo di Fuoco” e gli altri compagni di merende?
Lorenzo Matassa
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Così l’ultimo padrino parla di sé stesso nelle sue lettere all’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino (“Svetonio”).
MATTEO secondo MATTEO
“Non amo parlare di me. Sono gli altri che lo fanno. E, a quanto pare, ne sanno più di me. Un uomo non può cambiare il suo destino ma lo può vivere con dignità, da uomo vero.
Con la morte ho un rapporto particolare. Da ragazzo la sfidavo con leggerezza da incosciente, da uomo maturo la prendo a calci in testa perché non la temo. Non è una questione di coraggio. Semplicemente non amo la vita. Teme la morte chi sta bene su questa terra e ha qualcosa da perdere. Io non ci sto bene su questa terra, il mondo così com’è non mi appartiene. Quando la morte verrà mi troverà a testa alta e sarà uno dei pochi momenti felici che ho vissuto.
Ho vissuto nel rispetto di chi mi ha educato e fatto da maestro. Grazie a mio padre ho visto ciò che la vita mi ha dato e non ho girato la faccia dall’altra parte e non ho perdonato ciò che non si poteva perdonare.
Ho il rimpianto di non aver studiato, di aver lasciato la scuola. Se potessi tornare indietro conseguirei la laurea ma non perché vorrei un’altra vita, solo per me stesso. Mi resta la lettura anche perché la stupidità mi da fastidio e preferisco starmene a distanza un po’ da tutti, facendo conto solo sulle mie capacità.
Quando uno stato ricorre alla tortura per vendetta che stato è. Uno stato che fonda la giustizia sulla delazione che stato è. Hanno istituito il 41 bis e hanno sospeso i diritti dei carcerati, nelle carceri praticano la tortura. È un paese civile che fa questo? Facciano pure ma ci sarà sempre chi non svenderà la sua dignità.
Forse un giorno si abolirà l’ergastolo ma non si rivedrà la nostra posizione nei processi. Io ho condanne assurde senza uno straccio di prova oggettiva, solo due pentiti contro di me che dicono la stessa cosa e a volte basta un pentito solo o più pentiti che si contraddicono. Ho revocato i miei avvocati e non mi difenderò più, facciano quello che vogliono. La mia non è una sfida, non lancio sfide con le scartoffie, per me la sfida ha un valore nobile.
In Italia c’è stato un colpo di Stato tinto di rosso di alcuni magistrati con pezzi della politica. Descrivono la Sicilia come un’orda di delinquenti e una masnada di criminali ma ha più storia la Sicilia che lo Stato italiano. Parlano di legalità ma vogliono piegarci alle loro regole e ai loro interessi. La storia la scrive chi vince e loro hanno vinto. Noi non abbiamo più niente da offrire chi si sporcherebbe la bocca per noi? Nessuno.
Non ci sono più politici di razza; l’unico a mia memoria fu Craxi e abbiamo visto che fine gli hanno fatto fare. Oggi per essere un politico basta che faccia antimafia, più urla e più strada fa. I politici più abietti sono quelli siciliani che hanno sempre venduto questa terra al potente di turno. Tra quelli che dirigono il paese non vedo uomini, solo molluschi, opportunisti che si piegano come fuscelli al vento. Il peggiore è chi ne sta a capo, un volgare venditore di fumo.
Mia figlia non l’ho mai vista; ha il destino di essere orfana di padre. Se la vita ha tolto a me per dare a lei mi sta bene. Può prendersi tutto ciò che mi resta per darlo a lei. Quando crescerà sarà in grado di capire e potrà giudicarmi. Non accetto il giudizio dei tribunali ma accetterò il giudizio di mia figlia.
La mia mamma ci ha cresciuto nella fede ma a un certo punto Dio non c’era più nella mia vita o forse non gli andava di guardare giù quando si trattava di me. Ma se Dio ha creato il mondo ha creato anche me e ha deciso il mio destino.
Solo Dio può conoscere il vero significato delle mie azioni. Io ho fatto ciò che mi sembrava giusto per me, per la mia famiglia e per tutti; e sono a posto con la mia coscienza: morirò da uomo giusto. Il resto non ha nessun valore.
Mi trovavo a un appuntamento con amici e ci trovai anche un uomo in abito talare. Penso mi conoscesse di fama ma ero stato l’unico a non chiedergli niente.
Mi chiamò in disparte: “Non crede di aver bisogno della benedizione di Dio?”
Risposi: “Padre, se io sono stato nel giusto Dio mi ha già dato la sua benedizione. Se io non sono stato nel giusto, mi perdoni, ma lei non potrà fare alcunché per me”.
Mi mise una mano sulla spalla e paternamente mi disse: “Se hai bisogno della benedizione di Gesù Cristo sai dove trovarmi, ti aspetto”.
Risposi: “La ringrazio, lo terrò presente”.
“Il mio parente mi ha contattato e mi ha fatto sapere che possiamo comunicare tramite lui. Io ho rispettato questo suo desiderio ma preferisco essere io a mandare qualcuno di mia fiducia.
Per la stazione di servizio a Alcamo non si ponga problemi. Se devo trovare una persona a cui intestarla non mi sarà difficile. È ovvio che l’imprenditore deve lasciare una quota per lei e una per me. Comunque per le quote mi deve far sapere cosa vuole fare, cosa vuole lasciare all’imprenditore. Lei mi deve mandare la risposta tramite la stessa persona.
Scriva sul bigliettino Alessio. Lei per me è Svetonio. Dopo averla letta bruci questa lettera”.
“Lei dice di volermi accompagnare in un angolo di Paradiso. Io non posso andarci in quell’angolo di Paradiso. Morirei dentro di me. Non tradirò mai i miei principi, ho un codice d’onore da rispettare, lo devo a Papà, lo devo ai tanti amici che sono rinchiusi e che hanno ancora bisogno di me. Lo devo a me stesso per tutto quello in cui ho creduto, lo devo alla vita che ho scelto di fare. Potevo sparire nel nulla ma non lascerò mai la mia terra”.
Fossi nato due secoli fa avrei fatto una rivoluzione ma oggi c’è quello che chiamano progresso: la gente è attaccata ai soldi, non ha ideali, non ama la terra dove è nata. Io non sono come la gente, ho lottato per i miei ideali anche se erano invisi alle masse; e sappiamo che fine fanno gli idealisti.
Non so se sono stato un grande uomo ma mi sono dovuto misurare con la mediocrità degli altri e, per difendere la mia indipendenza, ho conosciuto la disperazione pura, la solitudine, l’inferno. Sono caduto mille volte e mille volte mi sono rialzato. Sono caduto nella polvere e me ne sono nutrito. Ho conosciuto l’ingratitudine e la solitudine mi ha reso ciò che sono.
Io sono un niente, un perdente, ma se qualcuno avrà bisogno di questo niente sono a sua disposizione. Non ho più sogni ma combatterò fino all’ultimo istante, fino all’ultimo respiro.
Da protagonista.”