Il fatto è avvenuto presso il tribunale di Agrigento, dove si svolgeva il processo a carico di Gian Joseph Morici per diffamazione a mezzo stampa, a seguito di querela presentata dall’ex pentito Calcara per un articolo con il quale Morici aveva definito il querelante “un falso pentito di mafia”.
Nel suo articolo, l’editore della testata La Valle dei Templi, aveva anche riportato che “con le sue false dichiarazioni il Calcara riuscì a stravolgere la vita di un centinaio di famiglie, dando un notevole contributo ai depistaggi che hanno ad oggi impedito che si scoprisse la verità in merito alle stragi del ’92, quando morirono i giudici Falcone e Borsellino e gli agenti di scorta”.
Un processo per diffamazione che ha riservato non poche sorprese e momenti di tensione, con la parte offesa (Vincenzo Calcara) che ha dichiarato in aula fatti inediti che lo riguardavano, compreso un omicidio per il quale non era mai stato neppure indagato.
Calcara, nel corso del processo a Matteo Messina Denaro, tenutosi a Caltanissetta per le stragi del ‘92/’93, era stato definito dal procuratore Paci un “inquinatore dei pozzi” che aveva sempre taciuto il ruolo dell’attuale latitante Matteo Messina Denaro, ammettendone poi la presenza nel corso di un incontro preparatorio all’uccisione del Giudice Paolo Borsellino soltanto durante la sua deposizione al processo per diffamazione a carico di Morici.
Nel corso del processo a Morici, sono stati ascoltati in aula l’ex pm della Dda di Palermo, Massimo Russo, il quale ha ricordato come l’ex pentito non avesse mai parlato di Matteo Messina Denaro, e due collaboratori di giustizia (Vincenzo Sinacori e Franco Milazzo) che hanno riferito come il Calcara non fosse mai stato un uomo d’onore, nè un ‘uomo d’onore riservato’ di Francesco Messina Denaro, come lo stesso si era sempre dichiarato.
Per la cronaca, Morici venne poi assolto dall’accusa di diffamazione aggravata, promossa dall’ex pentito poiché nel suo articolo non venivano ravvisati elementi di reato.
Tra i comportamenti assai discutibili mantenuti dal Calcara nel corso del processo a Morici, val la pena di ricordare come durante un’udienza alla quale si trovava ad assistere il responsabile nazionale dei familiari vittime di mafia – dell’associazione “I cittadini contro le mafie” – a seguito della sua reazione scomposta, l’ex pentito era stato invitato dai carabinieri ad abbandonare l’aula.
Nonostante ciò, successivamente, dinanzi l’ingresso del tribunale, inveiva e insultava i familiari delle vittime di mafia dei quali evidentemente non aveva gradito la presenza nell’aula giudiziaria.
L’episodio più grave, è quello verificatosi all’udienza del 27 maggio del 2021, allorquando era presente l’avvocato Giovanna Angelo, difensore legale dell’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino – da poco deceduto – che era stato accusato da Calcara di essere il reggente della famiglia mafiosa. Reato per il quale era stato assolto pochi anni dopo.
Calcara, vedendo l’avvocato Giovanna Angelo, dopo averle provocatoriamente fatto le condoglianze per la morte del suo assistito, tornava ad avvicinarla pronunciando minacciosamente la frase: “Ci saranno altre condoglianze”.
Per questi fatti, l’ex pentito è stato oggetto di decreto di citazione diretta a giudizio per rispondere di minacce (art 612 cp) con la recidiva reiterata e specifica.
Non è questo l’unico procedimento in corso che vede imputato l’ex pentito Vincenzo Calcara, il quale è stato anche chiamato a rispondere dinanzi al Tribunale di Catania del delitto di calunnia e diffamazione aggravate e continuate, in danno del procuratore Gabriele Paci e dell’avvocato Fabio Trizzino – quest’ultimo legale dei figli del giudice Paolo Borsellino – oggetto di una serie di esposti e missive inviate alla Corte di assise di Caltanissetta e a diversi organi istituzionali, addebitando loro fatti infamanti e assolutamente non veritieri.
L’udienza che vede imputato l’ex pentito Vincenzo Calcara per aver minacciato l’avvocato Giovanna Angelo, si terrà giorno 4 aprile 2023, dinanzi al giudice Zampino del Tribunale di Agrigento.