Quello che leggerete non è il frutto della mia fantasia.
So bene che non mi crederete.
Ma dovete fidarvi.
Ho cercato solo di rendere più fluido il dialogo e togliere ciò che appesantiva la lettura, ma quello che ho ricostruito è la fedele trasposizione di un atto processuale nella sua verità.
Anche il titolo non è una mia invenzione…
Teste: “Consapevole della responsabilità che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”
Giudice: “Buongiorno, Padre. Può dirci quale sia la sua attività?
Teste: “Sì, faccio l’esorcista e discernimento, mi occupo dei disturbi delle persone, della loro liberazione.
Giudice: “Che differenza esiste tra l’esorcismo e la liberazione?”
Teste: “Beh… non è facile da spiegare… c’è un rito, c’è un rituale e la parte più forte delle preghiere contenute in questo rituale sono due: una si chiama “formula invocativa”, l’altra “formula imperativa”. Allora, la “formula invocativa” è: “Signore libera questa tua creatura da ogni possessione, ossessione, oppressione, vessazione”.
Ecco, è così… Invece la forma o “formula imperativa” è: “Satana, vai via per l’autorità che mi ha dato il Vescovo e perché Dio te lo comanda, vai via e lascia in pace questa persona”.
Questo comando non è così semplice… non può essere dato da chiunque perché chi non è autorizzato può subire gravi reazioni da parte del maligno. Satana può aggredire. Ferocemente.
Giudice: “È giusto dire che ci vuole una speciale autorizzazione del Vescovo per praticare degli esorcismi?”
Teste: “Sì. Proprio così.
Se non sei abile ed autorizzato da Santa Madre Chiesa puoi farti molto male”.
Giudice: “Perché ci si può fare così male?”
Teste: “Perché il diavolo non deve essere mai sfidato, ma rimosso e basta”.
Giudice: “Difficile da comprendere. Può essere più preciso?”
Teste: “Beh… non è facile da spiegare… ogni giorno ricevo più di venti famiglie. Alcune vengono per la prima volta e sono disperate.
A queste faccio la preghiera di benedizione, la preghiera di perdono, la preghiera di adesione e poi la preghiera di liberazione. Soprattutto la preghiera di perdono, perché chi è incappato in questo disturbo si può liberare solo se perdona chi gli ha fatto del male.
Perché – è a tutti noto – che ci sono circa seicento maghi a Palermo e dintorni. Poi ci sono circa duemila maghi in tutta la Sicilia, ma la capitale della magia è Torino. Questa gente rovina le persone con sortilegi e fatture incredibili anche facendosi dare tanti soldi. Il prezzo medio di una fattura e cinquemila euro, ma arrivano a pagare molto di più quando la fattura vuole determinare la morte di qualcuno…”
Giudice: “Sì, ma non ha chiarito perché il diavolo non deve essere sfidato…”
Teste: “Ma vuole scherzare? Si vede che non ha mai provato a sfidare il diavolo… Ha idea di cosa può fare Belzebù se portato alla contesa?
Ha idea di cosa può fare Asmodeo? Il demone Asmodeo, ad esempio, quando è stata fatta una fattura sulla paternità o sulla maternità, ovvero la possibilità di sposare… è un tormento terribile. Se devono ficcare con il marito, per esempio, allora le donne hanno dolori acutissimi nell’incontro.
Il marito, se è posseduto, è impotente.
Non possono avere figli, oppure il diavolo provoca loro delle malattie legate all’apparato genitale, ecco… tante malattie non dipendono dall’ordine naturale, ma sono causate da Satana.
Lui fa il male e sparisce.
Così le guarigioni diventano impossibili…”
Giudice: “Ma quanti diavoli esistono?”
Teste: “Tanti. Davvero tanti e tutti pericolosissimi. Ogni demone ha la sua specialità. Astaroth, per esempio, seduce con la pigrizia e la vanità.
Ne esistono più di trecento, ma alludo a quelli conosciuti e catalogati secondo la lista ufficiale dei demoni.
Deve sapere che la demonologia non è poi una scienza così esatta…”
Giudice: “Comprendo… anzi, provo a comprendere… ammetterà che è non è operazione semplice l’intuire come il diavolo si manifesti e cosa debba essere fatto per combatterlo.
Occorre sempre fare qualcosa per evitare che il diavolo ti colga impreparato.
Non ricordo chi lo diceva…”
Teste: “Sant’Agostino. Era il santo filosofo della cristianità.”
Giudice: “Vedo che è preparato anche sul piano della ricerca filosofica. Tuttavia, dobbiamo tornare al motivo per cui lei, oggi, è stato chiamato a rendere testimonianza…”
Teste: “Sì… all’equivoco del diavolo.”
Giudice: “Lo chiama così?”
Teste: “Non lo chiamo io così. Tutti gli esorcisti sanno esattamente cosa sia e come debba essere gestito da un vero professionista della materia che abbia a cuore non solo le sorti dei suoi pazienti, ma, soprattutto, la propria.”
Giudice: “Bene, penso dovrà spiegare a noi tutti cosa sia questo equivoco.”
Teste: “Come pensa sia fatto Satana? Lo immagina con la pelle rossa ed inondato di fuoco?
Lo vede con la coda dalla punta acuminata? Ha forse le corna? Lo sente parlare con l’eco proveniente dalla sua impenetrabile caverna dall’oltretomba? Pensa davvero che abbia, tra le mani, un tridente con il quale colpisce gli sventurati?”
Giudice: “È il diavolo degli spot pubblicitari. Forse si avvicina di molto a quello vero, ma è lei l’esperto e sulla sua esperienza confidiamo.”
Teste: “Non faccia troppo lo spiritoso. Ne ho visto tanti di spiritosi come lei sbarrare gli occhi e trattenere il respiro per la paura una volta entrati in contatto con questa incredibile entità del male. Sono gli stessi che, davanti ad un tavolo che cammina da solo o a una donna che parla in aramaico mentre sei uomini non riescono a trattenerla, invocano per pietà l’intervento dell’esorcista…”
Giudice: “Sarà così, ma adesso ci spieghi cos’è l’equivoco del diavolo…”
Teste: “Il diavolo conosce l’uomo più dell’uomo stesso.
Questa è l’idea dalla quale dobbiamo partire per cominciare a comprendere il maligno e – comprendendolo – cercare di contrastarlo sul suo stesso terreno e attraverso le opere più adeguate”.
Giudice: “Come non essere d’accordo in questa idea…”
Teste: “Sì, ma appena arriverò all’estreme conseguenze del mio procedere nella logica esorcistica sono certo che il suo consenso verrà meno…”
Giudice: “Beh… proviamo ad esplorarla…”
Teste: “Perché nasce il diavolo nei pensieri del Creatore di tutte le cose?”
Giudice: “Non lo so. Me lo dica lei…”
Teste: “È semplice. Perché l’uomo ponga in dubbio l’esistenza di Dio e, così facendo, metta in crisi la sua stessa fede.
In altre parole, l’uomo, domandandosi come mai il bene possa avere creato il male, viene a dubitare della stessa esistenza del bene, ma questo dubbio e questa lotta contro il male permettono al bene di affermarsi secondo il progetto divino.”
Giudice: “Ammetterà che è un progetto complicato. Forse sarebbe stato più semplice congegnare un mondo senza il male e basta…”
Teste: “Un pensiero di semplicità atea. Invece è chiaro che il male viene al mondo perché il bene possa vincerlo. In questa lotta sta il senso del nostro vivere religioso.”
Giudice: “Bene. Ma l’equivoco del diavolo?”
Teste: “Spesso il diavolo usa le donne per manifestarsi.
Il motivo esatto non si conosce e, forse, non lo si conoscerà mai.
Io ho un’idea al proposito, ma non so se questa testimonianza e questo processo siano il luogo giusto per manifestarla…”
Giudice: “Solo dopo averla manifestata potremo dire se era giusto manifestarla e, quindi, la manifesti pure purché arrivi alla risposta sulla domanda.”
Teste: “La donna genera la vita e la protegge nel suo grembo.
È la donna che, fecondata, crea, attraverso se stessa, una nuova esistenza. Così è per natura ed è, quindi, logico che il diavolo cerchi il corpo della donna per trovarvi strumento della propria riproduzione.
Non è solo leggenda, ma in uno dei testi storici di demonologia – il “Malleus Maleficarum” – si parla di questa necessità procreativa.
In Roma antica e fino al medioevo erano noti i succubi, demoni dall’aspetto femminile che seducevano gli uomini, specialmente maschi appartenenti all’ordine religioso, al fine di avere rapporti sessuali e così renderli sottoposti alla volontà del succubo.
Non è un caso che, in latino, la parola succuba indichi l’amante…”
Giudice: “Padre, questo è un processo e la sua è una testimonianza. Non posso consentirle di sconfinare su scenari che nulla hanno a che fare con i temi del processo…”
Teste: “Ma è lei che mi ha chiesto di spiegare l’equivoco del diavolo ed io questo sto facendo. Se non vuole che continui, mi fermo qui.”
Giudice: “No. Continui pure, ma cercando di rimanere con i piedi per terra.”
Teste: “Come se fosse facile restare ancorati alla terra quando dell’extra terreno parliamo… ed allora… vi sono i succubi e gli incubi.
I succubi appaiono agli uomini sotto forma di giovani donne di infinita bellezza, con capacità seduttive ed erotiche senza pari, derivanti dalla loro stessa natura diabolica.
Gli incubi, invece, sono i demoni trasportatori del seme ottenuto e che – nelle notti insonni degli uomini – fecondano le donne iniettando in esse il diabolico. Per questo motivo gli incubi si chiamano ancora oggi così e tormentano le notti insonni degli umani.
Posso leggerle qualcosa tratta dal testo sacro della demonologia?”
Giudice: “Faccia pure, ma non dimentichi di rispondere all’equivoco…”
Teste: “Leggo dal più famoso manuale di anti-stregoneria di Sprengher e Kramer del XV secolo: “Noi diciamo pertanto tre cose: in primo luogo che questi diavoli commettono sconcissimi atti venerei non per godimento, ma per infettare l’anima e il corpo di coloro dei quali sono succubi o incubi. In secondo luogo che, con un atto simile, ci può essere una completa concezione o generazione da parte delle donne, perché i diavoli possono portare il seme umano nel luogo conveniente del ventre della donna e accanto alla materia qui predisposta e adatta al seme. In terzo luogo, nella generazione di siffatte cose ciò che avviene attribuito ai diavoli è solo il moto locale e non la stessa generazione, il cui principio non è una della capacità del diavolo o del corpo da lui assunto, ma di colui al quale appartenne il seme per cui, chi è generato, non è figlio del diavolo ma di un uomo.»
Grazie a questo manuale ed alle sue prescrizioni fu condotta una delle più massicce battaglie contro le streghe e altri demoni nella Germania del periodo medioevale…”
Giudice: “Da questa sua citazione cosa esattamente dovremmo desumere?”
Teste: “Strano che un uomo come lei non abbia ancora compreso…
Eppure è semplice: il diavolo – per necessità connesse al suo stesso riprodursi – si rifugia nel sesso delle donne e lì un bravo esorcista sa come estirparlo e disattivarlo senza, per ciò, cadere nelle sue spire.
L’equivoco del diavolo nasce ogni volta che il guaritore viene, a sua volta, attratto da quel luogo magnetico e avvolgente e se ne lascia annientare.
Belzebù conosce l’uomo e gioca con le sue debolezze.”
Giudice: “E, quindi, cosa deve essere fatto per non incorrere nell’equivoco del diavolo?”
Teste: “Essere candidi come colombe ed attenti come serpenti.
Una donna posseduta dal demonio è come un congegno esplosivo e deve essere avvicinata e maneggiata con la cura e la competenza che si deve ad un ordigno che – se non ne conosci i meccanismi – può esploderti tra le mani distruggendo tutto quello che si trova attorno.
Solo chi conosce l’equivoco ed i suoi effetti può disattivarli senza farsi del male.
Ha compreso adesso?”
Giudice: “No. Solo comprendo che il diavolo crea gli equivoci e gli uomini li inseguono…”
Lorenzo Matassa