Sembra un gioco di parole, viceversa è un’interazione di importanti concetti.
Tanto rilevanti da determinare ogni attimo del nostro vivere sociale quotidiano.
In mezzo a questi altisonanti principi, infatti, si muove e si eleva l’idea stessa di Libertà.
Il problema è, letteralmente, esploso nella politica mondiale per effetto della pandemia.
Fino a che punto un governo – che si definisca democratico – può limitare le libertà dei suoi cittadini?
In realtà, il tema era assai caro agli antichi Greci ed ai Romani, fondatori di ciò che oggi è la civiltà occidentale.
Il Diritto regge le regole che garantiscono la Libertà e quest’ultima si fa espressione politica di democrazia.
Enunciata così questa verità può pure apparire assai semplice, ma – paradosso della Storia – l’epidemia “spariglia” il gioco dei principi.
Così la Legge – spesso non più dialogando con il Diritto – impone sempre nuovi vincoli che affievoliscono le libertà democratiche.
L’epidemia genera malattia e morte, ma anche la restrizione delle libertà genera la progressiva debilitazione della democrazia…
Occorre fermarsi un attimo a pensare.
Necessario sarebbe meditare se il futuro di tutto ciò non possa diventare una pericolosa deriva con l’abdicazione a idee e valori faticosamente raggiunti.
Fino ad oggi, il Diritto ha dimostrato la sua debolezza per la semplice ragione che non ha saputo dissolvere il primo e principale nemico: l’incertezza.
La scienza giuridica – ti insegnano al primo anno di Giurisprudenza – impone la certezza.
Un’idea non può definirsi giuridica se non è chiara e il Diritto è l’arte di tracciare i giusti limiti.
“Se non è chiaro, non è giuridico” ripeteva, disperatamente, il maestro Vittorio Scialoja.
Dopo più di due millenni di civiltà il nostro paese è piombato nell’incertezza del Diritto su ogni scenario dell’ordinato vivere sociale.
Un Paese incerto difficilmente può progettare il suo futuro, perchè solo in un regolato ordine sociale può esistere il progresso.
Per altro verso, occorre rimeditare il concetto di Democrazia sperimentato fino ad oggi.
Si è delegata la Democrazia soltanto alla politica, dimenticandosi che la prima cosa edificata nell’antica Grecia era l’Agorà.
Era, questo, il luogo in cui tutti i cittadini discutevano e decidevano del loro stesso futuro.
La Democrazia non è fatta solo di libertà di voto e di elezione, ma anche e soprattutto di doveri partecipativi alla crescita del bene comune.
D’altronde la parola Politica ha la sua radice storica nell’idea di “Polis” greca, ovvero città.
Come dire che fuori dal bene e dal futuro del luogo da tutti vissuto non può esistere nessuna politica…
Lorenzo Matassa