ROMA – Dati incerti sul numero di giocatori patologici, difficoltà nell’erogazione delle risorse di prevenzione e cura, scarsa partecipazione delle amministrazioni centrali. Il bilancio della Corte dei Conti sul Fondi per il gioco d’azzardo patologico rileva più di un punto critico a quasi cinque anni dalla legge di stabilità 2016 che ha istituito il tesoretto da 50 milioni di euro annui destinati alle Regioni per il contrasto alla ludopatia. La relazione sullo stato di attuazione della norma – che Agipronews ha potuto visionare – evidenzia problematiche sin dall’istituzione del Fondo, a partire dal criterio utilizzato per la divisione delle risorse. Inizialmente pensato sul numero di giocatori patologici censiti dai Servizi per le Dipendenze, il metodo si è poi basato sul dato relativo alla popolazione residente.
«Allo stato attuale – scrive la Corte – non si ha un quadro reale di quanti malati siano in cura presso le strutture ambulatoriali, quanti presso le strutture residenziali, quanti presso le strutture semiresidenziali». Difficoltà sono poi emerse «anche in merito alla procedura di valutazione dei Piani regionali di contrasto alla ludopatia» da parte dell’Osservatorio sul gioco patologico del Ministero della Salute; nodo poi risolto solo dopo una decisione del Tar, che ha portato all’erogazione delle prime risorse «a distanza di 1 anno e 7 mesi dal decreto di ripartizione». In totale, per il periodo 2016-2020, alle regioni sono stati assegnati 143,5 milioni di euro «principalmente in conto residui», ma solo nel 2020 «si è proceduto, al fine della erogazione dei fondi per l’anno 2018, alla valutazione e alle approvazioni delle programmazioni regionali 2018-2019». Uno slittamento in questo caso causato dalla ricostituzione nel 2019 dell’Osservatorio sul gioco patologico, tenuto a rilasciare i pareri sulle programmazioni regionali.
Le difficoltà causate dalla pandemia hanno poi ulteriormente ritardato l’erogazione dei fondi: come rileva la Corte, solo per il Friuli è stato possibile erogare la quota 2019 (circa un milione), visto che è stata l’unica regione «in grado di anticipare il finanziamento atteso e di sviluppare parte delle attività previste». Nella maggior parte dei casi, riporta Agipronews, le risorse fin qui distribuite sono state utilizzate per ricerche sui dati di contesto regionale, per campagne di comunicazione e attività di natura informativa, soprattutto nelle scuole. In questo senso è però mancato l’apporto del Ministero della salute e dell’istruzione: «Sarebbe stato importante che le due amministrazioni centrali si fossero fatte patrocinatrici di pari iniziative nell’ambito delle scuole medie superiori e degli istituti universitari», continua la Corte. Iniziative di questo tipo «sarebbero forse percepite come un segnale di reale coinvolgimento e partecipazione istituzionale».
Fondo gioco patologico, Corte dei Conti: necessaria piattaforma unitaria per il monitoraggio dei risultati
ROMA – Oltre al maggiore coinvolgimento delle istituzioni statali, nello sviluppo di piani di contrasto alla ludopatia diventa fondamentale la creazione di una piattaforma unitaria sui giocatori patologici. «Appare primaria – si legge nelle raccomandazioni della Corte dei Conti visionate da Agipronews – l’esigenza di sviluppare una piattaforma unitaria per la conoscenza dei dati» sui giocatori patologici, «recuperando i ritardi registrati e soprattutto assicurando reale interoperabilità tra sistemi informativi dello Stato e delle regioni». Un aspetto che «rappresenta il punto di partenza ineludibile» per assicurare «effettiva concretezza alle diverse disposizioni in tema di monitoraggio che si sono succedute, senza in realtà apprezzabili risultati». La Corte rileva in effetti come «non sia ancora definito un sistema di verifica, ex ante e ex post, dell’efficacia della misura intrapresa, non solo in termini di risultati raggiunti, ma anche di coerenza con i presupposti» che hanno portato alla creazione del Fondo. Una migliore conoscenza sarebbe invece essenziale per quantificare le «risorse da riportare al numero di casi effettivamente registrati» e per sviluppare una «corretta programmazione centrale e territoriale». Per i giudici contabili sarebbe poi utile ipotizzare «una diversa e alternativa modalità di copertura finanziaria del Fondo», che passi «anche attraverso l’individuazione di nuove forme di finanziamento». Cruciale in questo senso è sempre «il raccordo tra diversi livelli di governo, tra amministrazioni centrali e regioni», senza perdere di vista «le interrelazioni con i profili più generali in tema di tutela della concorrenza», presupposto per continuare ad assicurare un livello adeguato di entrate fiscali.