ROMA – Raccoglieva scommesse sul suo conto di gioco per un bookmaker privo di concessione. Per questo, riporta Agipronews, il gestore di una sala in provincia di Palermo è stato condannato a sei mesi di reclusione, con l’accusa di raccolta abusiva. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte di Appello palermitana, che ha accertato attività illecite dal 2009 al 2013. Gli elementi raccolti a carico dell’imputato «configurano la struttura organizzata predisposta per l’attività illecitamente svolta con l’interposizione del prevenuto, attraverso il conto a lui intestato, nel rapporto tra lo scommettitore e il bookmaker». La sentenza impugnata ha quindi applicato correttamente il principio enunciato dalla stessa Cassazione «di sanzionare penalmente gli intermediari dei bookmaker», scelta «giustificata dall’esigenza di evitare infiltrazioni da parte della criminalità organizzata». Ad aggravare la posizione dell’imputato c’è la durata dell’attività illecita. Risulta quindi irrilevante che al momento dei controlli siano state scoperte solo tre ricevute di scommesse per un importo totale molto basso: «Non è al valore delle giocate effettuate al momento dell’emersione della “notitia criminis” che può essere parametrata la gravità della condotta – spiegano i giudici – dovendo la stessa essere apprezzata in relazione all’entità della lesione arrecata al bene giuridico tutelato». È stata invece annullata senza rinvio la pena accessoria sulla interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, che è prevista solo per i reati di frode in competizioni sportive.