“Botta di sali”, avrebbe detto mio nonno, serviva un pronunciamento dei giudici amministrativi per decidere che non si potrà cacciare quello che non c’è?
A sentire l’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla che ha illustrato il pronunciamento dei giudici amministrativi in merito all’approvazione del calendario venatorio, pare che dal 1° al 10 gennaio 2022 non sarà possibile cacciare (oltre che la beccaccia) la tortora selvatica.
E chissà quanto hanno dovuto studiare per arrivare a una simile decisione.
Avranno passato notti insonni a leggere libri di ornitologia, su ricerche sulla riduzione demografica della specie, prima di arrivare a una simile conclusione.
Il tutto a spese dei poveri contribuenti.
Ora è vero che la propaganda anti-migranti fa presa sugli italiani; è vero che la tortora selvatica è un migratore, e quel che è peggio è il fatto che anche lei arriva dall’Africa sub-sahariana; è vero anche che neppure il Generale Inverno (che da noi al massimo per temperature sarebbe un Caporale) ferma i migranti, ma se solo mio nonno fosse ancora vivo, avrebbe detto: “Botta di sali, ma nuddu ci dissi a sti judici e politici ca li turturi serbaggi cca’ arrivanu n’primavera?” che tradotto significa: botta di sale ma nessuno ha detto a questi giudici e politici che le tortore selvatiche qui arrivano in primavera?
Già, infatti il selvatico a cui i giudici hanno vietato la caccia nei primi giorni di gennaio, è un migratore che sverna in… Africa.
Ora, tranne che il cambiamento climatico non abbia innalzato le nostre temperature portandole ai livelli di quelle del Sahel, è veramente difficile ipotizzare che nel mese più freddo siciliano allegre comitive di tortore ubriache o impazzite decidano di venire in gita in terra di Trinacria.
Il prossimo passo?
L’esclusione dell’orso polare, del rinoceronte e del canguro, dalle specie cacciabili in Sicilia, e forse anche del… Tirannosauro Rex.
“Botta di sali”, tornerebbe a dire mio nonno…
Gjm