A seguito del pronunciamento del Tar Lazio che il 16 febbraio 2021 aveva accolto il ricorso presentato dal Procuratore Generale di Firenze Marcello Viola, contro la nomina di Michele Prestipino Giarritta a Procuratore della Repubblica di Roma, sia Prestipino Giarritta che il Csm, avevano proposto appello al Consiglio di Stato.
Il Consiglio di Stato, in data odierna, ha respinto i ricorsi presentati, confermando la decisione del Tar Lazio, ritenendo illegittima la delibera del Csm perché basata su una proposta della Quinta Commissione che, ritornando inspiegabilmente sulle proprie determinazioni aveva escluso immotivatamente Viola dai candidati da proporre, valutando e comparando in modo illegittimo le rispettive attitudini direttive di Michele Prestipino Giarritta, Procuratore aggiunto di Roma, e di Marcello Viola, Procuratore Generale di Firenze.
Viola – rappresentato e difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – che il 23 maggio 2019 aveva ottenuto dalla V Commissione del Csm quattro voti favorevoli per la nomina a capo della procura capitolina, contro un voto favorevole per Francesco Lo Voi e uno per Giuseppe Creazzo, si era vista bloccata la nomina a Procuratore di Roma, quando la stampa, nel dare la notizia delle intercettazioni a carico del pm Luca Palamara, riportava anche il suo nome, nonostante a suo carico non emergesse nulla, e nonostante lo stesso fosse parte lesa.
Il 14 gennaio 2020 la commissione formulava tre nuove proposte: Lo Voi, Creazzo e Prestipino Giarritta, già incaricato come ‘facente funzioni’ di Pignatone, del quale era considerato l’erede, escludendo Viola e nominando Prestipino alla guida della Procura di Roma.
Viola impugnava dunque la proposta formulata il 14 gennaio dalla V Commissione del Csm, nonché il provvedimento con il quale, nella seduta del 19 settembre 2019, la stessa Commissione “preso atto del materiale istruttorio proveniente dalla Prima Commissione”, aveva stabilito la revoca della proposta originaria del 23 maggio 2019 formulata a favore di Marcello Viola, Giuseppe Creazzo e Francesco Lo Voi, proponendo, per il conferimento dell’incarico, gli stessi magistrati indicati nell’originaria seduta, ma con l’unica eccezione di Viola, al quale sostituiva Prestipino Giarritta.
Una revoca senza motivazioni e in assenza di manifesti vizi di legittimità, o manifeste o comunque dichiarate ragioni di sconvenienza, che mettevano all’angolino il Procuratore Generale di Firenze, indicato dall’ex consigliere del Csm Spina – nel corso di un’intercettazione – come “l’unico non ricattabile”.
Una brutta pagina quella scritta dal Csm in merito alle nomina del Procuratore di Roma, scritta proprio nel momento in cui la magistratura si trova a vivere uno dei momenti peggiori della storia della Repubblica.
(Il 13 maggio verrà trattata la domanda cautelare sull’appello Prestipino, con appello incidentale Csm, contro l’altra sentenza del Tar Lazio- che aveva accolto il ricorso Lo VOI).
Gian J. Morici
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