Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata della Memoria intende proporre una giusta riflessione su un tema doloroso, che ha segnato la storia dell’Umanità, per mantenere vivo il ricordo dello sterminio del popolo ebraico e di tutte le persone vittime dell’odio nazifascista.
La giornata celebrativa fu istituita il 1° novembre del 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare tutte le vittime della Shoah. La data del 27 gennaio fu scelta per ricordare la liberazione dai campi di sterminio degli ebrei, ancora rimasti in vita, da parte dell’Armata Rossa.
Secondo il testo dell’Assemblea Generale del 2005, ogni anno, il 27 gennaio, tutti gli Stati membri dell’ONU hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future “le lezioni dell’Olocausto”.
Per tale ragione è stata istituita una task force internazionale per l’educazione, la ricerca ed il ricordo. L’obiettivo è la negazione assoluta dell’Olocausto come evento storico. E per raggiungere tale obiettivo è richiesta, tra le altre cose, la conservazione dei luoghi che ospitavano i campi di concentramento, di lavoro e di sterminio.
Il Nostro Paese, in linea con le Nazioni Unite, nel 2000 ha approvato la legge numero 211 che prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi rivolti in particolare alle scuole, affinché “simili eventi non possano mai più accadere”.
Mai più. Proprio per questo motivo è fondamentale ricordare una delle pagine più cupe della nostra memoria storica.
Quella pagina cupa affonda le sue radici malate nel cuore dell’Europa di metà ‘900.
Da quelle radici malate non poteva germogliare nuova vita, ma poteva solo esplodere il germe del Male portatore di Morte. E così fu: 6 milioni di ebrei perirono sotto l’odio dei più violenti odiatori che l’Umanità abbia mai conosciuto.
Nulla accadde per caso, perché tutto fu pianificato e avvenne davanti agli occhi bendati di popoli complici del regime nazifascista che, malato di odio e affamato di potere, avviluppò una parte di Umanità nella sua politica razzista e antisemita.
Ghetti. Deportazioni. Leggi razziali. “Soluzione finale della questione ebraica”.
In queste poche parole si consumò la più grave violazione dei Diritti Umani nel cuore pulsante di quell’Europa che voleva sognare la sua potenza e il suo progresso in grande, ma lasciò che i propri sogni si materializzassero in mostruose forme di violenza. E fu morte e distruzione dell’Uomo e dell’Umanità.
L’odio di pochi divenne l’odio di tutti ed iniziò a correre veloce sui treni della morte che trascinavano all’inferno. La Scienza e la Legge non seppero fermare i troppi treni che partivano dalla bella Europa e si fermavano nell’Ade. Del resto, lo diceva la Scienza che gli ebrei erano inferiori e l’aveva istituita la Legge la politica del diverso!
Hitler, Mussolini, i gerarchi nazisti, i fascisti nostrani, sempre quei pochi, consegnarono alla società civile il virus dell’odio. E consegnarono ai campi di morte uomini, donne e bambini senza colpe. Se non una, come scrisse qualcuno, quella di essere nati!
Spogliati dei loro beni, privati delle loro case, delle loro scuole, del loro lavoro, dei loro diritti, del loro nome, della loro famiglia, dei loro capelli, dei loro denti, della propria dignità. Ridotti a un mucchio d’ossa che spesso periva prima di entrare nelle camere a gas, il popolo ebraico lasciò, con la sua ingiusta e atroce morte, il mondo orfano di 6 milioni di fratelli.
Tutti furono i carnefici. Perché la NSDAP, il PNF, Auschwitz, Dachau, Buchenwald, la Risiera di San Sabba, il convoglio RSHA che partiva da Milano, il ghetto di Varsavia, le SS, l’OVRA e tutto quello che ebbe origine durante i due regimi totalitari appartiene a tutti, perché ognuno ha la sua parte, piccola o grande, di responsabilità.