di Lucia Elia
Ogni giorno si riscontra un pericoloso e progressivo innalzamento dell’inquinamento ambientale, che deturpa il valore del territorio e dei suoi prodotti.
Occorrono azioni mirate politiche e civili, per contrastare il fenomeno.
STRADE CONTAMINATE
Da qualche giorno l’amministrazione del Comune di Castelvetrano condivide sul proprio profilo Facebook le immagini dell’abbandono selvaggio dei rifiuti per le vie della città.
La pubblicazione del post rappresenta un forte segnale di denuncia istituzionale, che dovrebbe tradursi in provvedimenti concreti.
L’esigenza di intervento non si può limitare esclusivamente alla pulizia e al monitoraggio del centro abitato.
Andrebbero sgombrate e tutelate tutte le aree di campagna adiacenti alla città, che da diversi anni sono diventate abusivi punti di raccolta di rifiuti ingombranti.
QUELLO SCARICO NEL MARE
Purtroppo La Città degli Ulivi e dei Templi nell’autunno della molitura delle olive dimentica il suo mare.
Diverse testate giornalistiche hanno denunciato l’impressionante annerimento delle acque del Modione.
Fenomeno che ogni anno, in occasione della frangitura per la produzione dell’olio, colpisce i fiumi di diverse località in Sicilia.
“I rilevamenti effettuati hanno dimostrato che, oltre alle sostanze provenienti da probabili scarichi abusivi, nel Modione è presente anche l’acqua di vegetazione, cioè lo scarto prodotto dai frantoi”.
A ribadirlo è Claudio Lombardo, Presidente della delegazione agrigentina dell’Associazione Nazionale Mareamico che ha presenziato alle operazioni di rilevamento (link in basso).
Ci chiediamo come sia possibile che un’eccellenza così importante per il territorio, che è l’olio di nocellara del Belice, possa avere un impatto ambientale così alto.
Nino Centonze, titolare della tenuta Case di Latomie, che vende l’olio di Castelvetrano in tutto il mondo, spiega che i controlli durante tutte le fasi produttive sono effettuati sia dagli enti certificatori ma anche dai numerosi organismi statali che si occupano di sicurezza alimentare.
“Per avere le certificazioni IGP e DOP, ogni attore, dall’agricoltore al confezionatore è sottoposto a numerosi controlli, che non attengono esclusivamente alla provenienza territoriale delle olive ma coinvolgono i vari aspetti della produzione.
Sono previste ispezioni periodiche, campionamenti ed analisi degli oli atti alla certificazione, verifiche sulla tracciabilità dei lotti e certamente anche sul corretto smaltimento dei prodotti di scarto”.
Nonostante i controlli ogni anno continua a verificarsi lo stesso fenomeno.
UNA SOLUZIONE NELLA MISSION DELLE IMPRESE
Aziende produttrici, cittadini e associazioni di settore locali (ad es. la delegazione territoriale di Legambiente), possono comunque prendere in mano la situazione.
La costituzione di un consorzio per la produzione etica, con il patrocinio dell’amministrazione locale e delle associazioni di settore, potrebbe rappresentare un punto di svolta.
I frantoi, così, potrebbero impegnarsi a garantire ed attestare il corretto smaltimento del 100% dei prodotti di scarto della molitura.
Gli agricoltori potrebbero scegliere di portare le loro olive esclusivamente ai frantoi aderenti.
In questo modo si promuove una nuova mentalità per la difesa dei fiumi e del mare.
Una tutela anche per l’olio, che con un impatto ambientale così alto e in assenza di principi di produzione etica non può rappresentare un’eccellenza del territorio a trecentosessanta gradi.
Maggiori info su rilevamenti alla foce del Modione