Mentre con il decreto interministeriale del 27 maggio 2020 il Ministero dell’Interno consentiva ai migranti – anche arrivati in maniera irregolare – di poter ottenere un permesso di soggiorno temporaneo, purchè soggiornanti nel nostro Paese da prima dell’8 marzo 2020, i ritardi di alcune prefetture e questure pongono un serio problema di disagio e di negazione del diritto alla salute ai migranti regolari.
I gravi ritardi nel rilascio dei rinnovi dei permessi di soggiorno a cittadini migranti regolarmente presenti sul nostro territorio, rischiano infatti di creare enormi problemi anche di carattere sanitario, poiché in assenza di un regolare permesso il cittadino straniero non può ottenere neppure l’assistenza medica se non di carattere straordinario o nella qualità di “Straniero Temporaneamente Presente”, che prevede soltanto alcune tipologie di cure e di interventi ambulatoriali e ospedalieri, lasciando totalmente scoperta l’assistenza sanitaria per i casi non previsti e dei quali beneficia invece il cittadino italiano e lo straniero al quale il permesso di soggiorno viene rilasciato entro i termini previsti dalla legge.
Si arriva così al paradosso della concessione di un diritto ai migranti irregolari – magari arrivati con uno dei tanti sbarchi fantasma sulle nostre coste, purchè prima della fatidica data dell’8 marzo 2020 – negando lo stesso diritto a quanti arrivati regolari e soggiornanti sul nostro territorio da lungo tempo.
Se infatti la legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno entro il termine di 60 giorni, alcune questure hanno tempi di gran lunga superiori, arrivando, talvolta, a rilasciare il permesso in prossimità della scadenza dello stesso. In particolare nelle cosiddette questure di frontiera, dove il personale impegnato negli uffici talvolta è insufficiente e costretto a svolgere diverse mansioni. È pur vero che la stessa legge prevede che in attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, se la richiesta è regolare, l’ufficio della questura dovrebbe consegnare una copia della richiesta con apposto un timbro dell’ufficio che attesta la regolarità della permanenza in Italia dello straniero, ma altrettanto vero è il fatto che alcune questure non sempre rilasciano le ricevute, finendo così con l’ostacolare la vita quotidiana dei migranti.
Al problema sanitario, specie durante questo periodo di epidemia da coronavirus – che dovrebbe vedere garantita la prevenzione e ogni forma di cura farmacologica anche ai meno abbienti – si aggiunge quello dell’esclusione dal mondo del lavoro regolare, impedendone così l’inserimento nella società che dei migranti non faccia oggetto di forme di sfruttamento e non li porti sulla via dell’illegalità.
La continua richiesta di documenti, talvolta non necessari e dovuta magari a scarsa chiarezza degli aspetti normativi, rappresenta un altro motivo di allungamento dei tempi di rilascio del permesso che può così avvenire a pochi giorni dalla scadenza dello stesso. Continui ostacoli che esasperano i cittadini stranieri che si rivolgono alle istituzioni per poter vivere nel nostro Paese nel rispetto della legalità.
Le carenze di organico, la difficoltà nell’applicazione delle norme in vigore, finiscono così con il creare il paradosso dell’aver favorito la presenza di stranieri irregolari, con il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo, permettendo lo sfruttamento di quelli regolari, i quali non avendo ancora ottenuto il permesso definitivo sono spesso costretti a lavorare in nero.
In Italia per motivi burocratici, per inefficienza degli uffici preposti a causa di un numero di addetti inferiore di gran lunga a quello necessario, si sono così create da tempo comunità fantasma. Stranieri soggiornanti anche da decenni sul nostro territorio ai quali vengono negati tutti i diritti.
Il Ministro dell’Interno forse si sarebbe dovuta preoccupare un po’ di più dei notevoli ritardi degli uffici, che non della regolarizzazione di quanti di recente arrivati in maniera irregolare, assicurando una maggiore stabilità ai permanenti da lunga data, delegando a personale civile alcune attività che non necessitano siano svolte da appartenenti alle forze dell’ordine e potenziando l’organico di questi ultimi laddove necessario.
Cosa ne sarà degli ultimi irregolari arrivati quando scadrà loro il permesso di soggiorno temporaneo? Di questi, anche coloro i quali saranno riusciti ad ottenere i requisiti per un rinnovo del permesso di soggiorno, a causa degli atavici ritardi della pubblica amministrazione, andranno ad ingrossare le fila delle decine di migliaia di fantasmi mai regolarizzati in maniera definitiva.
L’Italia non è il paese dell’accoglienza, non è quello del diritto, non è quello dell’ordine e della sicurezza, è soltanto una grande bolgia nella quale è possibile l’impossibile e viceversa.
Gian J. Morici