“Trovo la risposta del Sottosegretario Di Stefano alla mia interrogazione sulle Fregate Fremm insufficiente. Nel giorno in cui la Procura chiude le indagini sul caso dell’omicidio del ricercatore Giulio Regeni, dopo anni di ostilità e reticenza da parte del governo egiziano (non ultima la richiesta di rogatoria completamente disattesa) e dopo mesi di detenzione senza processo per lo studente Patrick Zaki, il Ministero degli Affari Esteri ha risposto alla mia interrogazione sulla vicenda discutibile della vendita da parte dell’Italia delle fregate militari Fremm all’Egitto”. Così dichiara l’On. Fioramonti, già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
“La risposta – continua Fioramonti- si limita a valutazioni tecniche piuttosto generiche (e che tutti conoscono), ma non entra nel merito di una decisione politica estremamente problematica: la vendita di dotazioni militari ad uno Stato che non solo viola i diritti umani, ma che si rifiuta di collaborare con il nostro sistema di giustizia per fare luce sulla tortura e l’omicidio di un nostro connazionale”.
“Mi stupisce poi che il Ministero menzioni “la tutela dei nostri interessi energetici in Libia” come una delle motivazioni chiave per la validazione della vendita: un linguaggio degno della prima repubblica. Infatti, una classe politica diversa dal passato dovrebbe opporsi alle logiche della ragion di stato, soprattutto quando questa è usata per nascondere lo sfruttamento di esseri umani e di risorse che è spesso alla base delle guerre e della distruzione degli ecosistemi naturali.”
“Per far rispettare i diritti umani in Egitto, come in qualunque altro paese, serve una politica estera coerente con i principi di giustizia, solidarietà e sostenibilità che il Governo dice di voler realizzare nella sua azione politica”- conclude infine l’ex Ministro.