Non bastava il Coronavirus che ha impedito e visite ai defunti da parte dei loro cari. Appena alleggerite le misure di contenimento del virus che ha costretto i romani – così come tutti gli italiani – per lunghe settimane a stare rinchiusi a casa, ecco che alle prime visite si scopre l’amara sorpresa: l’invasione delle zecche!
Lo stato di incuria delle aree cimiteriali, l’erba alta, i resti di fiori secchi che, tolti dalle tombe, rimangono abbandonati nei bidoni dei rifiuti, hanno creato l’habitat idoneo per questo nuovo zoo cittadino. Le zecche, è bene ricordare, che trasmettono all’uomo la rickettsiosi, un’infezione che si manifesta con febbre alta ed eruzioni cutanee.
Se – come diceva Albert Schweitzer – la vita di ogni essere vivente è sacra e bisogna averne il massimo rispetto, anche la morte è sacra e sacro è il ricordo che hanno di un proprio caro quanti si recano al cimitero a visitarne la tomba.
La mancanza di rispetto per i defunti e per i congiunti, non è certamente indice di civiltà. Cosa sta facendo la Raggi per ridare decoro ai cimiteri della Capitale?
“Dopo aver fatto visita al cimitero, mentre stavo per uscire mi sono accorta di due zecche sui miei vestiti”- afferma una signora di Roma, sconcertata dallo stato di incuria dei luoghi.
Non è l’unica persona a essersene lamentata, visto che anche altre nel lamentare le condizioni disastrose in cui versa il cimitero, la mancata pulizia e le sterpaglie invasive, hanno vissuto l’esperienza di ritrovarsi addosso le zecche. “Devo cospargermi di antiparassitari o indossare anch’io il collarino anti zecche che metto al mio cane?” – chiede un’altra romana indignata dalla noncuranza da parte dell’Amministrazione.
E’ necessario intervenire al più presto, sia per il doveroso rispetto per la memoria di chi non c’è più, ma anche per la tutela dei familiari che si recano a far visita ai sepolcri.