“Apprendo da alcuni organi di stampa- continua Fioramonti- che ci sarebbe in corso un ridimensionamento dell’utilizzo dello smartworking o lavoro agile, a seguito di nuove direttive da parte del Ministero della PA. Spero non sia vero”.
“È necessario invece aumentare i casi di smartworking prevedendo nuove garanzie nei contratti di lavoro, come giustamente chiedono i sindacati. Non possiamo permetterci di concepire il lavoro agile solo come una misura di emergenza. Si tratta invece di uno strumento di modernizzazione, che consente una migliore equilibrio tra vita e lavoro, una riduzione degli spostamenti (con effetti benefici per la salute e l’ambiente) ed anche una maggiore produttività (in media del 20%).”
“Non perda questa occasione la Ministra Dadone- conclude infine Fioramonti- per fare dello smart-working la bandiera di una rivoluzione culturale all’interno del sistema spesso inefficiente della nostra pubblica amministrazione.”