Pare proprio che ce l’abbiamo fatta, che il virus sia in regresso e con esso il numero di morti e di ricoveri ospedalieri.
Dalle conseguenze economiche e sociali, è un’altra cosa. Dalle misure adottate e da adottare per combatterle, peggio ancora. Il detto “aprile non ti scoprire, maggio adagio” pare proprio che intanto il Governo non lo voglia mettere da parte ed ignorare. Quanto alla vera e propria “ripartenza”, “alla ripresa” dell’economia e della vita normale, non ne parliamo proprio.
Sono iniziate solo le liti e la bagarre “ora per allora”.
Nei giornali ritornano le notizie dei morti ammazzati che sono indicati come uomini e donne, esseri umani e non come l’indicazione solo della loro età. Mentre il virus imperava gli Italiani pare che non si ammazzassero più e comunque la loro età prevaleva su ogni altra loro qualità di essere umani.
Si è fugacemente parlato e se ne parlerà della responsabilità della Cina. Un colpevole ci vuole sempre. Ma bisogna trovare quello contro il quale accanirsi ed inveire.
Il Governo sembra (è una mia impressione) colpito di contropiede da questa fase discendente del virus non prevista.
Magari invece è colpito solo dalla pressante necessità di uscire fuori dalle misure e di operare per salvarci dalle misure che diversamente dal virus non si esauriscono da sole. La strage che le misure hanno provocato è grande e si può dire che sia questa la vera crisi in cui la Repubblica si sta giocando il suo avvenire.
Il sistema regionale non ha retto ed ha invece dimostrato tutte le sue approssimazioni e debolezze. L’economia si può dire che al momento non c’è più. Ci sono i bisogni crudi ed impellenti dei cittadini e presto ci saranno le loro furie non ingiustificate.
Si ha dunque l’impressione che l’emergenza conseguente al virus non accenni affatto a diminuire e che anzi sia cominciata la fase di una emergenza dell’emergenza.
Qualcuno comincia a ribellarsi ai sacrifici imposti a tutti i cittadini. A tutti, ma non certo a tutti in modo uguale e giusto.
Sgarbi, oggi si può dire non è stato poi così inopportuno ed ingiusto quando ha accusato Conte di essere un mestatore ed un seminatore di panico.
Insomma, le misure come del resto era prevedibile pare facciano più danno e vittime dello stesso virus.
Potrei dire che lo avevo previsto ma sarebbe una inutile e fastidiosa jattanza.
Delle particolarità che ha assunto la forma dell’epidemia mancano in sostanza ora le statistiche, lo notavamo ieri. Unico dato certo è la strage dei vecchi. Che non è in certe evenienze una novità come non lo è nella normalità della durezza della vita e del clima “quel svecchia” lo ricordavo giorni fa, lo si diceva anche per la violenza e l’acutezza del sopravvenire dell’inverno negli anni della mia infanzia. C’è certamente da sperare cioè, nessuno ci vieta di farlo, che nessuno vorrà fare guerra alla Cina per le sue omissioni. E non vorrà farla neppure a quanti, in ossequio alle esigenze dei loro affari con la Cina stessa hanno sorvolato e vogliono continuare a sorvolare su questo tasto.
Speriamo anche che i Magistrati che ancora vogliono aprire nuovi fronti di indagini per la strage di Piazza Fontana non trovino da soddisfare le loro esigenze lottatorie più di quanto già non hanno cominciato a fare ad esempio con la moria dei vecchi.
A questo punto non c’è che da ripeterci speranzosi che Dio salvi l’Italia.
Mauro Mellini