Dura replica del deputato regionale: “L’ultima beffa lo scippo dei 33 milioni di euro del Patto per il Sud. Perché non destinarli all’archeologia? In città i gioielli del passato finiscono nel fango, il presidente della Regione fa annunci spot ma non stanzia alcuna somma”.
PALERMO (26 novembre 2019) – “Sempre lo stesso siparietto, da mesi. A Gela vengono rinvenute preziosissime testimonianze archeologiche, il presidente Musumeci esulta e fa grandi annunci, ma poi non si muove una foglia per la concreta valorizzazione del patrimonio culturale. Al di là delle belle parole del momento, Gela ha bisogno di finanziamenti, campagne di scavi e interventi successivi ai ritrovamenti. Non c’è nulla di tutto questo, nessun atto concreto”.
Lo dice il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola, dopo il recentissimo ritrovamento, durante gli scavi per la fibra ottica, di un sarcofago con uno scheletro integro, in un’area che si prospetta essere una necropoli greca.
Per Di Paola, è certamente affascinante parlare ancora di “impegno costante nel lavoro di tutela”, di tenere alta “l’attenzione sul territorio gelese, un prezioso scrigno di testimonianze archeologiche”, o annunciare di voler intraprendere “azioni che possano fornire occasione di riscatto culturale e sociale per un territorio troppo a lungo mortificato”, citando le parole di Musumeci. “Il presidente dovrebbe piuttosto aggiornarci – si contrappone Di Paola – a proposito delle risorse effettive sulle quali può contare Gela. Eccole: neanche un centesimo nel bilancio regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici della città, un museo archeologico che ancora aspetta di essere aperto al pubblico, e non parliamo poi dell’ultimo ‘scippo’ di 33 milioni di euro del Patto del Sud, da Gela stornati in altre aree della Sicilia. Perché non se ne recupera almeno una parte proprio in favore dell’archeologia? Non ci risulta che ce ne sia la minima intenzione. Ecco perché – conclude Di Paola – gli annunci spot di Musumeci e i comunicati stampa dai toni trionfalistici sono ormai un buco nell’acqua persino per i creduloni. La gente di Gela non ne può più di sapere che nuovi gioielli di un meraviglioso passato emergeranno ancora, per poi tornare nel fango, e non è un modo di dire. Si tratta di una vergognosa realtà”.