RIVOLUZIONE DELL’ANALISI
Fino ad oggi, tutte le principali psicoterapie, in modo diretto o indiretto si occupavano delle pulsioni emotive come emergenze del comportamento.
Con le nuovissime teorie, le emozioni, non vengono elaborate immediatamente, ma viste come un prodotto secondario, come dei sintomi dei quali occuparsi in un secondo tempo.
Il principale interesse e studio viene rivolto alle psicodinamiche del profondo, agli assi portanti del comportamento, alle coazioni.
Oggi si è capito che lo scheletro del nostro comportamento sono le ossa sulle quali cresce la specifica carne (leggi emozioni).
Lo scheletro è determinante più o meno, ma comunque obbliga il comportamento alla base.
In relazione al tipo di scheletro o di sostegno di base nasce, secondo il posto e il tipo, l’emozione che, seguendo l’esempio, è della qualità dell’osso che l’ha determinata.
Lo scheletro, o le psicodinamiche del profondo nascono anche come istinto, e sono le uniche basi che generano l’emozione. (esempio: emozione- paura).
Tutti gli assi portanti del comportamento risiedono solo nell’inconscio, la buona psicoterapie del futuro dovrà occuparsi delle eziologia nelle patologie ricercandole nell’unico posto giusto.
Facciamo qualche esempio: se un paziente ci dice che ha paura e noi cerchiamo di tranquillizzarlo riducendo i motivi della paura non otterremo nulla, salvo una momentanea tranquillità alla fine della seduta. Invece la risposta esatta sarebbe “e non sei contento di aver paura?”.
Per capire sarà costretto a frugare nel suo inconscio.
Dal canto suo il terapeuta non dovrà occuparsi della paura ma dallo stato di allerta che la determina. In genere uno stato di allerta eccessivo è determinato da un ambiente poco affettivo o da una mancanza di affetto improvvisa.
Procediamo con gli esempi: una donna che non riesce a dimagrire.
La terapia giusta non sarà quella di gettarsi contro il cibo (guerra perduta ab –initio), ma cercare la psicodinamica del profondo che spinge il soggetto a mangiare. In genere le psicodinamiche del profondo nascono per migliorare la vita.
Probabilmente nel soggetto che cerca gratificazioni nel mangiare, non né esistono altre nella propria vita. Quindi bisogna trascurare il sintomo cibo, e affrontare il problema più complesso delle gratificazioni nell’ambiente del paziente.
Altro esempio: un paziente che vuole togliersi il vizio del fumo e non ci riesce, talvolta il fumo è causa di gravi patologie.
Non serve spaventarlo mostrandole un futuro patologico se seguiterà a fumare. Conviene non sparare contro il fumo, anzi consigliandolo di non smettere per ora. Nel frattempo cercare le psicodinamiche del profondo che lo spingono a fumare.
Nel caso di cui sopra le psicodinamiche prevalenti possono essere: depressione, mancanza di concentrazione, gravi difficoltà sinaptiche.
Il Professore
Francesco Pesce