Da ieri un altro provvedimento firmato Lega e M5S, che il presidente del Senato Pietro Grasso, ha paragonato a quelli del Ventennio fascista, è diventato legge dello Stato, con l’approvazione definitiva da parte del Senato.
Il Decreto Sicurezza bis è infatti passato con 160 voti a favore, uno in meno della maggioranza assoluta, (anche se il quorum fissato era di 109 voti).
In 57 hanno votato no (Pd, Leu, una parte dei senatori del gruppo Misto e della Svp) e 21 gli astenuti, tra i quali il gruppo di Fratelli d’Italia (Forza Italia era presente in aula ma non ha votato).

Dissidenti a testa alta
A nulla è servito, almeno sulla carta, il dissenso manifestato da 5 senatori grillini (Ciampolillo, Fattori, La Mura, Mantero e Montevecchi), che aveva rischiato di far traballare la maggioranza.
Assente per motivi di salute anche la senatrice Bogo Deledda. Nugnes, Martelli (gruppo misto) e De Falco, hanno votato no. Sono mancati anche due voti della Lega, assenti giustificati, Bossi e Candura, in viaggio di nozze.
Non hanno partecipato al voto anche una parte del gruppo di Forza Italia (tra i quali Ghedini, Giammanco, Lonardo, Rossi), i senatori a vita Monti, Napolitano, Rubbia, Segre, Cattaneo e alcuni dem, tra i quali Matteo Renzi
Per quanto riguarda i grillini fedeli della prima guardia, si sono allontanati dall’aula prima delle votazioni “indigeste”.
A dire il vero, il M5S appare sempre più irriconoscibile e snaturato dei contenuti che lo avevano da sempre contraddistinto.
La coerenza del Senatore Lello Ciampolillo
Nel corso degli anni sono stati fatti notevoli cambi di rotta che evidentemente non convincono i Senatori “dissidenti”, su tutti il Senatore Ciampolillo, il quale, sempre coerente con i principi che lo hanno condotto in politica, negli ultimi mesi ha condotto delle battaglie quasi in totale solitudine su temi cari a Grillo, quali: emergenza xylella, Cannabis, Tav, ambientalismo, per citarne alcuni.
Non dimentichiamo inoltre la sua denuncia a Radio Padania, che ha eluso i vincoli della licenza esclusivamente locale di cui gode, trasmette su tutto il territorio nazionale, utilizzando una piattaforma digitale (di proprietà del Consorzio Eurodab Italia.

Cosa accadrà adesso?
Il decreto prevede: manette per i comandanti delle navi che non rispettano l’alt impartito dalle autorità, con l’accusa “di resistenza o violenza contro nave da guerra”.
Le multe da 150 mila a un milione di euro per le Ong che non rispettano il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, sequestro ad opera del prefetto per le navi ed intercettazioni preventive.
Se il comandante non può pagare la multa, la sanzione si applica all’armatore o al proprietario della nave.
Inoltre il ministro dell’Interno (di concerto con Difesa e Trasporti) avrà il potere di decidere se vietare o meno l’accesso alle acque territoriali italiane, per ragioni di ordine e sicurezza (ricorda un po’ lo slogan fascista “ordine e disciplina”?)
Stanziati anche due milioni di euro per i rimpatri dei clandestini.
Le prime multe sono già scattate per l’Ong Sea Watch e per Mediterranea. Inoltre è già arrivata la prima notifica della sanzione amministrativa (2mila euro ciascuno) anche ai parlamentari Nicola Fratoianni (Si), Riccardo Magi (+Europa) e Stefania Prestigiacomo (Fi) che lo scorso 27 gennaio erano saliti a bordo della Sea Watch 3 per valutare le condizioni dei 47 migranti bloccati a bordo dal Viminale.
Cosa accadrà ai dissidenti
Per quanto riguarda i “dissidenti” grillini, si attende nelle prossime ore di sapere cosa prevedranno i probiviri M5s che stanno lavorando sulle nuove espulsioni e sanzioni.