Dopo le stragi in moschea avvenute in Nuova Zelanda – con un bilancio di 50 morti e 36 feriti – ad opera del fanatico suprematista Brenton Tarrant, abbiamo assistito al solito balletto delle condanne e di chi ha esaltato il folle gesto di un terrorista. Parte dell’opinione pubblica, ma, purtroppo, non solo quella, ha fatto il distinguo tra terrorismo islamico e il gesto criminale di questo terrorista, che tale è, quasi che fosse un riequilibrare i conti rispetto ad altri attentati.
Un terrorista è un terrorista, a prescindere dalla fede religiosa o politica. Non si può e non si deve etichettare un atto terroristico in virtù di una qualsivoglia ideologia, condannando o quasi giustificando un gesto in virtù di chi lo ha commesso.
Un terrorista è un terrorista! La nostra stupidità nell’esprimere giudizi diversi, oltre a essere moralmente deprecabile, ha conseguenze che sul piano pratico non possono essere sottovalutate. Brenton Tarrant, con il suo gesto criminale, ha reso un grosso favore a quegli estremisti che nella sua folle logica avrebbe voluto combattere uccidendo gente inerme.
Prova ne sia, l’immediato rilancio da parte dei terroristi islamici che hanno invitato a nuovi attentati contro gli “infedeli”, colpendo i loro luoghi di culto. Non è difficile ipotizzare una recrudescenza del terrorismo islamico in Occidente (forse ne abbiamo già un esempio oggi) o nelle aree laddove le organizzazioni come al-Qaeda e ISIS non sono state affatto debellate. Brenton Tarrant, ha coraggiosamente affrontato i tagliagole dello Stato Islamico? No, ha spietatamente ucciso donne bambini e vecchi, macchiandosi pure del sangue che verrà versato da altri innocenti a seguito del suo folle gesto.
Grazie a lui, a chi come lui, e a quanti hanno esaltato, o sminuito, il suo folle gesto, il web oggi è pieno di proclami che inneggiano alla Jihad, la Guerra Santa. Dopo oltre due anni dalla scomparsa di due delle principali riviste jihadiste dal web – con le quali oltre a inspirare i lettori si davano precise istruzioni su come realizzare ordigni esplosivi – le indicazioni pubblicate a suo tempo dal terrorista Muslim al-Britani hanno nuovamente fatto la loro comparsa nella fitta rete jihadista. Materiale didattico completo di testi e immagini, per costruire bombe e cinture esplosive da utilizzare per nuovi attentati.
Le due riviste jihadiste, avevano in comune due aspetti. Il primo, l’indottrinamento facendo leva sulla letteratura e sul travisamento degli insegnamenti coranici; il secondo, le istruzioni per portare a termine atti terroristici, fornendo guide istruttive sulla realizzazione di ordigni esplosivi, tattiche militari e addestramento alle armi, in grado di formare tecnicamente potenziali “lupi solitari”.
Molte di queste informazioni, sono state utilizzate per gli attentati che negli ultimi anni hanno insanguinato l’Europa.
Da notare come in passato, nell’indicare gli obiettivi da colpire, l’autore di più articoli invitava ad evitare di prendere di mira i luoghi di culto, in particolare quelli dei “popoli dei libri”, ovvero cristiani ed ebrei, facendo riferimento a quanto indicato da Maometto. Oggi grazie a Brenton Tarrant e ai suoi simpatizzanti, altri fanatici di sponda opposta invitano a trasgredire la regola, ricordando a quanti li seguono che a infrangerla sono stati gli “infedeli”.
Muslim al-Britani – per fortuna – è stato ucciso nel corso dei combattimenti contro le milizie dello Stato Islamico, ma le diverse centinaia di istruzioni fornite ai suoi seguaci, oggi, più di ieri, rappresentano un pericolo reale per la nostra società. Non esistono estremismo islamico e altre forme di estremismo meno pericolose, esiste il terrorismo, da qualsiasi parte venga praticato, e le conseguenze del gesto. A questo, forse, i simpatizzanti di Brenton Tarrant non hanno neppure pensato. Del resto, non a caso, un proverbio popolare recitava che la mamma dei cretini è perennemente incinta…
Gian J. Morici