Il sindaco di Roma Virginia Raggi è stata assolta dall’accusa di falso emessa dalla Procura di Roma “perché il fatto non costituisce reato”. Questi sono i fatti puramente legali che esulano dalle scelte politiche dei cittadini della capitale.
Per quanto mi riguarda si tratta solo dell’introduzione ad un’altra grave problematica: l’insulto costante alla categoria dei giornalisti istituito ufficialmente da Beppe Grillo e ripreso dai componenti del M5S come una litania dai toni sempre più violenti. I toni in generale sono sempre più beceri nella terra che fu la culla di Dante ma restiamo alla categoria dei giornalisti. E’ vero che esiste una casta e non solo in Italia, mera consolazione, formata da pochi eletti. E’ anche vero che molti giornalisti devono trovare attività alternative perché sottopagati. Ma è soprattutto vero che l’Italia è passata dal 77° al 46° posto su 180 paesi nella classifica 2018 di Réporters sans Frontières. Un miglioramento apparente visto che è aumentato il numero delle minacce e che leggi e progetti di legge su diffamazione contro politici, magistrati ed assimilati spingono anche i più coraggiosi ad autocensurarsi. Vogliamo parlare del nuovo codice etico? Le pressioni politiche sono troppo forti, meglio il posto di lavoro. Anche i giornalisti mangiano e pagano l’affitto.
Ormai siamo al bashing contro i media. Un metodo utilizzato anche all’estero, prendiamo come esempio Trump che ha appena insultato un giornalista di CNN al quale ha fatto togliere l’accredito alla Casa Bianca per una domanda politicamente scorretta.
Ma torniamo in Italia ed all’assoluzione della Raggi. Di Maio ha trattato i giornalisti di “infami sciacalli” ed peggio ancora ci ha accusati di essere “diventati cani da riporto di Mafia Capitale“. Di Battista non ha fatto meglio: “Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà.(…)”. Giornalisti cani e puttane – con tutto il rispetto per questi ultimi utilizzati come insulto.
Degni eredi di Beppe Grillo che ha lanciato ogni genere di epiteto contro la categoria. Sono decine le uscite piene di odio di Grillo contro i media da “Vi mangerei per il solo gusto di vomitarvi” – riesumazione modificata di un aforisma del filosofo Cioran – a “Siete dei falsari andate a f…”.
E la lista nera dei giornalisti sgraditi al M5S che Di Maio ha inviato al Presidente dell’Ordine? A quando l’olio di ricino? Io sono fortunatamente Oltralpe e sinceramente sono anche estremamente preoccupata per la democrazia del nostro paese intrisa di odio e di epiteti che non fanno che aizzare la violenza. Non esiste più il dialogo, l’insulto ha preso il potere. Sarà meglio abbassare i toni.
Luisa Pace