Inauguriamo la nostra rubrica dedicata alla salute, con la prima di una lunga serie di pubblicazioni del Professore Francesco Pesce, noto psicologo, psicoterapeuta, sociologo e perito calligrafo romano.
Il Professore è stato inviato a rappresentare l’Italia per le indagini grafiche al Congresso Mondiale di Copenaghen del 1966 e di Edimburgo nel 1972, ed è stato rappresentante italiano della “I.S.P.” nel 1979 a New York e nel 1980 a Gerusalemme.
Tra le pubblicazioni del Prof. Dr. Francesco Pesce, annoveriamo: “Semiologia della grafica per psicologi” (casa ed. Bulzoni) e di “Aspetti psicologici, psicopedagogici e psicoterapeutici del quick reading o lettura rapida” (casa ed. Bulzoni).
Medaglia d’oro del Collegio dei Periti ed Esperti del Lazio, è docente di seminari presso l’Università Statale di Psicologia.
Attualmente, il Prof. Pesce coordina lo sportello psicologo ONA(Osservatorio Nazionale Amianto), attivo 24 ore su 24.
https://www.osservatorioamianto.com/dipartimenti/assistenza-psicologica-on-line/
https://www.osservatorioamianto.com/
In questo primo articolo non vogliamo svelare il percorso di crescita che abbiamo tracciato per i nostri lettori, l’obbiettivo piuttosto sarà quello di accompagnarli gradualmente verso traguardi inimmaginabili.
Non resta pertanto che la scelta: viaggiare o non viaggiare.
Siamo certi che vi lancerete nella prima opzione.
Le sorprese non mancheranno, così come non mancheranno le sfide ed i momenti di giocosa creatività in cui sarete coinvolti direttamente in maniera interattiva.
Allora buon viaggio e buon cammino….
Gruppo degli “Illuminandi”
“Fatti non fummo per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza”;
Gruppo Paradiso II (ricerca)
Oliver Sacks nel libro “L’occhio della mente” cita due pazienti affetti da una neuropatologia gravissima che gli impedisce di leggere, scrivere e tante altre funzioni, al punto che un paziente arriva a confondere la testa della moglie per un cappello; l’altra paziente ha gli stessi sintomi di confusione generale gravissima.
Ambedue sono famosi pianisti provenienti da famiglie di noti musicisti, con sensibilità stratosferica e orecchio musicale notevole.
Improvvisamente è avvenuto in naufragio del razionale, facendogli provare un’agnosia visiva, riconoscitiva, cognitiva.
Questo accadimento di per sé non avrebbe oggetto di ricerca a specifica. Lo diventa dal momento che, questi due soggetti hanno messo a punto delle capacità superiori inconfondibili, non proprie prima dell’alessia (riuscire a comporre ed a ricordare progetti buoni e sinfonie nuove, complicatissime).
Chi ha esercitato psichiatria , neurologia o psicologia clinica ha notato che in alcuni pazienti folli ove è avvenuto il naufragio della ragione, si sono sviluppati conoscenze e possibilità cognitive inesistenti prima della follia.
Per capire le possibilità della mente fuori della ragione, faccio girare due campioni di scritti ove si riesce a capire lo scritto, nonostante che il medesimo non rispetti un ordine razionale.
Queste capacità, la mente le avrebbe, ma non sono esercitate.
Avrete capito che il primo tema della nostra ricerca è il “linguaggio superiore”.
Alcuni di voi hanno avuto degli approcci saltuari al medesimo, ma lo scopo della ricerca è quello di raggiungere a piacimento e volutamente lo stato nel quale si trascende la realtà, dove non conosci il linguaggio ma volutamente si istallano un insieme di messaggi che trascendono la realtà, ricchi di significati, di rappresentazioni emotive e di voci simboliche.
Per taluni, il linguaggio della ricerca sarà in parte oscuro, ma questa necessità sarà dovuta è voluta per fuggire dai significati.
Alcuni motivi per i quali è indispensabile il linguaggio superiore.
Spesso il linguaggio normale ci da i seguenti inconvenienti:
- Lo smascheramento linguistico (significato) impedisce il nascere di moda ora simboliche idonee all’evoluzione della vita mentale.
2) La spontanea inautenticita’ coarta l’azione.
3) I nuclei latenti del Sé autentico non possono parlare non avendo gli strumenti linguistici (sommersi dai luoghi comuni, dai dogmi, e dagli pseudosimbiosi) ed essendo neutralizzati dall’ancoraggio al razionale.
4) Il falso Sé autentico spesso compone e scompone le comunicazioni verbali, pertanto io silenzio è teso all’auscultazione di quella parte del Sé che non può ancora parlare. E parlare significherebbe farsi irretire dai loquacissimi involucri del falso Sé.
5) Il pericolo di questa operazione evolutiva è quello di riconfluire agli arcaici livelli di funzionamento quando si perde la maieutica che consente di cogliere nello smascheramento dell’assurdo anche la cifra o indicazione di un progetto evolutivo-in questo caso non si cresce.
6) Passare da un’assurdità non palese ad un’assurdità riconosciuta come diceva Wittegenstein, è indubbiamente un pericolo.
7) E’ necessario un processo evolutivo del linguaggio verbale per coniugare l’interpretazione puramente demistificante e rivelatrice.
8) Il momento demistificante ed il momento costruttivo spesso non sono separati in modo assoluto in quanti essi si implicano e sottendono reciprocamente.
9) La distrazione e distruzione ed il momento confusiva della realtà mistificante è spesso presente in noi anche nelle patologie.
10) Lo scopo del linguaggio superiore è quello di riuscire a eliminare tutto ciò che è convenzionale, banale, reale e mistificante per giungere ad un processo emotivo-verbale.
11) Nel rapporto maieutico di crescita evolutiva lo scioglimento interpretativo degli assurdi relazionali si traduce nei rapporti interpersonali più elevati e complessi, nel senso che si promuove l’accesso ai livelli ideologici ben diversi dalla semplice denuncia o disoccultazione di un fatto confusivo.
12) Si creano delle forme di attrazione interpersonale inaudite, impreviste e sconosciute. A questo punto il bisogno e la necessità del linguaggio superiore è di negare operazioni difensive intese a snaturare la simbolizzazione, è così forte che porta ad una conoscenza del Sé evolutiva nonostante la parte razionale.
13) Ovvero, riuscire ad accedere ad alcuni momenti allo stato di grazia del linguaggio superiore fa si che anche quando naturalmente si torna indietro nel linguaggio normale, ci si esprime a dei gradini più alti e più evoluti, volenti o nolenti