Il giorno dopo il voto è il momento dei vincitori (di solito tutti) e dei vinti (di solito nessuno), dello spumante e delle bestemmie, degli incarichi e delle dimissioni.
Lo so bene perché di elezioni ormai ne ho viste molte.
Ma dato che quest’anno il mio augusto voto non lo ha preso nessuno, sono nella posizione migliore per un’analisi fredda e distaccata, mentre gli altri fanno baldoria, o piangono, o tutte e due le cose.
Da dove iniziare, se non dal caro, vecchio PD?
La domanda retorica è: come è possibile che un partito di governo, che ha espresso di fatto gli ultimi 7/8 anni di premiership e gli ultimi 10 e passa anni di Presidenza della Repubblica possa dimezzare i propri consensi in pochissimo tempo?
Beh, la risposta è facile, ed è la stessa per cui io non l’ho votato: il PD non esprime più gli interessi del suo elettorato, da molto tempo ormai. E se prima lo si continuava a votare per abitudine, per mancanza di alternative, per un residuo ideologico socialdemocratico, ormai la misura è colma (qualcuno direbbe: ci siamo rotti le palle, ma non io che ho fatto le elementari a Oxford).
Renzi ha preso un partito-contenitore, che includevo tutto il meglio della Prima Repubblica, che era contendibile (infatti se lo è preso lui) e soprattutto che aveva l’idea di rispondere ai nuovi bisogni del Paese con una forma fluida di ricerca di alleanza (ne sa qualcosa Bersani che si è fatto umiliare dai pentastelluti in diretta televisiva).
Non voleva essere soltanto un partito di potere.
Renzi ne ha fatto una cosa personale, ha allontanato in un modo o nell’altro tutti coloro che volevano condividere il potere, ha messo nei posti chiave dello Stato, dalla Presidenza del Consiglio fino all’usciere del Ministero, tutti uomini a lui fedeli, ha blindato i processi in modo che nessuno potesse davvero opporsi, ha anche tentato uno sciagurato referendum (anti)costituzionale.
Alla fine il giocattolo si è rotto.
Al PD è rimasto quel 20% di elettori che voterebbe sempre dalla stessa parte anche se improvvisamente salisse al potere Hitler, mentre tutti gli altri si sono dispersi chi più a sinistra, chi più a destra, chi ha dato un voto di protesta, e chi alla fine come me ha mandato tutti a quel paese e ha annullato la scheda.
Perché vorrei dire a Renzi, se ne avessi la possibilità, che se vuoi diventare il capo di un partito di sinistra, poi devi fare delle politiche di sinistra.
Invece il MIO voto è stato usato per smantellare l’art. 18, per incasinare ancora di più la scuola, per creare precariato istituzionalizzato, per cercare di perpretare il potere attraverso l’arma referendaria.
E intanto le grandi imprese schiattano o se ne vanno, le infrastrutture sono al collasso, le banche falliscono.
E anche sulla questione morale, dalla Boschi in poi, il PD ha fatto acqua da tutte le parti, senza poi considerare, dulcis in fundo, che io voto per il partito che fu di Berlinguer, e poi mi trovo insieme a Verdini, Alfano, Casini.
Il PD è morto, a meno che Renzi finalmente non prenda atto che la sua vita politica finisce qui, e lasci a qualcuno il compito di raccattarne i pezzi e iniziare una traversata del deserto, che ahimé sarà lunga.
Degli altri c’è poco da dire, i sondaggi ci hanno abbastanza azzeccato.
Il centro destra vince ma non governa, il M5S vince ma non governa, e così via.
Due considerazioni opposte, nei prossimi giorni si vedrà qual è la più vera:
– L’Italia è un paese conservatore, leggermente di destra. Ergo, sommare i voti del centrodestra a quelli del M5S per dimostrare qualcosa è sbagliato. Nel M5S, che sicuramente è un movimento antidemocratico e populista dalle sue radici, è confluito un voto di protesta ANCHE di sinistra. L’analisi dei flussi elettorali nei prossimi giorni ci dirà se questa sensazione è vera, ma non c’è in’Italia una maggioranza di destra del 75%, quindi vuol dire che un sacco di voti di sinistra, intendo dire di gente che vuole politiche socialdemocratiche, si è buttata dall’altra parte. La speranza è che di questo peso se ne tenga conto nel governo.
– La Lega ha superato Forza Italia e il M5S è il primo partito. Questo vuol dire che le politiche “umanitarie” del PD, senza uno straccio di organizzazione, sono fallimentari e fallite. Nessuno può convincere un popolo di 65 Milioni di persone che sia giusto avere i centri di accoglienza che scoppiano, i cassonetti rovistati continuamente da bande di ROM, extracomunitari fuori da ogni negozio a chiedere l’elemosina, battone schiavizzate su tutte le consolari. Al di là di qualsiasi altra considerazione, molte persone votano con la pancia, e la pancia ha detto che va trovata una soluzione, che questa convivenza alla volemose bene ha fatto il suo tempo. Il PD per storia, inerzia, inettitudine, questa soluzione non solo non l’ha trovata, ma ha largamente sottovalutato il problema, facendosi scudo di una supremazia morale che come si è visto alla fine ha contato come il due di coppe quando regna a bastoni.
Una nota informativa per i pentastelluti: non si illudano che la vittoria massiccia al Sud rappresenti un riconoscimento da parte del Paese. Il voto meridionale da sempre è caratterizzato da spostamenti non sempre legati a questioni puramente politiche: basti ricordare il voto del 1987 totalmente a favore del PSI e il plebiscito a Berlusconi.
Il Sud non rappresenta né economicamente né politicamente il sentimento del Paese e pretendere di governare senza avere una presa massiccia sopra la linea gotica potrebbe essere velleitario.
E il Presidente?
Ecco, la vera fortuna dell’Italia è che nel momento del bisogno c’è un Presidente perbene al Quirinale. E’ stato così con Pertini, in parte con Napolitano (al quale non perdonerò mai Monti e la Fornero) e lo sarà spero con Mattarella.
Che una legge elettorale decente l’aveva anche scritta, peccato che era troppo bella per durare in mano a Berlusconi e Renzi.
Il Presidente non avrà dormito, e non dormirà per un sacco di tempo.
Deve capire cosa fare.
Mandato esplorativo?
Attendere le trattative dei partiti?
Cercare di mettere insieme una grosse coaliktion alla tedesca?
Una cosa è certa: il voto degli italiani è stato chiaro.
Un’alleanza PD-centrodestra che metta fuori gioco il M5S a questo punto sarebbe antistorica e immorale.
Personalmente, ma qui mi spingo verso la fantapolitica, vedo due scenari probabili:
– Un governo di centro destra con Salvini leader, che cerchi nel Parlamento i voti mancanti. Niente di più facile: se andate a vedere con quale partito vengono eletti i nostri parlamentari e con quale finiscono la legislatura, capirete che trovare dieci, venti, anche cento voti in Parlamento non è cosa complicata. Quando si tratta di andare al potere qualche cavaliere bianco lo si trova sempre
– Un’alleanza inedita M5S-Lega. In questo caso l’art 67, tanto vituperato dai grillini, giocherebbe a loro favore. D’altronde hanno già dimostrato di non avere preclusioni, visto che in Europa volevano allearsi con il partito più razzista e xenofobo presente sul mercato.
In ogni caso io non avrò avallato nessuna di queste scempiaggini, e almeno mi godrò il teatrino con la coscienza pulita.
Rodocarda
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